Scoperta fabbrica di Ferrari e Lamborghini Replica, due arresti

Se pensate sia da biasimare chi spende migliaia di euro in un orologio falso è perché, probabilmente, non avete ancora fatto i conti con chi investe circa 50.000€ per una supercar contraffatta. Cifre con cui, oltretutto, è possibile trovare vetture di grande pregio tecnico, storico o entrambe. La notizia arriva da Rio de Janeiro, in Brasile, dove padre e figlio mettevano in strada repliche a basso costo delle più amate supercar italiane.

Dal garage sono state confiscate otto vetture, la maggior parte delle quali ancora da assemblare con la meccanica di auto logicamente ben diverse. I due sono stati arrestati con l’accusa di crimini contro la proprietà industriale dalla polizia brasiliana e rischiano diversi anni di reclusione. A rendere noti i traffici dei falsari alla polizia è stata una società controllata dai due costruttori italiani che si occupa, nel mondo, proprio di questo: individuare eventuali copie delle proprie auto e farle portare al più presto allo sfasciacarrozze.

Ma perché mai due marchi come Ferrari e Lamborghini dovrebbero prendersi l’onere di perseguire chi crea copie mal riuscite delle proprie vetture per poi venderle ad un decimo del prezzo? È un’azione comprensibile per i costruttori generalisti (per quanto premium) che si imbarcano in guerre legali contro i cloni cinesi, ma difficilmente chi acquisterebbe una Ferrari 488 o una Lamborghini Huracan sarebbe tentato da una replica. Probabilmente la risposta è in qualche ufficio marketing dell’una o dell’altra azienda.

L’orologeria in questo senso insegna che le copie, per quanto possano essere distanti dall’originale, aumentano il valore percepito dell’oggetto che vanno a replicare. Chi compra beni di lusso lo fa (anche) sulla base di quanto l’oggetto in questione sia desiderabile da chi, invece, non può acquistarlo.

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