La Passione per gli Autobus: intervista ai ragazzi di ItalianBuses

In Copertina: Iveco 480.12.21 TurboCity U-GREEN n.126s (anno 1991) di ACTV Venezia: il mitico Iveco 480 (questo chiamato anche “Turbone”) è un altro degli “status Symbol” anni 90.

Il mondo è un luogo interessante almeno finché continuiamo a trovarci persone con idee diverse dalle nostre. Ho conosciuto @ItalianBuses in maniera completamente casuale. Inizialmente è difficile che la cosa non ti strappi un sorriso, d’altronde un appassionato di autobus è come qualcuno che veste solo d’arancione. Non lo fa per comodità o per moda, ne tantomeno per darsi un tono (che tono sarebbe l’arancione?) è invece qualcuno che ha fatto una scelta ben precisa dettata principalmente dalla passione. Così la possibilità di capire questo mondo è diventata un’idea che mi ha accompagnato per settimane, fino a portarmi alla realizzazione di quest’intervista.

Incontro Francesco ed Elia in un sabato piovoso a Venezia, alla Corte dell’Orso. Il locale è abbastanza nascosto alle masse di turisti che affollano la città nei fine settimana ma sufficientemente conosciuto su TripAdvisor da permettere un’ottima selezione di cicchetti e liquori.

Francesco ed Elia si presentano eleganti, uno indossa il soprabito e l’altro sfoggia un Rolex Submariner. Non esattamente i nerd in cameretta che ti aspetteresti. Perché? perché si presume che una forte passione per qualcosa di particolare ti allontani dagli altri interessi sociali, tra cui l’aspetto.

Francesco ha 28 anni, sta per laurearsi in Giurisprudenza; Elia ne ha 26 ed abita nella laguna da sempre, ma da 9 anni lavora al Marco Polo di Venezia per il gestore aeroportuale. Il che, scopriremo più avanti, gli garantisce una trasferta quotidiana da 25 minuti a bordo del Citarone snodato della linea 5.

Ordiniamo tre Spritz Campari e cominciamo a parlare.

Infomotori (IM) – ItalianBuses: come nasce la cosa?

ItalianBuses (IB) –  La pagina Instagram è nata due anni fa, era giugno 2017. Abbiamo cominciato per gioco, doveva essere qualcosa sulla mobilità urbana, prevalentemente veneziana. Volevamo dare una risposta al territorio sul trasporto pubblico. Il riscontro c’è stato, così ci siamo espansi a livello nazionale prima ed internazionale poi.

Ad oggi riceviamo circa 10/15 foto al giorno, sia da Instagram che attraverso la mail. Abbiamo un grande follower dal Brasile, diversi appassionati ci seguono dalla Germania, dal Canada, dagli Stati Uniti… ora conoscono meglio la realtà italiana.

Abbiamo raggiunto circa 4.750 followers (più di 5.300 al momento della pubblicazione, ndr.) e siamo la quarta pagina di trasporto in Italia, considerando anche realtà molto grandi come COTRAL, ATAC E ATM Milano che, comunque, sono aziende…

 

Mercedes-Benz C2G Citaro n.403 (anno 2019) di ACTV Venezia: mezzo rivestito con speciale livrea Aerobus per il servizio della linea 5 (linea dedicata) che collega Venezia con l’Aeroporto Marco Polo

IMDando un’occhiata alla pagina si notano subito due cose: la passione con cui comunicate ed il livello di competenza piuttosto profondo che avete sull’argomento. Voi conoscete tutto di questi mezzi, come fate?

IB – Abbiamo una passione viscerale che ci portiamo dietro fin da piccoli. Libri ed altro ci hanno aiutato. Ora logicamente è tutto diverso, le informazioni le puoi trovare su internet, oppure chiedere a noi.

Ad ogni modo le prime info le andavamo a cercare sulle brochure delle aziende, tra i comunicati stampa, alla presentazione di mezzi. Magari tra aziende e officine trovi qualcuno che ha voglia di parlartene, così cominci ad imparare. Adesso c’è BusBus.net, un portale dove tutti gli appassionati di autobus mettono foto, caratteristiche dei mezzi e via dicendo.

IM – “LA” domanda la spariamo subito (salvo scoprire poi che la risposta è altrove…) perché la passione per gli autobus?

IB – Lo sappiamo, fa ridere: è strana, diversa. Il nonno paterno (di Francesco) era appassionato di motori. Forse era il colore a dare slancio, a catturare l’attenzione.

IM – Lo usavate per andare al mare ed è diventata un associazione di idee?

Mah, veramente no, facevamo di tutto pur di muoverci con un autobus. La gente di solito lo ripudia, viene visto come un fastidio, per noi ovviamente era tutto diverso. Allungavamo il viaggio e lo facciamo tutt’ora.

