BMW M2 2016: la nostra prova in pista all’Hungaroring

MONSTER

M per la Casa dell’Elica è una lettera importante, quella del Motorsport ad essere precisi, la quale ha dato vita ad una famiglia di automobili raffinate, potenti e con la trazione posteriore a strappare asfalto ed emozioni a chi le guida. Oggi abbiamo avuto il piacere di guidare la più piccola -tutto è relativo- della Serie M, la BMW M2 Coupé. Il poderoso motore da 3,0 litri da sei cilindri in linea alimentato a benzina eroga 370CV e 500Nm di coppia massima, scaricando la potenza a terra in maniera esemplare, senza indugi. Per questo test in anteprima abbiamo provato l’auto sull’Hungaroring, il tortuoso circuito alle porte di Budapest su cui si disputa il Gran Premio di Ungheria della Formula 1, mentre poi abbiamo portato la nostra M2 sulle strade della capitale.

 

MONSTER 2

La linea della BMW M2 Coupé è tagliente ed affilata come d’altronde ci si aspetta da un’automobile di questo lignaggio e, rispetto alla Serie 2, si fa più aggressiva pur mantenendo alcuni tratti in comune con la sorella. Il frontale è caratterizzato da geometrie pensate per ottimizzare i flussi d’aria all’interno del motore, con le bocchette laterali che aiutano a distinguere l’auto a primo colpo d’occhio e sono -forse è soggettivo- davvero ben riuscite. Il cofano e le fiancate presentano diverse nervature, mentre al posteriore troviamo due doppi terminali di scarico ed uno spoiler sottile quanto elegante. Sulla fiancata poi, la branchia col logo M ci ricorda su cosa abbiamo messo gli occhi. Belli infine i cerchi in alluminio da 19” a cinque razze sdoppiate. La piattaforma derivata dalla Serie 1, più precisamente la 135i Coupé M, è stata ampiamente rielaborata fino a spazzare via ogni dubbio sul carattere sportivo dell’auto.


Uno sguardo al motore

Più che la patente, qui ci serve il porto d’armi

Bmw-M2-coupeLa BMW M2 Coupé monta il già citato motore da 3,0 litri TwinPower Turbo a sei cilindri in linea alimentato a benzina, con un compressore TwinScroll che permette di essere utilizzato da due diversi canali per i gas di scarico, offrendo quindi meno ingombro ed una risposta più diretta dell’erogazione. Quest’ultima si interfaccia all’alzata variabile delle valvole (sistema Valvetronic) e l’High Precision Injection, un sistema in cui l’iniettore lavora ad tempo minimo di 0,27 millesimi di secondo -si, è pochissimo- e di conseguenza permette di offrire sempre una carburazione ideale.

La lubrificazione del motore viene garantita a tutti gli organi meccanici indipendentemente dall’assetto, grazie ad un impianto dell’olio con pompa di reflusso che lavora sia in fase di accelerazione longitudinale che trasversale. In parole povere, una macchina da guerra.

I cavalli sulla scacchiera della BMW M2 Coupé sono 370, e scalpitano grazie ai 500Nm di coppia massima composta da 465Nm a cui se ne aggiungono 35 di overboost tra i 1.350 ed i 4.500 giri al minuto. I numeri prodotti da quest’accoppiata sono piuttosto eloquenti, la BMW M2 Coupé infatti accelera da 0 a 100Km/h in soli 4,5 secondi, per raggiungere poi una velocità massima (autolimitata!) di 250Km/h.

Alla presentazione ci hanno parlato anche di ottimi risultati per quanto riguarda i consumi, che secondo la casa si attestano a 8,5 litri di carburante per percorrere 100 chilometri nel ciclo misto, anche se per adesso bisognerà prenderli in parola: stare attenti ai consumi in pista sarebbe un po’ come comprare una tigre da salotto per poi darle ben poco da mangiare.


HUNGARORING, LA PROVA IN PISTA

Il tracciato ungherese si sviluppa per 4.381 metri, con 16 curve a comporre un percorso tortuoso e piuttosto difficile da interpretare, capace di mettere decisamente alla prova assetti e prestazioni, e che proprio per questo si fa piacere.

