MV Agusta Turismo Veloce Lusso SCS, affilata come una Brutale, comoda come uno scooter

MV Agusta Turismo Veloce Lusso SCS – La scusa per salire in sella alla bellissima Turismo Veloce è quella del nuovissimo sistema di frizione semi automatica, denominato appunto SCS, che non toglie nulla (la leva della frizione resta), ma aggiunge la facoltà di partire senza azionare il comando e che, visto che a motore fermo la moto resta “libera”, ha suggerito di dotare la TV del freno di stazionamento, posizionato sopra il comando del freno posteriore. A Schiranna l’arte è di casa, sia nel design delle moto prodotte dalla casa varesina, che nella loro tecnica. Molte delle novità tecniche più rilevanti degli ultimi vent’anni hanno infatti visto per la prima volta la produzione di serie proprio su modelli MV. La Turismo Veloce ne sfoggia un buon numero, come l’albero controrotante, l’acceleratore “by wire” oppure il quickshifter bidirezionale per il cambio. Proprio nel medesimo campo di applicazione arriva l’ultima “trovata”, che rende quasi superflua la leva della frizione (serve obbligatoriamente solo in accensione della moto).

SCS, istruzioni per l‘uso

MV Agusta Turismo Veloce Lusso SCS innovativa frizione semi automatica

MV Agusta Turismo Veloce Lusso SCS, l’innovativa frizione semi automatica

Il sistema probabilmente in futuro potrebbe trovare una diffusione su altri modelli ed altre case, perché ad oggi ha solo una controindicazione: il costo. La Turismo Veloce Lusso, si fa infatti pagare circa 1.800 euro in più se acquistata con questa opzione, quindi non poco. L’SCS prevede infatti una parte meccanica ed una che mette in gioco l’azione dell’elettronica della moto, che gestisce al meglio lo stacco della frizione. Non è quindi banalmente una frizione centrifuga come quelle montate sugli scooter, ma una classica multidisco che viene azionata, all’occorrenza, in modo automatico e che permette di fermarsi e di ripartire senza tirare la leva al manubrio. L’azione varia in relazione a molti fattori, primo di tutti il regime del motore, ma anche l’apertura del gas. Così, se al semaforo spalancate tutto, la Turismo Veloce brucia lo 0-100 in appena 3,15 secondi, dato davvero notevole, almeno quanto lo sono i suoi 230 km/h di velocità massima. Si consiglia di partire in prima o seconda marcia, ma vengono gestiti anche i rapporti superiori. In questo caso si vanno ad usurare maggiormente i materiali dei dischi, motivo per il quale il guidatore viene avvisato con delle spie lampeggianti sul cruscotto, che suggeriscono di scalare il rapporto. Per il resto la moto è assolutamente identica alla versione Lusso da cui deriva. Esteticamente è stato solo aggiunto un coreografico tappo in Lexan, per lasciare in bella vista la frizione, mentre solo i più attenti potranno notare un comando aggiuntivo sopra quello del freno posteriore, che si gestisce sempre con il piede destro. Si tratta del freno di stazionamento, necessario a tenere ferma la moto in parcheggio, dato che la frizione a motore spento resta aperta.

Oltre ad essere una prima assoluta per una moto di serie, la novità di un sistema sviluppato dalla Rekluse e venduto da tempo in kit aftermarket, è l’azione non più semplicemente meccanica e finalizzata a non far spegnere il motore in caso di caduta (è particolarmente apprezzato nel mondo dell’offroad), ma legato alla centralina e quindi decisamente più evoluto e raffinato. Il tutto senza alcuna controindicazione, come detto, perché anche l’aggravio di peso è davvero molto contenuto (si parla di circa 40 grammi!).

Turismo Veloce, di nome e di fatto

Per il resto si conferma un modello che ha portato MV verso il segmento delle crossover, ma in modo (manco a dirlo) unico. La Turismo Veloce è infatti nata intorno alla meccanica della Brutale 800, ma con l’intenzione di farla diventare una moto da turismo, dotata infatti anche di due borse laterali rigide, di discreta capacità (ognuna può contenere un casco di dimensioni nemmeno troppo ridotte).

Cuore Euro 4

La Turismo Veloce Lusso SCS ha debuttato lo scorso anno, abbinando l’innovativa frizione al rinnovato 3 cilindri, conforme alle norme Euro 4 e affinato della sua gestione elettronica. Si tratta di fatto della medesima unità che abbiamo recentemente provato sulla Dragster RR, ma qui è “addomesticato”, per ottenere una erogazione più lineare e che meglio si abbini ad una moto che nasce per fare del turismo….veloce. Non è un gioco di parole intorno al nome, ma una dichiarazione di intenti che rende questo modello unico e con poca concorrenza al suo livello, nel bene e nel male.

