Due giorni in Moto E: Energica ed Enel X per il lato elettrico della MotoGP

Il 2019 ha segnato il debutto di una quarta categoria in MotoGP, quella della Moto E. Il campionato è stato ridotto a quattro eventi  (rispetto ai cinque previsti) in seguito all’incendio sviluppatosi durante i test pre stagione che ha distrutto moto e materiali nel paddock di Jerez. Siamo stati all’appuntamento italiano al GP di San Marino, sul Marco Simoncelli World Circuit di Misano, per conoscere questo campionato e capire come viene visto (davvero) dagli addetti ai lavori. Andiamo con ordine.

Moto E: le regole, la sfida e le moto

I Bomberos (pompieri in spagnolo) in questa particolare tenuta sono una presenza fissa nel paddock della Moto E. Dopo ogni sessione, misurano la temperatura delle batterie per tenerle monitorate. La bombola che portano sulla schiena contiene un particolare agente chimico necessario a neutralizzare eventuali fiamme che, nel caso delle moto elettriche, risultano particolarmente tenaci

La griglia di partenza della Moto E conta 18 piloti, buona parte dei quali veri veterani del motociclismo (Xavier Simeon, Alex de Angelis, Sete Gibernau e altri), tutti in sella a delle Energica EGO Corse. Se nel mondo auto c’è Tesla a trainare il mercato, le moto di un’ecologia lussuosa le produce ormai da qualche anno il brand modenese. L’organizzazione è sempre curata dalla Dorna, ma il fornitore di caricatori ed energia è Enel X, che in questo campionato (come in quello di Formula E d’altronde) gioca un ruolo da protagonista. La qualifica del venerdì stabilisce lo schieramento di partenza delle due gare che seguono, la prima il sabato pomeriggio e la seconda la domenica mattina.

Come si guida?

La EGO Corsa di Hectro Garzo: il modulo delle batterie, come potete vedere, è il grande protagonista sotto le carene…

A detta dei piloti le EGO Corsa possono essere paragonate alle Moto2 (le vecchie 600 da GP) con un peso sensibilmente maggiore -siamo intorno ai 250Kg-, un’accelerazione in uscita di curva ben più consistente ed una velocità massima non così elevata. Non c’è controllo di trazione, non ci sono le marce e per fare il tempo serve staccare molto precisi ed uscire dalle curve con attenzione. La gara di 7 giri appena impone di giocare da subito a carte scoperte: pronti via, all-in, l’unica strategia è quella di andare più forte degli altri. Le gomme, naturalmente Michelin, permettono di spingere e sono ben digerite da buona parte dei piloti. Mentre l’anteriore è davvero simile a quello impiegato dalle MotoGP, il posteriore è stato completamente riprogettato per sopportare peso e accelerazione così diversi rispetto al solito.

Cosa vuol dire vedere una gara di Moto E?

La Moto E non ha molto a che fare, dal vivo, con una gara di MotoGP. Ma non è nemmeno giusto che le due cose vengano costantemente comparate. Le gare di moto elettriche possono essere, magari attraverso una revisione regolamentare, appassionanti a modo loro. Ad esempio permettendo ai piloti strategie diverse basate sulla gestione dell’energia, dei cambi moto o una formula diversa. Perché questo sport è troppo differente rispetto alle gare con moto tradizionali ed un regolamento altrettanto diverso renderebbe giustizia al campionato. Per il resto, vedere la gara dal canopy (il capannino al muretto dei box) è stata un’esperienza incredibile.

La EGO Corse di Matteo Ferrari, vincitore di entrambe le manches a Misano

Le moto partono in un attimo, con un ronzio che evoca i film di fantascienza. Non c’è warm-up (per una questione di autonomia), quindi si parte in un attimo. Il gruppo è compatto, le battaglie gomito a gomito sono impegnative perché i mezzi -essendo pesanti- richiedono di lavorare in anticipo. Guidare una di queste moto deve essere difficile: i punti di frenata sono tutti sballati, bisogna pensare in anticipo e lavorare di polso, perché la moto sarò anche elettrica ma non ha elettronica. Davvero tanti i sorpassi, le cadute e le manovre al limite, anche in sette giri. Non si sentirà il rombo dei motori, ma in fin dei conti non lo si sente molto nemmeno a casa, dalla TV. Il sibilo dell’unita a magneti permanenti ha in ogni caso qualcosa di attraente. Che poi in fin dei conti è la velocità, ovvero l’unica cosa che conta per un pilota.