Potendo scegliere tra la macchina e l’autobus scelgliamo sempre quest’ultimo. Quando ne parli in giro la gente rimane un po’ spiazzata. Ieri siamo andati all’ACTV (azienda di trasporti del veneziano, ndr.) dove ci hanno ricevuto, così abbiamo parlato con il responsabile media dell’azienda ed il suo superiore. Anche loro hanno chiesto come nasce questa cosa, ma non c’è una vera spiegazione.

Menarini Monocar 201/2 LS n.462 (anno 1989) di ATVO San Donà di Piave: è uno dei più mezzi più belli che il tpl italiano possa aver mai visto. Questo mezzo poi è il simbolo dell’infanzia di Francesco.


IM – Qual è l’autobus che vorreste in salotto?

Francesco: Beh, in salotto magari sarà difficile, ma nel mio garage un giorno ci sarà un autobus.

Elia: per me è il Mercedes Citaro. Ha una buona cilindrata, ci sono modelli urbani ed extraurbani. Vorrei il primo dei due in casa. Quelli che puoi vedere anche qui. Hanno l’additivo BlueTech, quindi consumano poco, e anche all’interno sono molto confortevoli perché spesso si tende a guardare solo l’estetica quando in realtà anche l’allestimento è importante.

Francesco: Io vado sul vintage 80 e 90, il mio preferito è il Menarini, della casa bolognese. Bello squadrato.

IM – Quello arancione con le porte a fisarmonica?

IB – Si, le porta a libro! Poi esistono anche autobus con porte rototraslanti e ad espulsione.

IM – Vi elenco tre tipi di donna. Mi dovete abbinare un tipo di autobus per ogni tipo di donna

-La prima è una ragazza bruttina ma simpatica, con cui passi volentieri una serata insieme, non troppo spinta.

F&E: Menarini Bus Citimood con motore Iveco. Va avanti, ma potrebbe andare meglio. Però è sempre una certezza.

– La seconda è la “pornostar”: ci passeresti volentieri del tempo ma non la sposeresti mai, perché troppo esagerata.

F&E: Beh, sicuramente il Citaro Mercedes. Perfetto, ma forse senza un’anima profonda come i mezzi di una volta.

La terza è la donna della tua vita: che autobus “sposereste”?

F: Menarini.
E: Citaro.

Mercedes Citaro

Il “Citarone” raccontato da Elia nel Feed Instagram di ItalianBuses.

IM – Come è fatto, solitamente, il motore di un autobus?

IB – I mezzi di una volta avevano cilindrate molto grosse e prevalentemente si trattava di motori FIAT. Nello specifico, la serie “8.000” fu particolarmente fortunata: di varianti della serie 8.000, che andò ad equipaggiare i primi Fiat 418 all’inizio degli anni Settanta (Fiat 8200) fino ad arrivare all’inizio del nuovo millennio con il Fiat 8360.46B montato all’interno dell’Iveco 491 CityClass.

Dal 2001 tuttavia, si abbandonò quella sequela per passare al più moderno Iveco Cursor, propulsore tutt’ora presente negli Iveco Bus Urbanway e nei Menarinibus Citymood. Da questi vanno esclusi i Man e i Mercedes-Benz, che hanno i loro motori loro dedicati; aggiungiamo, inoltre, che dal 1995 al 1998 la BredaMenariniBus utilizzò motori Man per i propri modelli (BMB M230, BMB M221 e BMB M321).

IM – Quanti chilometri può fare un autobus in media?

IB – Con la giusta manutenzione può arrivare anche a 4 o 5 milioni. Considera però che un’azienda dismette un mezzo quando raggiunge circa 800/900 mila Km. In alcuni comuni però, anche piuttosto grandi, non c’è manutenzione, quando la fanno è scadente e spesso montano i ricambi sbagliati.

IM – Qual è il dettaglio che tutti ignoriamo salendo sull’autobus?

IB – Le porte ad aria! Il tipico fischio delle porte ad aria, il classico e distintivo rumore dell’autobus. Quando vengono messi in moto, soprattutto i vecchi modelli, hanno bisogno di caricare l’aria. A quel punto il mezzo si mette in moto e si aprono le porte. Se l’aria non è nei compressori la devi innescare manualmente.

Riconoscete il rumore di un autobus dallo sbuffo?

IB – Certo, abbiamo l’orecchio assoluto per quelli un po’ più vecchi.

IM – Come volete far crescere la pagina, che progetti avete per la cosa?

IB – Ci piacerebbe aprire un sito. Sicuramente con un database fotografico, ACTV ci ha dato la disponibilità del loro archivio storico. Se le cose dovessero andare per il meglio ci piacerebbe poi integrare il sito con un servizio utile, quindi con orari, percorrenza, frequenza, fermate e quant’altro. Nel gennaio 2018, quindi dopo pochi mesi dalla nascita della pagina, un nostro caro amico e studente dell’Istituto Europeo di Design di Venezia, Riccardo Manzato, ha creato il logo, il quale poi sarebbe diventato la vera icona della pagina stessa. Gli dobbiamo molto perché in fin dei conti se Italianbuses è diventata “famosa” in giro per il mondo buona parte del merito è anche suo. Riccardo, grazie al suo estro e alla sua fantasia, è stato in grado di dare un volto ed un’identità a ItalianBuses.

