Honda Crosstourer 1200: test ride dell’adventure bike giapponese

La moto è senza dubbio ancora considerata come un bene accessorio, nonostante l’aumento del traffico che farebbe supporre un’esplosione di vendite, rimane ancora radicata l’idea che la due ruote debba affiancare, e non sostituire, l’auto.
Se un po’ può dispiacere, c’è da dire che proprio questa mentalità ha portato la Honda a sfornare la Crosstourer.
Molto spesso chi si appresta a comprare una moto, cerca di coniugare caratteristiche di solito antitetiche, quindi, a sentir parlare chi cerca la sua due ruote “definitiva” la vuole: agile ma potente, facile da guidare, ma capace di andare tanto in strada che su terreni accidentati, comoda, ma non mastodontica, futuristica, ma tradizionale…
Forse perché un po’ toccati lo sono già in partenza, per quanto sarebbe meglio definirli temerari, ma alla Honda hanno raccolto la sfida e con nipponica maniacalità hanno affrontato l’intricata questione.
È su queste basi che già nel 2010 veniva presentato il concept della Crosstourer che, con poche modifiche, rappresenta oggi la soluzione del problema per la Honda.
Ormai la moto è già circolante, disponibile in tre versioni: base, a 14.500 €, con cambio DCT (o SDF Sequenziale Doppia Frizione), a 15.500 €, L.E. (Limited Edition) a 16.850 €, tutti prezzi franco concessionario.
Due le versioni che non abbiamo provato. Quella con cambio sequenziale DCT, disponibile anche su altri modelli della gamma, che da subito c’ha convinto del suo funzionamento, forse meno sulla sua necessità, motivo per cui abbiamo deciso di ripetere il test del cambio automatico in modo più accurato, in un prossimo futuro, per concentrarci, per il momento, solo sulla Crosstourer.
La Limited Edition, invece, si potrebbe definire una versione da Batman: tutta nera, con anche il telaio in alluminio nero, grandi borse da avventura, parabrezza regolabile e DCT di serie.
Noi abbiamo tenuto in prova la versione base per un lasso di tempo abbastanza lungo, utilizzandola tanto in città, quanto in viaggio, su asfalto e sterrati semplici, idonei alle ruote non tassellate, per vedere se veramente la Casa dell’ala abbia partorito un mezzo che veramente coniughi utilizzi lontani tra loro.

Honda Crosstourer in cifre
Analizziamo in estrema sintesi l’analisi della moto da un punto di vista squisitamente tecnico, per soddisfare la curiosità di quanti amano dedurre le prestazioni dalle cifre, per passare a trattare più approfonditamente la Crosstourer per quanto riguarda la prova vera e propria.
Innanzitutto il motore, derivato dalla VFR1200F, è un 4 cilindri a V di 76° capace di erogare una potenza massima di 129 cavalli a 7.750 giri ed una coppia di 126 Nm a 6.500 giri e dispone del comando del gas Ride-by-wire, per ottimizzare le prestazioni.
La potenza si sposa con una massa complessiva in reale ordine di marcia di 275 chili (10 in più per la versione con DCT) ed un’altezza alla sella di 850 mm.
Troviamo un impianto frenante con doppio disco da 310 mm all’anteriore e 276 mm per il disco posteriore, con il sistema C-ABS, come consuetudine Honda.
Per quanto riguarda le sospensioni, troviamo una forcella rovesciata con steli da 43 mm, regolabile in precarico ed estensione, mentre nel retrotreno è allestita un’unità Pro-Link con ammortizzatore caricato a gas e regolazione di precarico ed estensione.
Per quanto riguarda l’elettronica, oltre al già citato Combined ABS, troviamo il TCS di serie, Traction Control System, capace di analizzare la rotazione della ruota posteriore e diminuire l’erogazione di potenza quando ne rileva lo slittamento, per stabilizzare l’assetto e la traiettoria; il sistema è disinseribile tramite l’apposito tasto sulla parte sinistra del cupolino, sia da fermi che in movimento.

Una Crosstourer in autostrada
Sbrigate le “formalità numeriche”, passiamo all’analisi vera e propria di questa due ruote.
Essendo una moto con una chiara vocazione turistica, il primo banco di prova obbligato sono le autostrade ed i lunghi spostamenti.
Cominciamo subito col dire che la dimensione della Crosstourer potrebbe intimorire un pilota non altissimo con poca esperienza di guida; va ricordato, però, che le dimensioni della tuttofare Honda sono in linea con le concorrenti del segmento e che, come spesso accade, la sensazione di “mastodonticità” viene ridimensionata una volta a bordo. Certo, se la si è parcheggiata in discesa col muso in giù e le si vuole far fare retromarcia, sarà abbastanza utopistico farlo standoci in sella, ma in piano, anche per i meno alti, grazie alla vita molto stretta e ad un buon bilanciamento delle masse, risulta invece di normale gestione.
Una volta in marcia, mentre la linea di mezzeria sparisce ipnoticamente sotto alla ruota anteriore, si apprezza la posizione dritta e comoda, su una sella accogliente e che consente di diradare le soste per sgranchire le gambe. Anche il passeggero dispone di ampio spazio, di pedane e sostegni studiati per ottimizzare la postura e consentire una posizione comoda.
Nelle partenze da fermi si cambiano le marce senza far salire troppo i giri e si arriva comunque subito alla velocità di crociera, notando l’efficacia del parabrezza che deve però essere regolato in altezza prima di partire.
L’abbondante potenza del motore consente anche di avere un’ottima ripresa, senza neanche dover scalare marcia per far riprendere giri al motore.
Guidata così, ossia senza accelerazioni impetuose e mantenendo una velocità costante al limite autostradale, si presenta come una stabile, comoda ed efficiente tourer, capace di far correre la mente a mete anche ardite, oltretutto con dei consumi ridotti, considerata cilindrata, massa e potenza del mezzo.