È infatti un compromesso fortemente spostato verso la sportività, un ibrido tra una Brutale ed una crossover vera e propria, che può entusiasmare o lasciare delusi, dipende tutto dal gusto personale. Se utilizzata in Sport è una naked quasi estrema, con un “on off” piuttosto importante, che si smorza passando alla modalità Touring. Il motore è molto più rotondo e smussato rispetto alla Brutale da cui deriva, ma sotto i 6 mila giri resta un po’ vuoto, proprio dove si sfrutterebbe di più con una “normale” moto da turismo. I suoi 110 cavalli arrivano infatti a quota 10.150 giri, mentre gli 80 Nm di coppia massima a 7.100 giri. A sua difesa va detto che almeno il 90% della coppia viene erogato costantemente nel range da 3.500 a 10.300 giri, con una curva che si fa decisamente più piatta del 798 cc della Brutale o della Dragster in versione RR, che hanno anche la bellezza di 30 cavalli in più della sorella TV.

Ciclistica raffinata, per una moto fuori dagli schemi

La Turismo Veloce è un mix di caratteristiche da moto sportiva, come testimonia ad esempio l’impianto frenante con dischi da 320 mm all’anteriore con pinze radiali a 4 pistoncini, con altri da crossover, come il display a colori dalle generose dimensioni, discretamente leggibile anche con luce diretta, facilmente navigabile con i tasti al manubrio. Troviamo anche il cruise control, piuttosto semplice da gestire, con la sola nota dolente della necessità di posizionarsi sull’apposito menù ogni volta che si voglia modificare la velocità impostata, dato che dopo alcuni istanti il display torna sempre sul “Trip”. Il pacchetto sospensioni, Sachs sia all’anteriore che al posteriore, alza l’asticella, soprattutto per strada, grazie all’elettronica. Sono semi attive ed i benefici non sono pochi, per una moto che riesce ad essere anche confortevole, ma che se spinta al massimo lascia emergere la sua anima inconfondibilmente MV.

Frizione a parte il cambio elettronico è da lode, ma occorre ricordarsi di levare sempre il piede dal cambio quando si scala, onde evitare un bel colpo di gas a marcia inserita. Quanto alla postura è comoda e da turismo sul dritto, ma nel misto il manubrio così arretrato si paga con un gran lavoro dei muscoli di braccia e spalle. Anche in questo caso torniamo a pensare a quel concetto di ibrido che abbiamo precedentemente accennato. Se si guida in modo “cattivo” si fatica forse di più che con altre moto, ma le soddisfazioni sono diverse. La Turismo Veloce è infatti efficace ed affilata, non va in crisi nemmeno dopo una rapida sequenza di cambi di direzione e mantiene molte delle doti della Brutale.

Di contro, offre un parabrezza regolabile in altezza (molto simile a quello di una Multistrada 950) che si può utilizzare anche in movimento con una mano sola, ma anche ben due prese USB ed altrettanti piccoli portaoggetti nella zona sotto al manubrio, oltre ad una presa elettrica nella zona della sella. Il tutto condito da un design unico che vi costringe a rispondere agli apprezzamenti del “pubblico al semaforo”, come con qualsiasi altra MV Agusta. Una piccola opera d’arte, che non rinuncia alla sua vanità nemmeno al capitolo borse. Quelle laterali da 30 litri ciascuna hanno infatti attacchi integrati e che “scompaiono” in una estetica inimitabile, una volta smontate. È allo studio una soluzione degna di tanta raffinatezza estetica anche per il top case, che del “tris borse” è quella più comoda e capace, ma anche quella più brutta. Siamo curiosi di scoprire cosa si inventerà MV Agusta per la Turismo Veloce!

Conclusioni e prezzo


Con la “cura Turismo Veloce” il 3 cilindri 800 diventa anche piuttosto parco, come dimostrano i 20 km/l che abbiamo ottenuto in alcuni tratti percorsi ad andature da codice, ancora meglio rispetto al dato dichiarato nel ciclo combinato, che è di 5.8 litri ogni 100 km. Grazie ad un serbatoio da 21.5 litri è quindi promossa anche alla voce autonomia, che può superare la ragguardevole soglia di 400 km.

Disponibile in questo Rosso Fuoco / Grigio Scuro Metallizzato Opaco, oppure Bianco Perlato / Grigio Scuro Metalizzato Opaco, il prezzo della SCS è di 21.490 euro, 1.800 in più di una Turismo Veloce Lusso “liscia”, ma è disponibile come opzione anche per la aggressiva RC, a listino a 24.190 euro.

ABBIGLIAMENTO UTILIZZATO

Casco:  X-Lite X-903 Ultra Carbon

Giacca: Alpinestars Crazy Eight

Guanti: Alpinestars Rayburn V2

Jeans: Alpinestars Copper V2

Scarpe: Alpinestars J-6 Waterproof

 

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