Test emissioni: Suzuki ammette alterazioni

Suzuki non ha rispettato le norme giapponesi per quanto rigurada i test delle emissioni su circa 2,1 milioni di veicoli. Questo è quanto è stato reso noto dalla casa giapponese in un comunicato. Afferma inoltre di aver apportato delle modifiche ai 16 modelli in vendita e che il caso coinvolge solamenti i veicoli venduti sul territorio giapponese e non per i mercati esteri. Osamu Suzuki, presidente della Casa automobilistica, si è scusato dell’accaduto, ma questo non è bastato a far perdere a Suzuki il 9,4% in borsa.

Entrando nel particolare, l’indagine non riscontra atti illeciti di manipolazione dei dati di consumo, ma discrepanze circa le metodologie utilizzate nel processo di prova dei consumi tra il sistema impiegato da Suzuki e l’attuale regolamento MLIT. Al posto dei parametri effettivi di misurazione relativi all’auto, l’ottenimento dei dati giungeva dalla somma di quelli effettivamente misurati sui singoli componenti, come pneumatici, freni e trasmissione per le prove di resistenza al rotolamento e le misurazioni effettuate in galleria del vento per le verifiche della resistenza aerodinamica.

Però è da tenere presente che l’area test Suzuki di Sagara è situata sulla sommità di una zona collinare a ridosso del mare, dove i test possono essere significativamente influenzati dalle condizioni metereologiche. Alla luce dei risultati evidenziati dall’indagine, Suzuki rassicura i propri Clienti sulla possibilità di continuare a utilizzare normalmente le proprie vetture. Le vetture coinvolte sono: Alto, Alto Lapin, Wagon R, Hustler, Spacia, Every, Carry, Jimny, Solio, Ignis, Baleno, SX4 S-Cross, Swift, Escudo 2.4, Escudo e Jimny Sierra.

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