MotoGP 2016, il Barometro dopo l’Argentina: Il mercato al via

Gara1&Gara2

Successe anche a Bridgestone, quando l’asfalto di Phillip Island rese necessario un flag to flag, ovvero un rientro in pitlane per cambiare gomme. Con Michelin, che ha certamente fatto la scelta giusta a spezzare la gara in due, il Gran Premio d’Argentina è stato ancora più interessante. L’unico peccato è stato perdere il confronto tra Marc Marquez e Valentino Rossi in lotta per il primo posto che ci ha tenuto in punta di sedia, anche se abbiamo sperato non succedesse nulla di brutto tra i due. Una soluzione del genere, ovvero con cambio moto obbligatorio, aumenterebbe di certo lo spettacolo.Sognare non costa nulla, sarebbe bello avere un paio di gare in cui il flag to flag diventa obbligatorio a prescindere dalle condizioni di pista e pneumatici. Così, per mescolare ulteriormente le carte in tavola.


Iannone vede rosso

Il mercato piloti della MotoGP 2016 non dorme mai, ed ovviamente la cosa ha le sue ripercussioni sui piloti. Dopo quello che abbiamo visto all’ultima curva del Rio Hondo è lecito pensare che forse, in Ducati, avrebbero dovuto dire chi dei due Andrea sta rischiando la sella. Perché doversi redimere e far meglio del compagno di squadra per impressionare i dirigenti è un bel peso. Andrea Iannone ha ricevuto una penalità dalla Direzione Gara, forse stanca di non esistere: ad Austin partirà tre caselle più indietro rispetto alla qualifica, e gli è stato assegnato un punto alla patente piloti (la sanzione arriva a 10). In ogni caso, Andrea deve rientrare nella forma mentis che gli ha permesso di giocarsela ad armi pari con i più forti, pensando un po’ più a capitalizzare. Per lui poi sembra essersi aperta la porta Suzuki. Con un Vinales in possibile partenza, Davide Brivio ha già contattato Zarco, anche se non basta.


Honda su Honda

Marc Marquez domina la gara con stile, classe e quella supremazia che, quando la moto funziona, lo contraddistingue dagli altri piloti. Il dubbio viene proprio per lei, la Honda RC213. Dani Pedrosa non riesce a guidarla ed è salito sul podio semplicemente perché Vinales, Iannone, Dovizioso, Lorenzo e Redding non hanno finito la gara. Lo ha detto lui stesso, un podio non conta nulla con un risultato del genere. L’impressione è che la Casa dell’Ala stia lavorando molto per migliorare anche se sembra lo stia facendo dall’altro lato del box: Marquez sente la moto sempre più sua, Pedrosa non riesce ad uscirne. Certo, il primo è più veloce, ma a Dani non è mai mancato il talento ed è possibile che la Casa di Tokyo stia lavorando per assecondare le richieste di Marc, sviluppando una moto inguidabile per il compagno di squadra. È per questo che, se fossimo ai vertici di HRC, probabilmente ci sbrigheremmo a rinnovare il contratto di Pedrosa. Almeno per adesso è meglio non far fuggire un professionista di questo calibro verso altri lidi, KTM o Suzuki che siano.


Quo vadis, Jorge?

Una cosa buona l’ha fatta anche Jorge Lorenzo questo weekend, si è preso la colpa della sua brutta prestazione -che ha portato alla caduta- senza puntare il dito verso la sorte. Lorenzo è al centro del mercato, pare infatti che l’accordo con Ducati sia ormai solo questione di formalità. Al suo posto è ben accreditato Maverick Vinales, che si troverebbe nuovamente su di una quattro cilindri in linea al fianco di Rossi, con la miglior moto del lotto. Seconda ipotesi è quella di Andrea Iannone in Yamaha, anche se le dinamiche all’interno del Team Ducati sono piuttosto oscure.

Cowboys from Termas

Le moto sono già state smontate e stanno volando (in aereo oggi!) verso il GP delle Americhe ad Austin, in Texas. Qui Marc Marquez ha sempre vinto, oltretutto partendo dalla pole, ma quest’anno la Honda è in difetto verso i rivali in termini di velocità massima. Il lunghissimo rettilineo di 1,2Km -anche qui non è quello del traguardo- peserà sull’economia della corsa, quindi puntare sul 93 sarebbe azzardato. Bisogna poi vedere quali saranno le scelte proposte da Michelin, che dopo il secondo scoppio del posteriore -dechappamento per i più precisi- ha già prodotto una gomma del tutto nuova da portare al GP. Ad occhio e croce è il momento di Ducati. Qui l’anno scorso Dovizioso aveva conquistato un ottimo secondo posto, seguito da Valentino Rossi.

Rimanendo in ottica gomme, è possibile che dal Texas i sensori di pressione vengano installati su tutte le moto in modo da scongiurare possibili problemi. Se ci fossero stati sulla moto di Scott Redding -ed è Dorna a dover fare ammenda- a questo punto sapremmo qualcosa in più sui problemi di Michelin.

Appuntamento quindi a domenica 10 aprile 2016, quando la MotoGP partirà per la sua terza tappa in Texas.

Al momento a guidare la classifica troviamo il favorito al titolo con 41 punti, Marc Marquez, davanti a Valentino Rossi che ne incamera 33. Per la classifica completa aggiornata in tempo reale, cliccate qui.

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