Codice della Strada e norme anti-Covid: 7 italiani su 10 non le rispettano

L’emergenza Coronavirus è ancora presente nel nostro Paese ma a quanto pare i suoi effetti non sono stati sufficienti a far cambiare le abitudini agli italiani e, più in generale, ai cittadini europei. Non ci stiamo soffermando solo a livello sanitario, ma anche nel nostro campo di interesse che è quello automobilistico… che a quanto pare mette in evidenza dei comportamenti assolutamente da non prendere d’esempio visti gli ultimi risultati dell’11° Barometro della Guida Responsabile pubblicato di recente dalla Fondazione VINCI Autoroutes.

Lo studio in questione ha sottolineato il fatto che 7 automobilisti su 10 (sia nell’UE che in Italia) non solo trasgrediscono le norme del Codice della Strada, ma anche quelle sanitarie per limitare l’aumento dei contagi da Covid-19. Le motivazioni? Metà degli intervistati a livello europeo (leggermente di meno nel nostro Paese) sostiene che le regole non sono sempre coerenti con la situazione da affrontare e la sensazione è quella che alcune di esse sono state create esclusivamente per emettere sanzioni.

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In ogni caso, visti anche i tempi che stiamo affrontando, la prudenza sanitaria è risultata prioritaria rispetto a quella dietro al volante: i virtuosi, cioè coloro che al contrario hanno dichiarato di rispettare le regole, sono particolarmente motivati dalle finalità stesse delle norme, vale a dire dal prevenire un incidente stradale oppure le possibilità di contagio. L’attenzione verso gli altri, di conseguenza, è risultata più pertinente quando si parla di prevenzione in ambito Coronavirus, mentre sulla strada la tendenza è una maggiore preoccupazione verso la propria sicurezza.

Nonostante questa forte consapevolezza, gli automobilisti europei e italiani non sono certo i più “ligi al dovere” quando si tratta di rispettare il Codice della Strada: otto su dieci tendono a superare il limite di velocità, la metà passa a semaforo arancione (o appena è diventato rosso) e dimentica di usare gli indicatori di direzione per sorpassare o cambiare direzione, il 40% non si ferma allo stop e il 30% si permette di sostare con tranquillità in seconda fila.

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Tra i comportamenti che mettono a rischio la sicurezza su strada, inoltre, sono da riportare anche la disattenzione e la sonnolenza. Benchè gran parte degli automobilisti in Italia riconosca che la mancanza di attenzione è una delle cause principali di incidenti mortali, il 65% ha ammesso di distogliere lo sguardo da ciò che sta davanti alla propria vettura per più di due secondi, mentre il 57% ha dichiarato di telefonare utilizzando un sistema Bluetooth con altoparlante incorporato. Il 42%, poi, conversa con le cuffie nelle orecchie, mentre oltre il 30% imposta il GPS oppure legge e risponde a messaggi ed e-mail.

Rispetto ad altri Paesi europei, fortunatamente, l’Italia si salva meglio quando si parla di sonnolenza al volante: questo fattore, infatti, è in terza posizione come rischio alla guida dopo la velocità e la disattenzione, benchè comunque i numeri parlano di un 11% di automobilisti che hanno avuto un incidente a causa dell’assopimento, un 24% che si è addormentato per pochi secondi e un 13% che è sconfinato sulla corsia di emergenza o sulla banchina. Le cause? In molti calcolano male i tempi dei preparativi prima della partenza, vanno a dormire tardi e si alzano più presto del solito quando si tratta di affrontare un lungo tragitto, partono di notte e non rispettano il giusto equilibrio tra ore di guida e ore di pausa (in particolare in autostrada).

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Un altro argomento affrontato dal Barometro per la guida responsabile è quello dell’inciviltà degli automobilisti: un buon numero di intervistati (più del 10% in Italia) ha ammesso che le quattro ruote influiscono negativamente sul loro comportamento su strada, facendolo diventare più aggressivo, nervoso e impulsivo rispetto a quello della vita quotidiana. La protezione creata dall’abitacolo dà la sensazione di essere “in una bolla”, grazie alla quale fare meno attenzione agli altri e pensare “ognuno per sè stesso”.

In tal senso il 61% degli italiani ha sostenuto che è capitato di insultare un altro guidatore, mentre il 56% ha suonato il clacson in maniera inopportuna. Il 30%, invece, ha sottolineato di essere rimasto attaccato al veicolo del conducente che lo ha irritato, mentre “solo” il 21% ha effettuato un sorpasso a destra in autostrada. Rispetto al 2020, per fortuna, questi dati sono in flessione, come dimostrato dal dato medio di otto italiani su dieci che hanno apprezzato un gesto di cortesia da un altro guidatore (scuse per un errore di guida oppure indicazioni con le mani per lasciar passare l’altra vettura).

L’ultimo tema coperto dalla Fondazione VINCI Autoroutes riguarda la sicurezza degli operatori autostradali: nonostante la riduzione degli spostamenti a causa del lockdown per l’emergenza Coronavirus, sulle vie di comunicazione ad alta velocità gli incidenti nei confronti dei mezzi di intervento e manutenzione sono spesso causati da comportamenti pericolosi degli automobilisti. Il 53% degli italiani, infatti, non rispetta le distanze di sicurezza, mentre il 47% non rallenta affatto quando si riduce la distanza nei confronti di una zona adibita a lavori: risultati sostanzialmente in linea con quelli europei, che si assestano rispettivamente sul 56 e sul 51%.

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