Ducati Multistrada 620: Test Ride

Ducati Multistrada 620: Test Ride. Con la Multistrada, Ducati ha inventato un nuovo segmento, nel quale si è inserita una moto in grado di affrontare ogni tipo di strada, capace di adattarsi ai vari percorsi, con una forte personalità e prestazioni da sportiva. Disponibile sino a fine 2004 nella sola motorizzazione 1000DS, la “Sport Utility” di Borgo Panigale ha recentemente ampliato i propri orizzonti arrivando in concessionaria dotata di una più facile ed economica motorizzazione da 620 cc.
Mossa vincente? E’ ancora presto per parlare di numeri,mentre per quanto concerne l’aspetto dinamico, i tester di Infomotori.com possono già svelarvi le loro impressioni. Ma prima di andare su strada scopriamola nel dettaglio.
Due gocce d’acqua? Quasi! Per capire se la Multistrada che avete dinanzi a voi sia o meno la “620”, non serve certamente una lente di ingrandimento. L’edizione XS della supermotardona bolognese, infatti, rispetta solamente in parte i classici canoni di “rivisitazione” tra le diverse cilindrate della Casa, introducendo alcune piccole grandi novità che si sono rese indispensabili per contenere il prezzo di listino.
Non si tratta, dunque, della stessa filosofia applicata alla famiglia Monster o alle superbike 749/999, anche se le diversità delle sovrastrutture plastiche sono poche e si possono riassumere nel maniglione posteriore in plastica “grezza” in luogo di una più elegante soluzione in metallo verniciato. Poca roba. Anche il telaio a traliccio in tubi tondi d’acciaio è sostanzialmente identico così come le “sembianze” del propulsore; ma allora cosa cambia?
Nulla di stravolgente ma di evidente sì: il meraviglioso forcellone monobraccio sul quale era imperniata una bella ruotona a cinque razze Marchesini, lascia il posto ad una soluzione più convenzionale e semplice, che svolge bene il suo lavoro ma, a nostro parere, appesantisce un po’ lo stile di coda che appare studiato per la soluzione tecnica originale.

Piccole novità riguardano anche il reparto sospensioni che è affidato a una forcella upside-down Marzocchi con steli da 43 millimetri di diametro e a un monoammortizzatore Sachs, regolabile nel precarico ed in estensione. La frenata è invece affidata a un disco posteriore e a un doppio disco anteriore da 300 millimetri di diametro con pinze flottanti, comandate da una nuova pompa purtroppo priva di regolazioni della distanza della leva dal manubrio.
Per chi pensasse alla Multistrada 620 segnaliamo che è disponibile anche l’allestimento “Dark SD” dotato di un solo disco freno anteriore da 320 millimetri di diametro.
Il motore Nella scelta della motorizzazione ideale per equipaggiare la più piccola delle Multistrada era possibile scegliere fra numerosi bicilindrici di famiglia, ma la decisione finale è caduta sul motore 620, per le sue caratteristiche di docilità.
Qualità che sono state incrementate con la recente evoluzione che ha portato in dono una frizione APTC, indispensabile per ridurre lo sforzo sulla leva e ridurre i rischi di bloccaggio della ruota posteriore nelle staccate più violente. Grazie a queste qualità si dimostra il motore perfetto per chi è alle prime armi, risultando allo stesso tempo gradito anche ai motociclisti con notevole esperienza.
Dotato di valori di potenza e coppia adeguati per consentire alla Multistrada di muoversi agevolmente su ogni percorso (63 CV a 9.500 giri e 55.9 Nm di coppia massima a 6.750 giri), il 620 a due valvole per cilindro rientra, come tutti i bicilindrici Ducati, nei limiti di emissioni inquinanti imposti dalla normativa Euro2.
Rivista anche la strumentazione Un’ulteriore differenza si trova nella strumentazione semplificata, senza le funzioni aggiuntive del computer di bordo, con lo scopo di contenere i costi e potere offrire la Multistrada a un prezzo estremamente competitivo.
Elementi caratteristici di questo allestimento sono la presenza del comando dello starter sul lato sinistro del manubrio e i cerchi in lega a tre razze. Alla base del listino si pone la già citata versione Dark caratterizzata, come espresso chiaramente dal nome, dalla colorazione in nero opaco.

