Alfa Giulia storia di una vera icona Alfa Romeo

Alfa Romeo Giulia, la berlina sportiva
La storia di Alfa Romeo Giulia attraversa 15 anni fra i più significativi per l’industria ed il costume italiani, diventando una delle auto più vendute negli anni ’60 e 70′ dello storico marchio milanese. Famosa per la sua sportività e l’impressionante velocità che riusciva a raggiungere grazie al suo motore 1600, la Giulia è diventata celebre nell’immaginario collettivo non solo come auto in forza alla Polizia ma anche come la preferita dai malviventi per scappare velocemente dopo i colpi messi a segno. 

 

Un milione di vetture tra berlina, spider e GT
Un utilizzo certamente discutibile e a cui il marchio Alfa Romeo certo non si lega volentieri, ma che ha permesso alla Giulia di diventare protagonista di molti celebri film polizieschi anche successivi al 1977, anno in cui è uscita definitivamente di produzione dopo due generazioni e diversi restyling. Nei 15 anni di produzione sono uscite dagli stabilimenti di Milano Portello e Arese successivamente circa un milione di unità, di cui oltre la metà con carrozzeria berlina tre volumi classica, nonostante la gamma prevedesse anche le più sportive varianti Coupé e Spider, oggi tra le più quotate dai collezionisti di auto d’epoca per il fascino e per l’esiguo numero di esemplari circolanti.

 

Erede della Giulietta
Nata con il compito di sostituire la Giulietta, Alfa Romeo Giulia ne adotta lo schema meccanico di base a cui vengono aggiunti il cambio manuale a 5 rapporti, all’epoca adottato solo dalle vetture più sportive, e una nuova carrozzeria che, grazie alla coda tronca e ai profili laterali incavati permetteva di raggiungere una fluidità aerodinamica davvero soddisfacente, tanto da permettere all’azienda di coniare lo slogan pubblicitario “L’auto disegnata dal vento”.

 

La prima serie
La prima serie con cui Giulia si presenta ai clienti italiani ed europei possiede un potente motore da 1570 cm cubi dalla potenza di 92 CV nella versione denominata 1600 in virtù appunto della cubatura del propulsore benzina. L’aspetto è reso più sportivo dalla presenza nell’anteriore di quattro fanali, due più grandi esterni e due di ridotta circonferenza all’interno. Alcuni elementi come lo scomodo cambio al volante e il divanetto anteriore che omologava la vettura per il trasporto di 6 persone vengono abbandonati dal successivo restyling del 1964.

 

La versione Super capace di oltre 175 km/h di velocità
Nello stesso anno, il 1964, viene introdotta la versione d’accesso Giulia 1300 con motore da 1290 cm cubi e singolo carburatore a doppio corpo che porta la potenza a 78 CV. Il frontale è meno sportivo con la presenza di soli due fari e le dotazioni ridotte veramente al minimo, come testimonia la mancanza della luce di retromarcia e l’assenza di servofreno. Per entrambe le versioni esisteva poi la versione Super, dalle prestazioni migliorate e dall’allestimento più completo con la 1600 che raggiungeva i 112 CV di potenza e una velocità superiore ai 175 km/h, e la 1300 Super con potenza di 103 CV.

 

La seconda generazione e il flop del diesel
La gamma viene poi riunificata nel 1971, con un restyling che prevede così una sola versione, la Giulia Super, disponibile nelle versioni 1.3 da 89 CV e 1.6 da 102 CV. Nasce così la seconda generazione della Giulia, modificata nel frontale con un nuovo scudo Alfa Romeo, nuova mascherina nera, paraurti più avvolgenti, cofano anteriore e posteriore liscio e nuovi interni. Nessuna modifica invece alla gamma, che nonostante l’avanzare dell’età continuava a soddisfare ampiamente i gusti degli automobilisti. Solo nel 1976 viene introdotta una versione diesel, la Nuova Super Diesel, figlia della crisi petrolifera che si rileva però un fiasco in quanto molto lenta, con soli 55 CV, forte rumorosità e vibrazioni tali da provocare anche danni strutturali per via della mancata riprogettazione del telaio.

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