Il weekend di gara è stato dominato da Mattia Ferrari, pilota del Team Gresini che ha portato a casa una doppietta autoritaria e spettacolare; in rimonta in Gara 1 e per distacco in Gara 2, dimostrando di saper gestire situazioni diverse con la stessa efficacia. Ora ha una dozzina di punti sullo spagnolo Garzo, secondo in entrambe le gare (ed in campionato) grazie a due rimonte spettacolari e consistenti. Il quarto ed ultimo appuntamento, a Valencia, decreterà il primo Campione del Mondo Moto E. Il contratto con Dorna ha poi altri due anni davanti, quindi si correrà (almeno) al 2021.

Il commento dei piloti dopo la gara

Francesco Venturini, CEO di Enel X, consegna il trofeo del primo classificato a Matteo Ferrari dopo la vittoria di Gara 1

Alla fine di gara due abbiamo avuto la possibilità di scambiare due parole con i piloti saliti sul podio, Mattia Casadei (3° posto, Ongetta SIC58 Squadra Corse), Hector Garzo (2° posto, Tech-3 E-Racing) e Matteo Ferrari (1° posto, TRENTINO Gresini MotoE).

In sintesi, tutti i piloti sono veloci da subito e la qualifica assume ancora più importanza. Creare un piccolo gap può aiutarti se non ti trovi nella mischia, ma tutti i piloti sono sempre molto vicini. Per questo bisogna dare il 100% subito, sempre. Da un lato una gara corta rende più competitivi i piloti insegnando loro a dare tutto ad ogni curva. Certo è che una gara lunga aggiungerebbe altri aspetti, soprattutto quelli legati alle strategie.

Se poteste cambiare una regola del Campionato MotoE cosa cambiereste?

Garzo: Penso ai videogame, a Mario Kart, sarebbe bello che quando superi qualcuno puoi avere una ricarica, prendere più velocità. Sarebbe bello insomma, qualcosa in stile Formula E.

Ferrari: Si, la Formula E permetterebbe, come stile, di fare un bel cambio moto. Fare gare più lunghe con una strategia, magari implementando una scelta delle gomme e aggiungendo il traction control sarebbe più divertente, più variabile ecco.

Casadei: La batteria non dura abbastanza, quindi bisogna lasciare tutto così (ride). Speriamo aumentino la durata e i giri, così ci possiamo divertire di più.

Cosa significa per un pilota vincere questo titolo?

Garzo: è molto importante, essere il primo campione della categoria elettrica è importante per la storia, perché sarai sempre ricordato come il migliore. Per questo lottiamo con tutto il nostro potenziale per ottenere questo obiettivo.

Ferrari: è veramente bello essere tra questi piloti, scriveremo la storia della categoria, si ricorderanno tutti del primo anno. Vincere in questa categoria, nei weekend insieme alla MotoGP e in un’atmosfera così incredibile è fantastico, vincere questa gara è veramente bello.

Casadei: Vincere e diventare campione mondiale è bello perché ce n’è solo uno ed è bello esserlo!

In Conclusione

Particolare di un modulo di ricarica Enel X

Enel X, Energica e tutti i partner del campionato credono molto in questo progetto. Gli investimenti sono sostanziosi ed è lecito pensare che in futuro vedremo un ulteriore ampliamento della cosa.

La prossima gara di Moto E si correrà a Valencia e, alla fine, la vedremo volentieri, sperando che sia un italiano a vincere il primo mondiale elettrico.

Il campionato prenderà davvero il volo quando le moto saranno più veloci di qualsiasi altro mezzo a due ruote. A quel punto, anche il più scettico degli appassionati non potrà che commuoversi al sibilo da missile terra-terra in viaggio ad oltre 300Km/h. La velocità, nelle corse, giustifica i mezzi. Anche quelli elettrici.

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