Su strada: “Think Different” Rispetto alla mille dalla quale deriva, l’edizione seieventi della Multistrada differisce non solo nella meccanica ma anche nell’interfaccia utente. Permetteteci il gergo “computeristico” ma quando pensiamo a questa moto non riusciamo proprio a levarci dalla testa l’associazione tra lei ed i coloratissimi PC prodotti dalla Apple: linee strane, originali, a tratti futuristiche, unite a concetti che vanno oltre i canoni della normalità.
Esattamente come i PC della nota Casa americana anche nel modo di interpretare una categoria di prodotto che potrebbe essere per tutti ma, alla luce di alcune scelte, lo è solamente per chi la pensa diversamente.
E non parliamo solamente di design, dove spiccano elementi come il piccolo gruppo ottico anteriore “polifemesco”, il doppio scarico posteriore o la parte alta del cupolino che ruota assieme al manubrio, ma anche di guida dato che le sensazioni in sella sono davvero uniche.
Certo, rispetto alla 1000, la 620 appare “ovattata” nelle reazioni, sia che si parli di polso destro che di dinamicità tra le curve, perché l’assetto è meno preciso ed il motore non è dotato di quella efficacia che ha reso popolare il fratellone DS da un litro. E’ anche vero però, che lo scopo della mini-Multistrada è quello di venire incontro alle esigenze dei neofiti e di chi è alla ricerca di una moto non troppo impegnativa per l’uso giornaliero: il confronto con la cilindrata maggiore, dunque, è sostanzialmente improponibile.
Su strada: vicina all’utente medio Che sia più vicina all’utente medio lo si capisce anche da fermo: una volta in sella alla mille la sensazione è quella di essere in vetta ad un grattacielo…mentre la seieventi, con i suoi 83 cm da terra (-2 cm rispetto alla 1000) permette di far poggiare i piedi a terra con più facilità. Per il resto, la posizione di guida è sostanzialmente enduristica con il manubrio bello largo, la schiena eretta ed una posizione delle pedane non troppo arretrata ma comunque elevata da terra: un mix perfetto per chi ama avere tutto sotto controllo e non solo.
Sì perché grazie alle sue misure ed alle geometrie imposte al pilota, la Multistrada vanta un livello d’agilità davvero elevato che la rende piacevole nelle gite fuori porta e perfino in città dove “slalomare” tra le auto ferme in coda e non preoccuparsi troppo di buche, rotaie e tombini non è più solamente affare da scooter a ruota alta.

Il comfort di bordo è basso se si procede ad alta velocità (ad esempio in autostrada) perché la protezione aerodinamica offerta dallo strano cupolino è davvero bassa, ma in città ed in statale l’aria non è un problema è ci si può gustare il panorama e concentrare sulla guida lasciando alle sospensioni il compito di filtrare le imperfezioni dell’asfalto.
Il discorso cambia quando ci si vuole divertire perché la taratura delle sospensioni, in particolar la forcella nella prima parte d’escursione, è piuttosto soffice e non permette di andare troppo oltre. In compenso, una volta impostata la traiettoria, la Multistrada 620 appare stabile ed assicura elevatissimi angoli di piega – roba da ginocchio tranquillo in pista – ed una volta raggiunta la corda si può fare affidamento su una trazione a prova di bomba.
Merito della bontà della sospensione, merito delle Pirelli Diablo, ma merito anche della linearità d’erogazione del piccolo 620 che non sorprende certamente per potenza ma dimostra DNA Ducati, in particolar modo ai regimi intermedi.
Su strada: 620 piccolo ma tosto La sua voce è meno forte e presente rispetto ai twin bolognesi di maggior cilindrata ma il suono metallico dalla distribuzione e l’inconfonbile tonalità proveniente dal cassoncino d’aspirazione non fanno certamente mancare le emozioni. Vibrazioni forti sotto ai 2.500 giri, nella norma sino ad ottomila e piacevolmente avvertibili ma non fastidiose tra gli 8.500 ed il limitatore fissato a quota 10.000 giri.
Il cambio a sei rapporti è uno dei migliori mai provati su una Ducati: veloce, leggero, privo di impuntamenti anche a caldo, è dotato di una rapportatura in grado di esaltare le doti del piccolo 620 ed è ben assistito da una frizione che richiede poco sforzo e limita il bloccaggio della ruota posteriore in frenata.
Buono l’impianto frenante. La potenza è discreta ma la sensibilità è davvero da riferimento. Il voto è 8.5 ma poteva meritare un bel 9 se ci fosse stata la possibilità di regolare la distanza della leva dal manubrio. Peccato.
Concludiamo con un apprezzamento riguardante la qualità degli assemblaggi, dei blocchetti di comando e dei materiali plastici utilizzati per la realizzazione del vestito ed un altro riguardante la strumentazione, meno completa rispetto alla mille, ma ben fatta e leggibile in ogni situazione.
Quanto costa Multistrada 620? Multistrada 620 è proposta dalle concessionarie Ducati a partire da 8.000 euro per l’allestimento Dark SD. Per il più completo allestimento “standard”, invece, gli euro necessari salgono ad 8.800.

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