Mazda RX-8 PZ – Test Drive

Mazda RX-8 PZ – Test Drive. Fin dal suo debutto, Mazda RX-8 ha fatto capire di non essere una coupè qualunque. A partire dal suo propulsore Wankel a pistoni rotanti, denominato Renesis, unico nel mercato automobilistico. Anche il design non prende lezioni da nessuno: le portiere posteriori che si aprono controvento, senza montante centrale, e le forme muscolose la delineano come una delle sport car più ambite dagli appassionati. Quella che vi proponiamo oggi è una versione speciale, curata da Mazda e dalla factory inglese Prodrive, famosa per vetture come Subaru Impreza P1 o Ferrari 550 M.
La scelta fatta dalla casa nipponica ha tutto il nostro appoggio, vista l’esperienza e le capacità tecnologiche di Prodrive. Visto oltretutto che l’obiettivo è creare una sportiva ancor più appagante sulla base già ottima della RX-8, rivolgersi al preparatore inglese diventa quasi un obbligo.
Firme illustri
Per dare un’idea del livello di questa edizione speciale, la cui denominazione completa è Mazda RX-8 PZ, citiamo alcuni nomi “coinvolti” negli interventi sulla coupè giapponese. A partire dalla veneta OZ Racing, che ha fornito gli esclusivi cerchi in lega da 18 pollici, a dieci razze con finitura argento scuro e coprimozzo centrale in carbonio. Alle sospensioni pensano invece Bilstein ed Eibach, i cui componenti sono stati sviluppati e miscelati con sapienza dalla Prodrive attraverso dei test dinamici sul circuito-test di Warwick.
La rigidità delle sospensioni è aumentata del 60%, con ovvie modifiche alla taratura ed alle geometrie per ottenere il massimo in termini di maneggevolezza e precisione di guida. Un intervento che può sembrare semplice, mentre invece i più esperti ne riconosceranno l’efficacia: basti pensare a cosa combina una scelta errata degli assetti durante una competizione agonistica!
Canta meglio
Non finisce qui. Le modifiche comprendono anche nuove finiture estetiche, primo fra tutte lo spoiler posteriore studiato in galleria del vento per aumentare la deportanza (e quindi l’aderenza) del posteriore. Il nuovo terminale di scarico sdoppiato nasce invece per ottimizzare il sound del Wankel sia dentro che fuori l’abitacolo, un’emozione unica generata dalla particolare costruzione del propulsore a pistoni rotanti.
La potenza non subisce, stranamente, variazioni di rilievo. 231 cavalli non sono comunque pochi, specie se abbinati a 211 Nm a 5.500 giri e ad un allungo che sembra non finire mai.

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