Fausto Maculan

Fausto Maculan ci saluta come fossimo gli amici di sempre, ride, è di un’allegria straripante. Un uomo di mondo, appassionato di belle cose. Automobili, orologi, architettura, vini pregiati. Entriamo in tutta fretta nella cantina un po’ buia, non fosse che la cosa è voluta. Fausto ci spiega che l’architetto ha immaginato l’accensione delle luci come un’alba e così, effettivamente, i Barrique si mostrano lentamente. Gli odori della cantina mettono il sorriso, passeggiamo pensando al fatto che si tratta di un’azienda partita grazie al padre Giovanni negli anni Quaranta. È stato Fausto Maculan però a specializzarsi in vini dolci, cosa estremamente redditizia se -come in questo caso- si ha idea di come farla bene.
“Ero l’unico figlio maschio” spiega Fausto “così mio padre mi mandò alla scuola di enologia, non ebbi scelta.” dice ridendo “Io ero appassionato di fotografia, giornalismo, mi piaceva la vita da reporter. Così studiavo, proponevo i miei articoli ad un giornale qui a Breganze. Loro pubblicavano ed io parlavo di vino, raccontavo storie della nostra terra, della nostra cultura.”

Notiamo delle lunghe sbarre d’acciaio con una porta a codice numerico, oltre alla quale riusciamo ad intravedere una quantità sconfinata di cassette in legno.

Fausto Maculan ha fatto costruire un vero e proprio Caveau che, anche se in francese significa cantina, è una vera e propria enciclopedia del vino. Dalle bottiglie dell’archivio con i primi torcolati Maculan si arriva ai vini che Fausto compra dai colleghi più illustri, sapendo che l’umiltà di riconoscere il buon lavoro altrui porta a migliorare il proprio. Oltre, in questo caso, al bere costantemente bene.

Ci mostra alcune bottiglie dalla collezione con fare serafico, per poi trascinarci ad un’altra zona della cantina.

In questi ultimi anni la mia passione per il Prosecco mi ha portato a produrre il Tre Volti, poi ti porto ad assaggiarlo. Il vin du diable conta sedici milioni di bollicine a bicchiere che, una volta versati, dovrebbero continuare a salire verso l’alto per almeno venti minuti.”

Un vino che ha tutta l’aria di essere stato prodotto per il piacere personale di Fausto stesso, che gli ha dedicato tempo e passione per renderlo vero. Lasciamo la cantina parlando della sua architettura, dell’organizzazione dei locali e quant’altro, e nel frattempo arriviamo alle grandi sale in cui Maculan ospita critici e sommelier durante eventi e degustazioni.

Assaggiamo il Tre Volti, vediamo il suo ufficio. Illuminato da una grossa lampada Fortuny, ha un pavimento in legno ricavato dalle assi delle botti in cui veniva fatto maturare il vino. A dir poco incredibile, quasi come la stanza affianco adibita a poligono di tiro, durante il periodo in cui non viene utilizzata per essiccare gli acini che daranno vita ai suoi fantastici passiti.

Fausto Maculan ha poi tralasciato buona parte della sua passione alle due figlie Angela e Vittoria, che lo aiutano nel migliorare l’azienda passo dopo passo. In tutto questo, trova il tempo per dedicarsi alla beneficenza con un vino chiamato il Santa Lucia, un rosso intenso regalato alla banca degli occhi di Mestre che venduto frutta alla Onlus circa 200.000€ ogni anno.

 

 

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