PSA, Volvo, FCA bene con emissioni, mentre Hyundai, Daimler e JLR in forte ritardo…

Da mesi si parla delle multe miliardarie che rischiano le case automobilistiche che non raggiungeranno i severi limiti imposti dal Parlamento Europeo tesi a ridurre la mortalità a causa dell’inquinamento atmosferico che non è ovviamente causato dalle sole automobili (riscaldamento domestico, trasporti industriali, industrie e gli stessi allevamenti ne sono compartecipi) che provocano la morte di oltre 60.000 persone nel nostro solo Paese a cui si aggiunge lo sconvolgimento climatico che sta desertificando la Terra ed i ghiacciai dalle nostre montagne…
L’industria automobilistica ha fatto progressi da gigante se pensiamo a cosa usciva dai tubi di scarico di una Euro 0 (che purtroppo però continuano a circolare in milioni di esemplari) rispetto alle emissioni di una moderna Euro 6 di ultima omologazione che però non sarà mai pulita come un’elettrica pura con cui potete stare nel vostro box chiuso ed i finestrini aperti senza alcun pericolo!
Premettiamo che le crociate contro sono sterili e se proprio la classe politica ed il Parlamento Europeo volesse fare “azioni pesanti” sarebbe bene si occupasse di ciminiere e caldaie… dando gli incentivi e le condizioni per trasformarsi in una perfetta economia circolare ed ecologica. Gli Ecobonus 110 vanno certamente in questa direzione favorendo la sostituzione delle caldaie e la posa di impianti fotovoltaici per sfruttare l’energia solare. Tornando alle emissioni ed alle multe in agguato ci ha stupito la tabella pubblicata dal Transport & Environment  coi bravi ed i meno virtuosi. Il podio infatti sorprende se non si conoscono i crediti compensati che i produttori virtuosi possono cedere a quelli meno “green”.
Al comando troviamo i francesi del Gruppo PSA (Peugeot, Citroen, DS ed Opel) che sono ben sopra il target avendo già una gamma termica a basso impatto ambientale a cui hanno aggiunto una piattaforma modulare elettrica che già oggi vanta numerose proposte nel segmento B a partire dalle best sellers Peugeot 208 e Opel Corsa seguite dalle varianti crossover 2008 e Mokka, sempre pure elettriche con le alto di gamma proposte invece nella variante ibrida plug-in con la spina. Da lodare PSA anche sul versante dei commerciali leggeri con una gamma già notevolmente elettrificata. PSA prima quindi non per caso ma per una politica partita ben in tempo ed eseguita fulmineamente se pensiamo che i loro connazionali del Groupe Renault  pur essendo sul mercato elettrico hanno sprecato il loro vantaggio piazzandosi solo quinti pur avendo la Zoe che è l’auto elettrica più venduta d’Europa! L’arrivo di Luca De Meo come CEO ha dato la scossa ed infatti sono in arrivo sia la Twingo Elettrica sia la prima Dacia BEV (la Spring) ad un prezzo che si annuncia super competitivo.
Dietro alla PSA troviamo la Volvo che nonostante abbia una gamma importante e premium già nel primo semestre 2020 ha centrato il suo obiettivo e con lo sviluppo della gamma Polestar (sempre del gruppo cino-svedese) unicamente elettrica sta rispondendo molto alla politica ambientale che ha ormai abbinato alla sicurezza, suo cavallo di battaglia da lustri. Fra Mild, Hybrid, Plug In e BEV Volvo schiera infatti ormai più elettrificate che termiche tradizionali.
Chiude il podio la sorprendente FCA che in pool con la statunitense Tesla del vulcanico Elon Musk rispetta già nel primo semestre i parametri di CO2 grazie ad una gamma europea con basse emissioni e coi 2 miliardi circa pagati a Tesla per i crediti verdi è riuscita a centrare l’obiettivo, finanziando praticamente la Gigafactory Tesla che sta per ultimare in Germania, alle porte di Berlino; dove produrrà dal 2021 la crossover Tesla Model Y destinata a divenire la best seller continentale ed ottenendo quindi altri crediti verdi da rivendere ai costruttori tradizionali.
Dentro i parametri severi del Parlamento Europeo si piazza anche il Gruppo BMW aiutata dalla MINI, ora disponibile full electric, e l’ampia offerta di Mild e Plug In proposta dalla BMW che invece sulle BEV è incredibilmente in ritardo pur avendo a listino da anni la innovativa i3.  Dal 2021 sono attese la crossover  X3 elettrica e la i4 che daranno finalmente ad una gamma elettrificata autorevole. Transport & Environment ci segnala invece che “Renault, Nissan, il Pool Toyota-Mazda e Ford mostrano ancora un piccolo divario per chiudere il gap con soli 2 grammi di CO2/km.
