Ricerca UNRAE: un italiano su due vorrebbe acquistare un’auto elettrica

“Vorrei, ma non posso – o forse no!” Sembra questo il risultato di una ricerca condotta dal Censis e commissionata dall’UNRAE – l’unione dei rappresentanti composta dai costrutti di auto estere. Il risultato del sondaggio è stato tema di dibattito all’ “Automotive Dealer Day” che si è tenuto in questi giorni in quel di Verona. Il risultato che ne emerge vede l’auto elettrica seriamente presa in considerazione dagli automobilisti italiani.

Alla domanda hanno risposto quasi 1.400 intervistati italiani nella fascia di età che va dai 25 ai 65 anni che si son detti “desiderosi” di possedere un’auto elettrica nel 50% dei casi. Ancor meglio raccoglie il gradimento dell’ibrido -con il 61% degli orientamenti – mentre il 43% è ancora orientato sulle vetture a doppia alimentazione benzina e GPL.

Una “rivoluzione culturale” in atto? A quanto pare sì – e non lo dicono solo le ricerche, ma anche i numeri. Da questi emerge che solo nei primi quattro mesi di questo 2018 – i tre tipi di alimentazione alternativa – hanno portato a casa una fetta di mercato del 10% del totale.

Crolla invece il gradimento del gasolio – complice anche la recente guerra che molti sindaci d’Europa gli hanno dichiarato – che si attesta ad un “semplice” 54,8% di tutte le nuove immatricolazioni.

Ma perché gli italiani stanno divorziando dai carburanti tradizionali? A svelarlo ci pensa sempre la nostra ricerca. Per oltre la metà degli intervistati, l’acquisto di un’automobile nuova deve transitare dal rispetto ambientale (55%) – mentre per il 47%, passare ad un’alimentazione alternativa, si traduce in tangibili vantaggi economici.

C’è poi un 44% che è letteralmente “rapito” dall’idea di mettersi al volante di un’auto futuristica – e un 32% attratto dall’ipotesi di poter accedere senza troppi grattacapi alle aree dei centri storici cittadini – a traffico limitato. Il futuro sembra quindi parlare la lingua dell’elettrico, ma gli italiani sono ancora psicologicamente frenati da più di un aspetto.

L’assenza di una capillare presenza di colonnine di ricarica è tra i primi freni – come, non da poco – gli elevati prezzi di listino delle vetture con “una spina al posto del serbatoio”. Ma a nostro giudizio serve solo tempo. Le case automobilistiche da sempre sono abituate ad inseguire i gusti e le tendenze della clientela e maggiore sarà l’interesse verso questo tipo di mezzi,
con conseguente crescita della domanda – e più velocemente vedremo i prezzi scremarsi sempre più. Pazientiamo.

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