Le 10 auto da rally italiane più belle di sempre

Inizialmente si chiamava Campionato internazionale costruttori per vetture da rally, ed era il 1970. In seguito nel 1973 divenne "Campionato del mondo rally". Si tratta di una serie di gare a tappe in diversi Paesi del mondo. Si corre su asfalto, ghiaia, sterrato, neve e ghiaccio a seconda del luogo e delle condizioni atmosferiche, e chi ottiene più punti vince. Fin dalle origini sono state molte le Case automobilistiche che hanno partecipato al Campionato del mondo rally, tra le quali marchi storici italiani. 

La sua massima espressione nel mondo rally fu con la Rallye 1.6 HF del 1969, detta anche "Fanalone". 1584 cm³, 160cv la versione da corsa, 850kg, cambio a 5 marce, assetto da corsa, sterzo diretto e cerchi in lega con pneumatici maggiorati. Vinse il Campionato del Mondo del 1972.

Presentata al Salone dell'automobile di Torino, nell'ottobre 1971, ebbe subito un grande successo. Venne utilizzata in un gran numero di competizioni sportive, tanto che venne istituito una competizione specifica, il Campionato Autobianchi A 112 Abarth 70 HP. La prima serie aveva un peso di 690 kg, un motore di 982 cm³ e una potenza di 58 CV.

Presentata nel novembre 1972, al Salone di Torino, vennero costruiti entro la fine dell'anno i 500 esemplari occorrenti all'omologazione nel Gruppo 4 - Gran Turismo Speciale. Dal 1970 al 1975, per sei stagioni è stata la vettura di punta di casa Fiat, chiudendo secondo posto della classifica costruttori per quattro stagioni consecutive, dal 1972 al 1975. Il motore era 1.756 cc e sprigionava 128 CV.

Prodotta dal 1973 al 1975, su disegno di Marcello Gandini per Bertone, montava motore e trasmissione della Ferrari Dino 246, uniti ad un telaio monoscocca centrale in acciaio. Nel 1974, 1975 e 1976 diventò Campione del Mondo Rally. Con un motore di 2.418 cm³ e 190 CV di potenza, poteva arrivare (in base alla versione) fino a 230 km/h.

Dopo una lunga carriera nel Campionato mondiale rally, la 131 Abarth ha conquistato tre mondiali costruttori, una Coppa FIA Piloti ed un mondiale piloti, tutti tra il 1976 e il 1982. Dotata di propulsore di 1.995 cm³, aveva una potenza di 140 CV, con cambio a 5 marce con innesti frontali e differenziale autobloccante. Il peso era di 980 kg e la velocità di punta 190 km/h.

Nel 1982 Michelotto Automobili preparò diversi esemplari della 308 GTB per gareggiare nelle competizioni rallistiche. La vittoria più importante arrivò al Tour de France Auto. La 308 GTB era dotata di motore 2.926 cm³ con una potenza di 255 CV per 1.090 kg di peso. La velocità era di 252 km/h.

Partecipò sia alle gare Rally, sia alle gare del Campionato Mondiale Sport Prototipi, ma ottenne i suoi migliori risultati nel Campionato Europeo Turismo. L'Alfetta GT 1.8 del 1974 aveva un motore di 1.779 cm³ e 122 CV di potenza per 1.060 kg. Era in grado di raggiungere i 179 km/h.

Prodotta dalla Lancia negli anni ottanta per partecipare al Campionato Mondiale Rally. Il progetto vedeva una collaborazione tra Lancia, Pininfarina, Dallara e Abarth. La cilindrata era di 1995 cm³, con l'evoluzione 2 del 1984 divennero 2111 cm³. L'ultima versione, quella del 1985 erogava 350 CV di potenza con un peso di 960 kg.

Il debutto mondiale della Delta S4 fu al rally RAC del 1985 con grande successo. Ottenne i primi due posti con le coppie Toivonen-Wilson e Alen-Kivimaki. Dotata di un 4 cilindri in linea con una cilindrata di 1759 cm³, sprigionava al debutto nel 1985 480 CV, mentre l'ultima evoluzione nel campionato mondiale 1986 poteva sviluppare anche 650 CV.

Presentata al Salone del 1987 dell'automobile di Francoforte come evoluzione della Delta HF 4WD.  La potenza del motore 1995 cm³ turbocompresso e dotato di intercooler passò da 165 CV a 185 CV con l'utilizzo di una turbina Garrett T3 e una nuova gestione elettronica.