Le 5 moto più potenti sul mercato: ecco quali sono

Potente è bello. Chi lo dice? Il grande popolo dei motociclisti. Diciamoci la verità: va bene il confort degli scooter, l’idea di una bella passeggiata lungo lago con la nostra fidanzata a bordo di una comoda “media”, ma volete mettere le sensazioni che danno la potenza e la coppia? I dati dicono che le moto di grossa cilindrata e nello specifico quelle più potenti, incontrano ancora il favore della clientela. Non ci resta che “salire in sella” per un viaggio per scoprire quali sono le cinque moto potenti sul mercato, una classifica che parla molto italiano. Fuori gara c’è la Triumph Rocket 3 TFC 2019 che arriverà sul mercato con un nuovo motore 2.500 cc (il dato più alto mai rilevato su un motore di produzione omologato) ma capace di erogare una potenza di “soli” 170 cv pur avendo una coppia massima extra large di 221 Nm. omologato.

1° posto: Kawasaki Ninja H2

A comandare la classifica c’è la Kawasaki Ninja H2 che, nella sua ultima versione, monta un motore quattro cilindri in linea da 998 cc, dotato di compressore centrifugo, capace di erogare una potenza massima 231 CV. Il propulsore è stato rinvigorito da un nuovo filtro dell’aria, una camera di aspirazione ridisegnata e da una centralina rivista. Tanta potenza è gestita da un sistema Brembo Stylema, mentre gli pneumatici sono Bridgestone Battleax RS11. Per agevolare cambi di marcia fluidi e veloci, è stata adottata una trasmissione di tipo dog-ring. Questo è il tipo di trasmissione comunemente usata in MotoGP ed in Formula1 sviluppato con il supporto del Kawasaki Racing Team. La Ninja H2 è la prima Kawasaki a essere dotata di forcellone monobraccio. Per godere delle intense accelerazioni e dell’attitudine alle alte velocità come massima priorità , la sella monoposto per il pilota è l’unica configurazione offerta.. La strumentazione comprende uno schermo a colori TFT con quattro modalità di visualizzazione selezionabili. Di serie c’è il sistema Bluetooth per connettere la moto allo smartphone e visualizzare le informazioni di viaggio. I fari sono full LED. La nuova vernice ad elevata resistenza è una grande novità sviluppata da Kawasaki: una vernice capace di “auto-ripararsi” da piccoli graffi.

2° posto: Ducati Panigale V4R

Il secondo posto è occupato dalla Ducati Panigale V4R. La rossa di Borgo Panigale monta un motore V4 a 90° da 998 cm3 capace di erogare una potenza di 221 CV a 15.250 giri/minuto e una coppia di 112,4 Nm a 11.500 giri/minuto: una vera e propria superbike con componenti che arrivano direttamente dall’esperienza raccolta dalla casa in pista, come la frizione STM EVO-SBK, realizzata in alluminio dal pieno con campana e pacco dischi da 48 denti (i dischi sono 9 condotti e 9 guarniti con diametro di 138 mm) o i a corpi farfallati ovali con farfalle aerodinamiche e diametro equivalente incrementato di 4 mm (56 mm in totale), collegati a cornetti di aspirazione ad altezza variabile con lunghezze dedicate. Rispetto alla Panigale V4 il nuovo plexiglas, più alto e con maggiore incidenza migliora la protezione all’aria del pilota in carena, con effetto in particolare su casco e parte superiore delle spalle. La Panigale V4 R è dotata di appendici aerodinamiche derivate da quelle utilizzate sulla GP16, quindi con un’efficienza superiore a quelle attualmente impiegate in MotoGP. Il telaio Front Frame della Panigale V4 R si distingue per gli alleggerimenti sulle fiancate realizzati di lavorazione meccanica che consentono di raggiungere i target di rigidezza richiesti da Ducati Corse e di ridurne ulteriormente il peso. Le sospensioni sono Öhlins semi-attive. La nuova Panigale V4 R è equipaggiata con il pacchetto elettronico di ultima generazione che gestisce tutte le fasi della guida, basato sull’impiego della piattaforma inerziale Bosch a 6 assi. La strumentazione è di tipo full-TFT da 5” a colori ad elevata risoluzione. Sulla Panigale V4 R debutta il Pit Limiter che una volta inserito auto limita la velocità della moto durante la percorrenza della pit lane. Il limite di velocità può essere modificato entrando nello specifico menu da un minimo di 40 km/h ad un massimo di 80 km/h. La nuova Panigale V4 R è dotata di un lap timer integrato nel cruscotto con funzionalità evolute rispetto.