Gli interni sono decisamente sportivi, a partire dall’impugnatura del volante e continuando con P90199664_highRes_the-new-bmw-m2-coupe2l’ambiente che ci circonda. I rivestimenti in pelle presentano trapuntature in tinta con la carrozzeria. In questo caso siamo a bordo della versione con cambio automatico a doppia frizione M DGK a 7 rapporti, con paddle al volante e modalità sequenziale, ma volendo esiste anche il cambio manuale a 6 rapporti.

Dopo una lunga presentazione, l’unica cosa che abbiamo voglia di fare è premere su quel pulsante d’avvio, con la chiave Keyless in tasca ed il sedile ben regolato elettronicamente. Il motore si accende con un tuono roco, imponente, davvero pieno dall’interno. Merito anche dei terminali di scarico M Soundtrack, che rendono il tutto davvero estremo. Per farvene un’idea potete andare a questa pagina, dove BMW ha pensato di inserire le registrazioni di avvio, partenza, scalata e partenza con il Launch Control della M2 Coupé. Diciamo che rende bene l’idea, oltre a far venire voglia di preparare un assegno. Ma qui stiamo divagando, l’auto scalpita e ci viene spiegato che esistono tre diversi assetti: al Comfort si aggiungono lo Sport e lo Sport Plus.

Partiamo con il più estremo, che offre una rigidità ottimale ed il massimo rendimento da parte del nostro 3,0 litri turbo. Oltre al suono, quello che ci ha colpito -per fortuna solo metaforicamente- è l’incredibile spinta di quest’auto, abbinata ad una risposta dell’acceleratore pressoché immediata. Se è vero che la pista annulla il senso di velocità è altrettanto vero che con questa M2 si va fortissimo da subito, senza nemmeno accorgersene.

M2_D1_0094L’Hungaroring è un tracciato faticoso, perché ci impegna molto a disegnare le traiettorie nel modo giusto ed a lavorare parecchio di sterzo. Quest’ultimo è particolarmente preciso, si rivela subito capace di assecondare il pilota nelle sue intenzioni: il sistema Servotronic, con due diverse configurazioni ,si irrigidisce quando viaggiamo a velocità imbarazzanti e tende ad ammorbidirsi nelle curve più strette in cui è necessario pilotare velocemente l’auto. D’altronde, ci accorgiamo piuttosto in fretta che la BMW M2 permette più o meno di tutto. È facile inserirla dove vogliamo farla andare, perché la sua risposta è immediata ed i controlli elettronici fanno un gran lavoro per assecondare il pilota. Il controllo di trazione interagisce molto bene con il differenziale autobloccante elettronico, aiutando l’auto a ruotare con il posteriore nella guida al limite. All’Hungaroring emerge la grande tenuta della vettura che, nonostante il raggio delle curve sia estremamente variabile, riesce ad adattarsi sfruttando le sue dimensioni compatte ed il passo corto. L’agilità si sposa bene con la distribuzione dei pesi pressochè perfetta ed un’armonia complessiva nei trasferimenti di carico, mai violenti, a fare dell’M2 una macchina davvero stabile.

La frenata è molto potente, grazie a dischi in Componud M con uno spessore di 380mm all’ anteriore e 370mm al posteriore, su cui si stringonoBMW_M2_00041 pinze fisse a quattro pistoncini all’anteriore (due al posteriore) per rendere davvero efficacie la staccata pur mantenendo una buona modulabilità.

Mentre percorriamo l’ennesimo giro, ci viene spiegato che per aumentare la resistenza dell’auto sono stati aggiunti degli Air Cooler addizionali per l’olio trasmissione ed il radiatore motore.

Per concludere la sessione in pista poi, veniamo invitati a fianco del Pilota -la P maiuscola non è un refuso- Tom Bolmqvist, per quello che è stato uno dei giri più folli della nostra breve ma intensa carriera giornalistica.

Il nostro giro su strada ha dimostrato che si può utilizzare l’auto anche nella guida di tutti i giorni, impostando la modalità di guida su Comfort e procedendo con il piede leggero si può anche guidare nel traffico apprezzando le bellezze di Budapest. Le auto da sorpassare passano in un attimo, così come tutta la gente che si gira mentre passiamo, chi per la verniciatura Estoril Blu e chi per il suono dell’auto.

La nuova BMW M2 Coupé 2016 è già in vendita a 62.400€.

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