IM – Francesco, so che tu hai anche elaborato una “linea” del bus… che mi dici?

IB – Ho fatto un progetto (che non è ancora partito) ma non sono riuscito ancora a parlare con il presidente di ATVO, che è l’azienda che opera in tutto il Veneto orientale. Ho progettato due linee urbane per la città di San Donà di Piave che ne è sempre stata sprovvista. Sono pensati per servire il centro che, attualmente, è troppo scollegato con altre zone perché ATVO lavora soprattutto nell’extraurbano. La più grande difficoltà sta nel calibrare la frequenza tra una e l’altra cosa.

Bredamenarinibus M321S n.907 ( anno 1998) di ACTV Venezia: da quasi tutti gli appassionati di tpl il BMB M321 (chiamato talvolta anche “Bredone” o il “RE”) è considerato un’emblema dell’italianbuses per eccellenza.

IM – Avete mai guidato un autobus?

IB – Si! Censuriamo? Faremo assolutamente la patente D, vedremo poi anche la E. Con la D stai fino ai 12 metri, oltre è la E. Poi ti serve il CQC per il trasporto persone e merci.

IM – Dovendo fare una modifica all’autobus perfetto di oggi cosa andreste a ritoccare?

IB – La propulsione. La faremmo elettrico, che è comunque una realtà in arrivo. In Europa sono in molti ad utilizzarlo: Germania, paesi scandinavi, Francia… da noi stanno arrivando ora, considera che qui girano anche mezzi con omologazione Euro 0 risalenti agli anni Novanta.

IM – Snodato o singolo?

IB – Snodato

IM – Colore preferito?

F. –  Arancione
E. – Livrea aziendale

IM – Quanti posti deve avere un Bus per essere perfetto?

IB – 40/50 posti.

IM – Dove vuoi sederti sull’autobus?

IB – Dipende: davanti per la vista se il bus è nuovo, dietro per sentire il motore se è vecchio. L’AIFO Serie 8000 per esempio, in giro da tanti anni, ha un suono inconfondibile. Sui mezzi moderni invece senti più la propulsione: l’elettrico produce una sorta di fischio, il metano un ululato e il Diesel ti fa sentire il funzionamento della turbina.

IM – Fanno gare di autobus? una volta ho scritto un articolo sui trattori truccati.

IB – No, autobus purtroppo no. Però ci sono sono le feste sugli autobus per eventi, matrimoni, e tanti altri, pensate soprattutto al Double Decker londinese nati attorno agli anni Cinquanta.

IM – Se l’italiano ha il Menarini e l’inglese ha il Double Decker, altra roba iconica per paese?

Il tedesco ha il Mercedes, in America hanno i Flyer, gli autobus lunghissimi che vedi negli USA e in Canada. In Brasile hanno i commerciali europei carrozzati localmente. A Singapore ne hanno commercializzato uno IVECO (480) a due piani.

IM – A tre piani ne hanno mai fatto uno?

IB – No, solo il metronotte di Harry Potter ha tre piani.

ItalianBuses autobus per passione

Il Feed di Italianbuses.


IM – Chi vi contatta?

IB – Anche qualcuno per fare pubblicità. In due anni quasi 5K sono veramente molti, tante persone adesso stanno chiedendoci un aiuto. E tante aziende ci chiedono di mettere le foto dei loro mezzi online.

Noi non vendiamo nulla, per noi è solo passione.

IM – Come seduci una donna?

IB – Il primo appuntamento con la mia fidanzata di fatto è cominciato in autobus. E mi ricordo anche che modello era. Però vedo più una cosa romantica su di un tram a Milano, o sull’Opicina di Trieste. Comunque ci sono bus convertiti a discoteca, bar, locali insomma. A Roma ce ne sono un paio in giro: entri, fai festa ed esci che sei in un’altra parte della città.

IM – Una scena divertente legata a un autobus?

IB – Le vecchie che per salire con la spesa sugli autobus vecchi lanciavano letteralmente spesa, bastone e poi arrampicavano per guadagnare la seduta. Questo perché il bus era, una volta, alto. Oppure la classica scena di chi è seduto in fondo e non riesce ad uscire, così comincia ad urlare.

E tutta l’epica all’Ajeje Brazov, aggiungiamo. Oggi Francesco sta per laurearsi in legge per poi fare l’autista di autobus (se le graduatorie lo permettono) ed io non riesco più a passeggiare per la città senza chiedermi se a darmi la precedenza è un Menarini o il Citaro e, ovviamente, se l’autista del mezzo in questione lo sta portando con una punta d’orgoglio come farebbero i ragazzi di ItalianBuses.

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