Di Renault abbiamo già detto e merita ricordare che solo per merito della Renault Zoe eliminerà ben 15 grammi di CO2/km dimostrando quanto siano importanti le BEV per abbattere la media emissioni. Nissan nonostante la Leaf è ancora incredibilmente sotto la sufficienza anche se l’arrivo del nuovo crossover puro elettrico rialzerà le sorti specialmente nel 2021 affidandosi per il secondo semestre alla ibridizzazione della gamma tradizionale. Toyota-Lexus in pool con la connazionale Mazda da leader ibrida da oltre 20 anni comprende oggi che neppure la migliore tecnologia ibrida le consente di essere leader nella media emissioni. Mazda con l’arrivo della sua MX30 full electric dimostra maggior tempismo ed insieme sicuramente passeranno il turno.
Stesso discorso per Ford che – causa Covid19 che ha bloccato tutte le case per un buon semestre – paga lo scotto del ritardo di importanti modelli mild hybrid e plug in che finalmente ora sono in Concessionaria e sicuramente con l’arrivo anche della prima elettrica Mustang Mach-E il prossimo anno si troverà ben più in alto in classifica. Poco più in basso con un ritardo di 3 grammi di CO2/km  (per ogni grammo di difetto si paga una piccola penale che però è moltiplicata per tutte le vendite annuali in Europa trasformando poche decine di euro anche in centinaia di milioni di euro se non miliardi (pensate solo ai miliardi pagati da FCA a Tesla per evitare di pagare dazio) troviamo la coreana KIA che con l’arrivo delle elettriche Soul ed e-Niro ritornerà probabilmente  a galla aiutata dalle plug-in e dalle mild hybrid
Transport & Environment prosegue la sua attenta analisi supportata dal grafico che vi proponiamo ed è molto più esplicativo di tutte queste parole scritte: sono più lontani dagli standard il Gruppo Volkswagen (5g), Hyundai (7g), Daimler (9g) e Jaguar Land Rover (13g).
Volkswagen Group paga sicuramente lo scotto del ritardo della ID.3 che però fin dal suo lancio sta immatricolando migliaia di unità abbassando considerevolmente il gap. La stessa Audi con la famiglia e-tron che si sta allargando e le sempre più numerose mild, ed hybrid plug in sta arrivando in territorio positivo. Seat e Skoda con le loro piccole elettrico al pari della stessa VW Up e pure la Golf 8 Mild Hybrid sono scese in campo. Certo Lamborghini, Bentley e Bugatti non aiutano ma i loro numeri europei sono esigui e Volkswagen schiera ora anche i suoi commerciali elettrici facendo quindi prevedere che il Gruppo in volata riuscirà a raggiungere il target.
Ben più deludente Hyundai che sull’elettrico sembrava la promessa più interessante e forse l’unica ad essere in grado di impensierire la stessa Tesla che la stessa Hyundai aveva sfidato Tesla… Il meno 7g risulta impietoso e pur potendo disporre di una eccellente Kona elettrica recuperare 7g in sei mesi non sarà facile anche perché la concorrenza è sempre più forte.
Daimler, ossia Smart e Mercedes-Benz sfiora un ritardo di 10 grammi che rischiano di essere una tremenda mazzata se non faranno un vero miracolo. Transport & Environment dichiara che “colmerà gran parte del suo gap con i suoi ibridi plug-in fra cui Classe E, Classe C, Classe A più la potente gamma SUV a partire da GLC ma il problema maggiore per Mercedes-Benz è riuscire a consegnare le vetture ordinate poiché dopo il Covid-19 le mancano componenti basilari per le sue plug in. La stessa EQC non ha raggiunto i livelli della rivale Audi e-tron e per il 2021 è attesa la rivincita ma per il 2020 la soluzione sarà forse quella di mettersi in pool con qualche brand green come ha fatto FCA.
Jaguar Land Rover è la tempesta perfetta! Brexit più Covid19 avrebbero messo ko chiunque. E la stessa JLR ha fatto miracoli per restare a galla nel primo semestre. I meno 13 grammi potranno in parte essere recuperati dalle nuove plug in del Gruppo indo britannico e, a maggior ragione, unirsi in pool per JLR appare fondamentale per ridurre l’impatto sanzionatorio in un anno davvero difficile per il Regno Unito e l’industria automotive in generale.
Non ci resta quindi che attendere se nel secondo semestre le marche automobilistiche saranno più virtuose e soprattutto se la Pandemia sarà più benevola con tutti noi poichè raggiungere target impegnativi quelli dettati dal Parlamento europeo non è cosa facile in un mercato in crescita e confidiamo quindi che le emergenze sanitarie stiano lontane da noi!

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