Autostrade per l’Italia dopo Anas ed Aiscat promette piani per ricariche auto elettriche in autostrada

In Italia una dichiarazione, promessa o proclama non si nega a nessuno, specie se ti chiami ASPI (sigla di Autostrade per l’Italia) che a metà gennaio in occasione dell’Assemblea di Atlantia (società del Gruppo Benetton che la controlla) presentando il piano 2020-2023 accanto ad incrementi esponenziali della manutenzione che il dramma del Ponte Morandi di Genova ed i successi crolli, smottamenti e criticità hanno dimostrato non adeguati, ha estratto dal cappello anziché un bel coniglietto la promessa di realizzare ben 67 Stazioni di ricarica superveloce con quattro/sei stalli dalla potenza di 350 kW ciascuno.

Dopo un silenzio di qualche mese sono comparse sul web mappe con l’ubicazione di queste stazioni creando grandi ed ovvie attese da parte dei proprietari di auto elettriche (di cui facciamo parte insieme agli oltre 1.500 owner che aderiscono al nostro gruppo AndiamoElettrico.it) sia da chi vorrebbe comprarne una ma ha ansia da ricarica.

Prima di Aspi, la cui concessione ricordiamo è appesa ad un filo visto che il Governo sta ancora valutando se revocarla o meno, anche la stessa associazione che riunisce tutte le società autostradali AISCAT aveva aperto alla possibilità di aprire la ricarica elettrica in autostrada che oggi avviene praticamente solo sulla indipendente Autostrada A22 Brennero – Modena dove il gestore ha posizionato otto punti di ricarica Fast e pure gratuiti per la clientela.

Fra i virtuosi ricordiamo anche i pochi punti di servizio della Compagnia Q8 l’unica ad oggi veramente interessata posti nel milanese con un piano di espansione in collaborazione con Enel X che non è mai riuscita a porre una colonnina Fast EVA+ sulla rete autostradale per la “scarsa collaborazione” di Aiscat ed Aspi.

La stessa ENI aveva lo scorso autunno aperto la via della elettrificazione in occasione di un convegno a Vicenza (sede della nostra redazione…) ma poi la nebbia è nuovamente calata. L’Italia, va ricordato, vanta un triste primato rappresentato dall’essere l’unico Paese fra tutti quelli con cui confiniamo a non aver ancora la possibilità di ricaricare comodamente in autostrada la propria vettura elettrica. “Primato” che conosciamo molto bene visto che dal 2017 ad oggi abbiamo superato i 150.000 km elettrici e quindi qualche ricarica reale l’abbiamo fatta sia in Italia che nel resto d’Europa.

Potete infatti caricare la vostra BEV in Francia, Germania, Austria, Svizzera, Slovenia e Croazia, tutti Paesi dove non abbiamo mai avuto problemi a viaggiare e quindi AISCAT dovrebbe davvero correre per togliersi di dosso questa pessima maglia nera.

Ben venga ovviamente la presenza di Autostrade per l’Italia il cui piano però ci appare purtroppo ricco di incognite visto che partono dal presupposto di voler realizzare punti di ricarica di tipo ultra fast fino a 350 kW che oggi in Europa li sta realizzando solo IONITY.

Il Consorzio privato IONITY formato da diversi costruttori automobilistici (fra cui Audi, Volkswagen, BMW, Porsche, Ford e Hyundai) ne sta infatti installando  ben 400 fra cui circa 60/70 in Italia con il target di terminare il piano entro la fine del 2020 nonostante sia in ritardo in Italia a differenza (stranamente) della Germania dove ormai si può viaggiare serenamente.

Alla base di queste premesse quindi o ASPI chiude il progetto delle 67 stazioni di ricariche entro il 2020 sfruttando IONITY oppure avrà seri problemi in quanto loro avranno terminato il primo lotto ubicando già le loro stazioni in altri luoghi con il rischio paradossale di trovare due punti di ricarica a 10 km di distanza per poi non trovarne più per altri 100 km!

Autostrade per l’Italia poi farebbe bene intanto a tenere in buona manutenzione la sua unica Green Station nella A1 Roma – Napoli nelle stazioni Frascati Est e Nord dove purtroppo la colonnina Loginet (la stessa presente in molti centri IKEA compreso quello di Padova) ha troppo spesso avarie. Noi stessi ci siamo fermati due volte in due differenti anni e saremo stati pure sfortunati ma la Fast non ha mai funzionato e la  AC 22kW funzionava molto lentamente con quella ad est che era pure fuori servizio.

Va bene che Autostrade per l’Italia  scrive che è in fase di sperimentazione ma non esser in grado di tenere funzionante una sola colonnina non ci sembra una grande premessa per chi ha l’ambizione di farne ben 67 superfast che richiedono una gestione ben più articolata..

Ma servono davvero le ricariche in Autostrada?

Secondo Tesla la risposta è decisamente negativa considerando che dopo aver piazzato uno dei primi Super Charger Tesla sulla A7 Milano Genova a Dorno con 12 stalli con potenza fino a 150 kW, ha scelto sempre punti di ricarica vicino alle uscite autostradali dove in pochi minuti si attacca la spina senza essere ostaggio degli Autogrill.. Arezzo, Affi, Brescia, Mogliano, Vicenza, Occhiobello, Torino Moncalieri, Firenze, Magliano Sabina e via di seguito le raggiungete in pochi attimi come facciamo da ormai tre anni.  L’esempio di Affi spiega il motivo di questa scelta molto bene pensando che è la porta di accesso per i turisti di lingua tedesca che varcano il Brennero in massa. Se Tesla avesse scelto l’autostrada avrebbe dovuto dividere gli stalli 10 a nord e 10 a sud mettendo sotto pressione le due aree durante esodo e controesodo che quando sono ai picchi creano problemi alle 20 colonne che in 20/30 minuti ti portano il livello di energia sopra i due terzi. Sempre ad Affi puoi scegliere fra un McDonald a pochi passi ma anche su altri sei ristoranti ed una varietà di negozi che ti fanno volare via il tempo..

Meglio i piccoli passi dei grandi proclami

Attendiamo comunque fiducioso gli stalli di Autostrade per l’Italia e magari potrebbe seguire la strada seguita da Alperia che intelligentemente ha studiato colonnine modulabili partendo da potenze di 75 kW che possono quindi poi salire a 150 o 300 abbinandole senza dover partire subito con le maxy che hanno costi maggiori e quindi conviene farne 4 da 75 piuttosto che una sola da 300…

Altro piccolo passo sarebbe di iniziare ad utilizzare veicoli elettrici di servizio in modo tale che ASPI dimostra concretamente il suo impegno (invito vale anche per Eni, Aiscat, Anas ed altri) costringendo la stessa a provvedere a punti di ricarica per muovere le loro vetture e mezzi di servizio in maniera ecologica, economica e furba !

Carlo Valente in collaborazione con www.andiamoelettrico.it

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