3° posto: Aprilia RSV4 1100 Factory

Il podio è chiuso dall’Aprilia RSV4 1100 Factory la supersportiva di serie più vicina per prestazioni ed elettronica alle moto Superbike, con tanto di appendici aerodinamiche per aumentare la stabilità alle alte velocità e in staccata. A spingere la RSV4 c’è un motore 4 cilindri a V di 65° da 1.078 cm3 che eroga una potenza di 217 CV a 13.200 giri e una coppia massima di 122 Nm a 11.000 giri (con un peso inferiore ai 200 kg). L’alesaggio che passa da 78 a 81mm, mentre la corsa rimane a 52,3 mm, ha condotti di aspirazione ridisegnati e nuova fasatura. Nella carrozzeria abbonda il carbonio; il telaio perimetrale in alluminio è unito a un nuovo forcellone più rigido con un ampio sistema di regolazioni. Il sistema di scarico di serie è Akrapovic. Per quanto riguarda l’elettronica, la RSV4 è dotata del pacchetto APRC che prevede controllo di trazione, anti-impennata, controllo di partenza, cruise control, limitatore di velocità e cambio quick shift. Il cruscotto è digitale a colori TFT e si connette allo smatphone grazie l’app Aprilia Mia che gestisce le tarature di diversi aspetti, cosa molto utile girando in pista.

4° posto: Ducati Panigale V4

Appena giù dal podio c’è la Ducati Panigale V4 – sviluppata in stretta collaborazione con Ducati Corse – che ha preso il posto dell’iconica 1299 Panigale, aumentandone sia le prestazioni sia la facilità di guida per offrire ad ogni pilota il massimo delle emozioni. Il motore è un V90 da da 1.103 cc con una potenza di 214 CV a 13.000 giri/minuto, e una coppia massima di oltre 120 Nm a 8.750 a 12.250 giri/minuto. Il propulsore Desmosedici Stradale utilizza componenti completamente ridisegnati e miniaturizzati per realizzare teste molto compatte. Ogni componente del sistema è stato progettato e testato per consentire di raggiungere in tutta sicurezza i regimi di rotazione di cui il V4 è capace. I quattro alberi a camme del motore Desmosedici Stradale muovono le sedici valvole in acciaio con misure di 34 mm di diametro per quelle di aspirazione e di 27,5 mm di diametro per quelle di scarico, valori decisamente ragguardevoli in relazione all’alesaggio da 81 mm adottato. Gli alberi a camme sono comandati da due catene di distribuzione del tipo silent: sulla distribuzione anteriore la catena trascina l’albero a camme di aspirazione, il quale a sua volta trasmette il moto a quello di scarico mediante una coppia di ruote dentate; sulla distribuzione posteriore la catena trascina invece l’albero di scarico il quale passa il moto a quello di aspirazione. Le prestazioni del Desmosedici Stradale devono essere sempre facilmente gestibili per ottenere il massimo nell’utilizzo sportivo, ottimizzando le energie e la concentrazione del pilota. L’elettronica di controllo della nuova Panigale V4 utilizza i dati della piattaforma inerziale a 6 assi (6D IMU) che permette di acquisire e registrare informazioni estremamente estese. A contribuire alle eccezionali prestazioni di questa moto c’è pacchetto elettronico di ultima generazione che sfrutta al massimo le potenzialità offerte dalla piattaforma inerziale a sei assi di Bosch. Sono stati introdotti anche controlli inediti quali la derapata controllata in frenata, la funzione Cornering che rimane attiva anche con il Cornering ABS e il Quickshift Up & Down con strategia che tiene conto dell’angolo di piega.

5° posto: MV Agusta Brutale 1000 Serie Oro

Last but non least, ecco la MV Agusta Brutale 1000 Serie Oro, dotata di un motore 4 cilindri capace di sprigionare 208 cv di potenza 13.450 giri e una coppia 115,5 Nm. Questa MV con una velocità di punta 300 km/h è anche la naked più potente del mondo. In questa moto tutto è unico. Dalle valvole radiali che scorrono attraverso nuove guidee si aprono su una camera di combustione interamente riprogettata, all’impianto di lubrificazione che prende dalle competizioni il sistema a splitter, che separa l’olio dagli organi in movimento. La centralina è sviluppata in collaborazione con Eldor ed è un sistema Full Ride by Wire multimappa. La forcella Öhlins è fissata a piastre di sterzo progettate ex novo, il monoammortizzatore è un Öhlins TTX36. Anche su questa belva da competizione è montato il sistema frenante con pinze Brembo Stylema  accoppiate a dischi flottanti da 320 mm e gestione dell’elettronica affidata all’ABS Bosch 9.1. La MV Agusta Brutale 1000 Serie Oro spicca anche per la sua leggerezza: 184 kg a secco. I cerchi sono realizzati in fibra di carbonio e trattati con una speciale vernice trasparente. Il faro anteriore è full LED. Il cruscotto di tipo TFT a colori da 5 pollici e non poteva mancare il sistema di connessione Bluetooth.

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