Honda DN-01 – Long Test Ride

In sella si sta seduti come su una custom, con le gambe in avanti poggiate sulle belle e ampie pedane, il manubrio è alto e largo e la ruota posteriore misura 190 mm. Il vano sottosella non c’è, come non c’è sulle moto, riuscirete a malapena a infilarci un bloccadisco, magari lasciando a casa gli attrezzi di serie potrete infilarci anche un paio di pacchetti di sigarette (e a dire il vero non ci sono neanche buchi o sporgenze nella coda a cui poter legare una rete portaoggetti). Ok, una linea avveniristica, un mezzo che attira l’attenzione e piace a prima vista, una seduta comoda e un esperimento tecnico mai realizzato prima, ma in concreto come và? Come sempre, ci gettiamo nella prova per poter dirimere quanti più dubbi possibile e soprattutto per provare il nuovissimo cambio sequenziale Honda. Prova su strada Di solito scriviamo che giriamo la chiave e partiamo per il test ride, questa volta la cosa è più complessa. Infatti una volta girata la chiave ci si trova in folle, premendo la leva sul blocchetto destro si inserisce la marcia “D” e la moto-scooter è così nella sua funzione monomarcia dalla mappatura più tranquilla. Si da gas e si parte. Così è proprio uno scooterone, un inquietante squalo martello che rombando in “mi basso” si aggira tra le macchine in corsa, volendo poi, azionando un altro comando sul blocchetto sinistro, si può selezionare la mappatura sport. A questo punto la DN-01 acquista grinta, come se il grande pesce avesse puntato una preda e nuotasse con più vigore, aggredisce la strada e viaggia veloce. È molto lungo, quindi zigzagare tra le macchine richiederà un po’ più di pratica e non sarà possibile svicolare nel traffico dell’ora di punta, necessita una guida più tonda, bisogna anticipare l’ingresso in curva e potrebbe capitare che le pedane tocchino per terra facendo un pirotecnico effetto scintille che lascerà sicuramente di sasso chi vi segue. Oltre ad essere lungo è anche abbastanza pesante, quindi più che essere adatto a fare il pony express in città, si trova molto di più a suo agio nei viaggi e negli spostamenti extra urbani.

Ma torniamo al cambio e alla guida vera e propria. Sempre sul blocchetto destro, davanti, c’è una levetta che, se premuta, vi farà passare nella modalità cambio sequenziale: a questo punto visualizzerete la marcia sul display e sarete voi a decidere quando cambiare. Il limitatore entra a 8000 giri e se cambierete poco prima di questa soglia vi ritroverete a cavalcare un vero squalo affamato, veloce, grintoso e incavolato, per non dire altro. Le marce si cambiano con gli stessi bottoni che selezionano la mappatura ed esiste una sorta di sicura che vi impedirà di inserire una marcia troppo bassa per sbaglio, rischiando di perdere il posteriore. Il neo sta nel fatto che quando è parcheggiato è sempre in folle, quindi in salita o discesa non si trova frenato, ma si muove, proprio per ovviare questo piccolo neo la Honda ha previsto un comodo freno a mano posizionato sul fianco destro. Il motore da 700 cc eroga sempre molta potenza, anche con la mappatura D, quella tranquilla, ragion per cui se vi troverete ad aprire tutto il gas con la moto un po’ piegata su un terreno un po’ sdrucciolevole, la DN-01 scoderà come una Harley che parte alla carica. Il serbatoio, a meno che non vi mettiate a correre utilizzando le marce, ha un’autonomia notevole e gli oltre 15 Lt di capacità saranno sufficienti per fare qualche bel giro fuori porta. Se poi, come i molti che mi hanno fermato, voleste sapere quanto corre, sappiate che corre abbastanza, soprattutto usando il cambio e, per quanto non abbiamo fatto comparative né gare, ci sentiamo di poter dire che in questo senso sarà vita dura per i concorrenti anche più famosi in tal senso. In estrema sintesi, questa è la DN-01: una custom del futuro, che nuota come uno squalo martello, un po’ in difficoltà nei bassi fondali cittadini, ma che non teme paragoni nelle profondità extra urbane, una ciclistica eccezionale che da tempo aspettavamo fosse introdotta nel segmento degli scooter, comoda come posizione (anche per il passeggero), capace di prestazioni notevoli e che vi renderà insopportabile parcheggiarla davanti ad un bar, se vorrete essere lasciati in pace, perché su questo proprio non ci piove: le persone le faranno capannello attorno e ognuno vi chiederà qualcosa o vi farà partecipe di quanto gli piaccia lo straordinario design ittico-futuristico.

Non è certo la prima volta che la Honda si appresti a innovare il mondo delle due ruote con un mezzo che stupisca e divida le opinioni degli appassionati e addetti ai servizi. Chi non si ricorda quali fossero i commenti quando usci l’Honda Spazio, capostipite degli scooteroni, oggi considerato un cimelio del settore? All’epoca si diceva che era brutta, o strana, che non avrebbe preso piede, questo perché l’essere umano, tendenzialmente, è sospettoso verso le grandi innovazioni, ma sembra assolutamente evidente che a più di vent’anni dalla sua nascita Honda abbia vinto la sua scommessa, visto che il CN250 Spazio è stato il precursore dei tantissimi modelli di scooter che oggi affollano il mercato. Era tempo di rifare questo percorso, era tempo di lasciare nuovamente attonite le persone e di dividere nuovamente il grande pubblico dei centauri. Nasce così la DN-01, un musetto da pesce martello su una moto dal design unico e fantascientifico, un concentrato di tecnologia e un sensibile upgrade tecnico al concetto stesso di scooter. Non vogliamo filosofeggiare sulla definizione, se vada considerato una moto o uno scooter, proprio questo infatti è il punto che pensiamo alimenterà numerose discussioni; lo scrivente lo considera uno scooter, ma sarete voi a dover poi decidere. Telaio, impianto frenante, ammortizzazione e ciclistica in genere, sono indubbiamente superiori alle normali dotazioni degli scooter, derivano infatti direttamente dalla grande esperienza Honda in fatto di moto e proprio come una moto la DN-01 sfoggia un bellissimo monobraccio posteriore, forcelle telescopiche da 41mm e doppio disco da 296 mm con pinza a 3 pistoncini con ABS e CBS.

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