La città e la Crosstourer
Se l’autostrada è un campo in cui la Crosstourer si difende bene, bisognerà allora testarla dove poi veramente si vede la differenza, ossia nel quotidiano, nel routinario, caotico, assonnato e frettoloso utilizzo urbano casa-ufficio-casa.
Ovviamente è la massa del mezzo, ancora una volta, a far sorgere il primo dubbio: immaginandosi gli stretti pertugi, lasciati liberi dalle macchine, in quel tappeto di tettini che è l’ora di punta di una qualsiasi città italiana, viene facile essere scettici sulla praticità della Crosstourer.
Nonostante lo scetticismo, chi vi scrive si è appositamente svegliato per gettarsi in uno dei gironi infernali più temuti che esistano: attraversare Roma in moto in una giornata di sciopero dei mezzi. A dispetto delle più funeste aspettative, anche in questo caso la Crosstourer ci ha sorpresi positivamente.
Indubbiamente ciò deriva dall’ampio angolo di sterzo e dalla distribuzione delle masse che la rende veramente equilibratissima, ma anche dal motore, che rispondendo in maniera fluida, regolare e vigorosa ai bassi e medi regimi, consente di avere sempre la giusta spinta o freno motore, senza dover stare ad intervenire di continuo sul cambio. Certo, in questo tipo di condizioni molto lo fa l’esperienza di chi guida, motivo per cui, una volta prese le misure della Crosstourer, dà il massimo guidandola in modo un po’ aggressivo, sicuri del fatto che l’esuberante coppia, viene tenuta a bada dal Traction Control.
Se, infatti, ci si sbaglia e si dà troppo gas, o si parte troppo esuberanti al semaforo, il TC funzionerà anche da sistema anti-impennata, riportando immediatamente a terra l’anteriore. L’intervento dura un paio di secondi, ossia, quando si parte a razzo e si solleva la ruota anteriore di qualche centimetro, il TC interviene levando potenza e ci mette un secondo o poco più per tornare ad erogare a pieno regime. Il rovescio della medaglia, però, è che se la Crosstourer viene usata in modo aggressivo, risulta sì veloce, precisa, affidabile e facile da guidare, consentendo non solo lo svicolio tra le macchine, ma anche gite fuoriporta dando un po’ di gas, ma in questo caso i consumi ne risentono drasticamente ed i 21,5 litri di serbatoio tendono a sparire velocemente.

Anche senza asfalto
Indubbiamente la Crosstourer rimanda all’idea di grandi viaggi, avventure grandi o piccole che siano, che rendano uniche le vite dei suoi possessori, ma non esiste avventura che non preveda qualche avversità. Premettiamo che noi l’abbiamo provata con gomme stradali montate e abbiamo quindi simulato quel tipo di avversità di basso o medio livello che si possono incontrare in vacanza: una strada bianca, una percorso con ghiaia, buche e tratti sterrati; se si volessero affrontare pendenze sterrate del 35% su una ruota o salti e sbandate, la Honda offre ottimi modelli, che si distinguono costantemente nei vari mondiali di Cross ed Enduro, ma di sicuro non è per queste cose che è pensata la Crosstourer.
Detto ciò lasciamo il buon vecchio asfalto e imbocchiamo stradine di terra battuta e ghiaia, buche e canali. Il controllo della moto risulta facile anche da seduti, soprattutto se si mantiene la velocità moderata, ma se ci si mette in piedi sulle pedane, allora la confidenza è un’altra cosa. Anche in piedi la posizione risulta corretta ed è facile dominare il manubrio e la moto. Il vero grosso ostacolo viene dalle gomme non idonee allo scopo, perché altrimenti verrebbe spontaneo scaricare qualche cavallo della Crosstourer anche in sterrato. I più esperti possono disinserire il Traction Control, ma per l’ABS nulla da fare.
In definitiva la Honda ha piazzato sul mercato un’ottima moto capace di soddisfare molteplici esigenze, potente, ma facile da guidare da chiunque (o quasi) ed in qualsiasi condizione, con la garanzia dell’ormai proverbiale affidabilità Honda.

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