Google car: l’auto che si guida da sola cerca nuovi partner

L’azienda GoogleX, il misterioso e semi segreto laboratorio sovrinteso da Astro Teller,  sta cercando partner in tutto il mondo disposto a finanziare l’ingegnoso progetto della Google Car, l’auto che si guida da sola. Il Giappone si è messo in fila, dopo la partecipazione con Toyota, si pensa avrà un ruolo in quella che è l’invenzione futuristica californiese di molti film di fantascienza.

L’industria automobilistica non ha nulla da temere da parte di Google” ha dichiarato Teller, precisando che Google driverless car  è incentrata su come migliorare la tecnologia di sensori e software.
Parole tattiche visto la situazione di congelamento e truffa che sta attraversando il mondo dell’automobile dopo il caso Wolkswagen.

E’ evidente che BigG così come Apple con iCar, Tesla col sistema di autopilota e la stessa UBER con gli autisti virtuali per eliminare i problemi sindacali nei prossimi 5 anni, rischiano di far ibernare le case tradizionali. Quest’ultime pare non abbiano compreso che il mondo della mobilità sta per essere colpito da una sorta di era glaciale, a cui parteciperanno anche i colossi di Microsoft e Samsung che vantano capitali infiniti contro case che sono “spolpate” da una brutta crisi che il dieselgate potrebbe appesantire assieme al calo del mercato cinese e dei paesi emergenti.

Chi ha provato la Google Car l’ha definita spaziosa e elegante, ed un ottimo posto dove aiutare il proprio figlio a fare i compiti ottimizzando i tempi. “E’ un’opportunità per la gente di guardarsi intorno e di non preoccuparsi della guida” affermò Chris Urmson, Direttore del progetto durante la prima presentazione pubblica nel 2012.

Come i folletti di Babbo Natale che costruiscono giocattoli anche Google adotta la stessa politica di segretezza. Nascosti da un alone di mistero i collaboratori dalle menti ingeniose, lavorano a molti progetti d’avanguardia tutti con lo scopo di automatizzare la macchina del futuro.

Ma come funziona Google Car?
Dotati di sensori a 360°, laser e mappe satellitari, le auto senza conducente vedono e analizzano attraverso dei registri di informazione preimpostati tutto quello che è presente sulla strada. In millesimi di secondo viene analizzato e fornita una mossa risolutiva esemplare. Funziona come un pipistrello che inviando onde sonore si muove  in base alle risposte di rimbalzo che gli oggetti mandano.
Tre milioni di test vengono fatti ogni giorno su questa invenzione degna erede di Isaac Asimov (scrittore di Io Robot). Le 23 Self driving cars immesse nelle strade per i test drive hanno totalizzato solo 14 lievi incidenti nel 2015 causati da altri utenti della strada.

Ma come la storia insegna, a diferenziare le macchine dall’essere umano c’è l’istinto.
L’istinto ci permette di analizzare, inconsciamente, situazioni che mettono a repentaglio la nostra stessa vita e avere una repentina soluzione pratica.
La Google car prevede come l’utente della strada potrebbe reagire, anticipandone le mosse attraverso calcoli di sistema e dati acquisiti durate i test drive. Ma l’utente della strada non sa neanche cosa mangerà per cena figuriamoci se è possibile prevederne le mosse.
Certo è, che la parte meno affidabile dell’automobile non è il motore, non sono i freni ma è il conducente stesso. Il traffico è aumentato rispetto al 1885 quando Karl Benz esibì la prima automobile, viaggiamo alla velocità di una lumaca. E’ diventata una tortura muoversi con la macchina e la voglia di essere altrove aumenta tanchè mentre “guidiamo” messaggiamo, inviamo e-mail, inzuppiamo la brioche nel caffé, ci facciamo un make-up ad opera d’arte.

In un circuito stradale utopico costituito solo da macchine autoguidate, gli incidenti si ridurrebbero sfiorando lo 0% e le morti su strada si azzererebbero. Speriamo questo futuro arrivi presto, secondo una stima il mercato potrà beneficiarne tra il 2017 e il 2020.

Pensate a quando i vostri figli o nipoti prenderanno la patente, non si vivrebbe meglio in un meraviglioso mondo di Google  car?

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