Aprilia Dorsoduro 1200 test ride: potenza sotto controllo

Aprilia Dorsoduro 1200 my 2012
Aprilia ha presentato la prima versione della Aprilia Dorsoduro 1200 nell’ottobre del 2010. Sulla ciclistica del 750 è stato montato un bicilindrico da 1.200 cc in grado di erogare tanta potenza e coppia, una moto quindi estremamente potente ma piuttosto scorbutica che ha raccolto però tanti appassionati come dimostrano anche le community spontanee nate online. Anche prendendo spunto dalle osservazioni degli appasionati in Aprilia hanno deciso di mettere mano alla loro supermotard di punta per eliminare alcuni difetti di gioventù, mantenendo ciò che c’era di buono, vale a dire l’impianto generale del progetto e limando leggermente qua e la… cominciando dal peso. Non una dieta dimagrante estrema, tutt’altro, ma estremamente mirata. Il modello 2012 infatti pesa 3 chili in meno del precedente, ma di questi ben 2,3 sono stati eliminati dalle ruote, modificando il disegno dei raggi. Un alleggerimento teso a garantire un minor effetto volano con conseguente maggiore agilità e precisione di guida. Ora la Dorsoduro 1200 ferma l’ago della bilancia (con tutti i liquidi esclusa la benzina) a 209 chili, solo 1,5 in più della sorellina da 750 cc! Poi i tecnici si sono concentrati sull’assemblaggio del motore, nato, progettato, sviluppato e costruito interamente in Italia da Aprilia, il 1.200 più potente della categoria offre oggi più dei 130 cv dichiarati dalla casa proprio grazie al miglioramento del processo industriale.
Un ulteriore sviluppo ha avuto poi il software, che per il mercato italiano comprende Abs e ATC (Aprilia Traction Control, derivato dalla RSV4) di serie. Solo su questo aspetto ci sarebbe da dedicare un capitolo (e non è escluso che si faccia) perché il software di gestione Aprilia offre una serie di soluzioni uniche, brevettate, che sfruttano la sicurezza dei sistemi elettronici di controllo di trazione senza che questi interferiscano sul divertimento di guida. Basti sapere che anche con l’ATC inserito è possibile gestire la derapata della ruota posteriore… in ogni caso il sistema di controllo può essere disinserito oppure impostato su tre differenti livelli di intervento, così come la centralina può offrire tre diverse modalità di utilizzo: touring, tutta la potenza a disposizione ma erogata dolcemente; sport, tutta la potenza dei 130 cv e la coppia da 115 Nm per il massimo del divertimento; rain, 100 cv (come se fossero pochi…) sul velluto per la massima sicurezza in condizioni di scarsa aderenza. Il tutto ovviamente gestito dal sistema ride by wire. L’abs è disinseribile indifferentemente dal controllo di trazione e gestisce la frenata del potente sistema made in Brembo che vede all’anteriore due dischi da 320 mm con pinze radiali a 4 pistoncini all’anteriore e un disco da 240 mma singolo pistoncino al posteriore. Il telaio non è stato modificato, semplicemente perché era già perfetto così. Anche dal punto di vista estetico i cambiamenti sono minimi e riguardano le protezioni delle marmitte (che funzionano a meraviglia, anche se ci si mette la mano sopra non ci si scotta) e poco altro.

Prezzo di Aprilia Dorsoduro 1200 ABS ATC
La Dorsoduro 1200 modello 2012 sarà disponibile presso i concessionari Aprilia a 10.990 euro f.c. nelle colorazioni Rosso Fluo (quello della prova) e White Glam.
A dimostrazione della ecletticità di questa moto il catalogo degli accessori si rivolge sia ai turisti che agli sportivi, andando dal set di borse agli scarichi Arrow e alla frizione antisaltellamento.

Aprilia Dorsoduro 1200 su strada
Siamo sinceri, la Aprilia Dorsoduro 1200 mette un po’ di timore. Sarà per il fatto di avere a disposizione il bicilindrico più potente della categoria, sarà l’impostazione con sella alta (870 mm da terra), il manubrio largo… e in effetti la Dorsoduro non è una moto per tutti, però il lavoro di affinamento dei tecnici Aprilia ha colpito nel segno. La moto è bilanciata in maniera esemplare, il motore (settaggio touring, Atc livello 2) risponde prontamente ma in maniera dolce e progressiva, frizione e cambio sono docili e precisi così uscire dal traffico di Catania non è un problema.
Le prime curve in salita verso l’Etna ci fanno subito capire due cose: primo che il motore della Dorsoduro ha un allungo poderoso ed entusiasmante, secondo che non si può guidare come una moto “normale”. La Dorsoduro, per quanto vitaminizzata, resta una supermotard, quindi va domata prendendola per le corna: che significa spostare il peso sull’avantreno e impostare le curve basandosi sulla tenuta granitica dell’anteriore, supportata dalle ottime Pirelli di primo equipaggiamento. Così la nostra Aprilia comincia a disegnare curve sempre più rapide, con traiettorie precise e un’agilità che fa presto dimenticare di avere un 1200 sotto la sella. Anzi, si esce dalle curve pensando “potevo dare di più”, tranne scoprire che si sta viaggiando su velocità sostenute quando si ha un attimo per lanciare un’occhiata al ricco e visibilissimo cruscotto.
Presa un po’ di dimestichezza proviamo il settaggio “sport”: due rapidi tocchi al pulsante di avviamento e sul cruscotto digitale la S si sostituisce alla T. Un colpo di gas in prossimità di un piccolo dosso fa alzare la ruota anteriore come se fosse la cosa più naturale del mondo, riportata abbastanza delicatamente a terra dall’ATC. Quindi, piano con le confidenze. Per chi vuole risparmiare l’usura della gomma anteriore ricordiamo che l’ATC può essere sempre disattivato, in questo caso però a moto ferma. Con questa mappatura la Dorsoduro esprime piuttosto brutalmente tutto il suo potenziale, che su strade aperte al traffico non è il caso di testare a fondo. Ritorniamo in modalità touring e ci concentriamo sulla lunga ed entusiasmante successione di curve del nostro percorso per scoprire che all’agilità nelle curve strette corrisponde altrettanta solidità in quelle veloci. Se non fosse per l’altezza da terra sembra di guidare una maxi naked, con il piccolo cupolino che compie egregiamente il suo dovere mentre le vibrazioni si fanno sentire in maniera un po’ fastidiosa solo sulle pedane e solo se si sale con i giri.
La Dorsoduro si rivela così un mezzo dalla doppia anima: si può danzare tra le curve sfruttando l’elasticità del bicilindrico, oppure si può aggredire la strada con frenate e accelerazioni che farebbero impallidire parecchie sportive. La sella e la posizione di guida sono ottime (forse solo un po’ dura la prima) e non ci si stanca, se si evitano lunghi trasferimenti autostradali la Dorsoduro potrebbe tranquillamente accompagnarvi a visitare l’Europa.
L’ultima ora di guida si svolge sotto una pioggia battente, così possiamo toccare con mano l’efficacia della modalità Rain, anche se non bisogna dimenticare che il miglior controllo di trazione è ancora il nostro cervello!

Abbigliamento utilizzato per la prova:
Giacca: Spidi Netforce h2out
Pantaloni: Spidi Snap in tessuto
Guanti: Spidi Trophy H2out
Casco: Dainese D181 Classic Lucky
Paraschiena: Dainese Wave11
Sottotuta: Dainese Climate

 

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