Mini John Cooper Works prova su strada, prestazioni e prezzi

Con un record di vendita di 3 milioni di Mini in 14 anni, delle quali ben 264 mila in Italia, e con un primato eccezionale come primo mercato al mondo per il modello Countryman, la Mini ha lanciato sul mercato il top di gamma sportivo nel segmento delle vetture compatte: la John Cooper Works. E Infomotori è andata a provarla sulle splendide strade del Chianti, in provincia di Siena, perfettamente adatte per assaporare al meglio tutta l’adrenalina che riesce a far sprizzare dai suoi 231 cavalli. Un concentrato di energia che il pilota (per questa vettura bisogna esserlo) scarica a terra in una simbiosi affettiva e prestazionale che la rende unica nel suo genere. Calandosi nell’abitacolo, su un sedile sportivo davvero ergonomico, si ha la sensazione di partire per una competizione, con il bellissimo rombo che emette il propulsore più potente finora mai montato in un modello di serie del marchio premium britannico. Un quattro cilindri a benzina da 2.000 cc sviluppato attingendo al profondo know-how del motorsport, sulla base dell’ultima generazione di motori Euro 6 dotati di tecnologia Mini TwinPower Turbo, con erogazione di potenza orientata alla performance e sonorità emozionante grazie a pistoni, turbocompressore e impianto di scarico costruiti appositamente. Il consumo di carburante nel ciclo di prova combinato Ue è di 6,7 l/100 km, con emissioni di CO2  di 155 g/km.

Gli automobilisti italiani hanno una vera e propria propensione per la Mini, una Marca sempre piaciuta e che continua ad avere estimatori, tanto che i volumi di vendita della Casa britannica sono saliti del 9,4% e, da inizio gennaio a fine marzo 2015 ne sono state acquistate ben 1.300 unità. Concentrandoci sulla John Cooper Works i numeri parlano chiaro: ne sono state vendute 43 mila dal 2008, delle quali ben 1.250 in Italia. Perché questo modello è un prodotto all’avanguardia da quando, nel lontano 1961 avvenne la fusione di Cooper e Mini, vincitrice 3 volte del prestigioso Rally di Montecarlo.

La JCW è sicuramente la Mini più potente di sempre, combinando l’autentico race-feeling con le caratteristiche premium e la sostanza di prodotto dell’ultima generazione. Risultato: un concetto automobilistico inconfondibile, fondato sul legame tradizionale tra Mini e John Cooper Works, che mette in risalto caratteristiche prestazionali eccezionali, per il segmento di appartenenza. Grazie alla tecnologia del propulsore, alla tecnica delle sospensioni e all’aerodinamica derivate direttamente dal mondo delle corse, si arriva a un estremo divertimento di guida con tanto di appeal esclusivo, con in più stilemi di design decisamente piacevoli e unici sia all’esterno sia negli interni.
I dati parlano chiaro: aumento della potenza motore del 10% rispetto al modello precedente; coppia massima potenziata del 23% a 320 Nm; cambio manuale a 6 rapporti di serie, Steptronic sportivo a 6 marce come optional; accelerazione da 0 a 100 km/h in 6,3” con cambio manuale e in 6,1 con quello automatico e infine un miglioramento del valore di elasticità del 10% (da 80 a 120 km/h in 5,6”). Ma non basta, la JCW ha le sospensioni tarate con la massima precisione alla potenza e alle caratteristiche prestazionali del motore; un impianto frenante sportivo Brembo sviluppato ex novo; esclusivi cerchi in lega da 17” Race Spoke; servosterzo elettromeccanico con Servotronic e tutti i controlli necessari per un’ottimale sicurezza attiva e passiva.

Trazione anteriore, baricentro basso, sbalzi corti, carreggiata larga e architettura rigida della scocca permettono di godere il cosiddetto race-feeling. L’abbiamo sperimentato di persona in quasi 200 km di test drive dal centro di Firenze verso le colline chiantigiane e ritorno, rendendoci conto di quanto possa essere appagante una vettura del genere in tutte le occasioni che si sono presentate: nel traffico urbano, con lo start&stop costantemente in azione, nell’extraurbano in pianura e lungo la 4 corsie da Impruneta a San Donato: accelerazioni brucianti in automatico – appena la strada lo permetteva – con un sound da competizione che appagava al massimo, e infine in autostrada. Sulle strade collinari poi, spingendo un po’, si ha il massimo della resa della vettura, con la guida a palette sul volante, al punto da immedesimarsi in una competizione rallistica. Notevole anche il comportamento sul lungo sterrato, da Volpaia a Panzano: con il brecciolino l’acceleratore va dosato, ma le soddisfazioni non mancano.

A disposizione tre tipi di guida: la Green, risparmiosa, la Mid (tipica Mini) e la Sport, quasi da competizione. Una differenza tra le tre opzioni veramente importante, che si avverte molto bene cambiando le posizioni della levetta al volo durante la marcia. Appunti da fare? Un po’ troppo sottosterzo, che si patisce nelle curve strette e tirate, probabilmente ovviabile almeno in parte con un tipo di pneumatici maggiormente performanti, e un volante che sotto pressione diventa alquanto impegnativo. Marciando tranquilli però, queste cose neppure si notano.

I prezzi della Mini John Cooper Works partono da 31.000 euro.

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