Concessionarie Auto folli e affamate come Apple o Amazon

Il mercato automotive mondiale segnava già prima del Coronavirus segnali di profonda instabilità con produzioni superiori alle più rosee richieste con la conseguenza di marginalità sempre più ridotte, guerre promozionali e debolezze strutturali che non facevano presagire nulla di buono aggravata dalla rivoluzione elettrica che drenava oltre 200 miliardi di investimenti e soprattutto un necessario cambio della modalità di produzione, distribuzione e vendita.

In uno scenario già critico, l’arrivo del Coronavirus con il conseguente lockdown mondiale con conseguente blocco totale di produzione, distribuzione e vendita ha portato la situazione ad un livello di guardia che necessita in una prima fase di interventi statali in termini di normative rivedute ed incentivi a favore dell’acquisto dei veicoli.

Le Concessionarie Auto, specialmente in Italia, già prima del COVID-19 erano decisamente in prima linea ed oggi sono ancora più esposte dovendo da un lato assorbire la produzione non ancora venduta (il cosiddetto stock) pari ad un valore di circa 7 miliardi di euro (più di 300.000 veicoli di cui molti Diesel) e dall’altro attendere i modelli ordinati dai loro Clienti perchè il blocco delle fabbriche e dei fornitori ha inevitabilmente allungato i tempi di consegna.

I concessionari ed i loro team dovranno quindi tirare fuori tutta la loro follia e fame per vincere questa importante sfida che richiede un nuova visione del mercato sfruttando al meglio pensiero laterale, fantasia e creatività per superare l’ennesima sfida che negli ultimi anni ha già messo a dura prova i dealer. Già dopo la crisi del 2008 erano infatti scesi attorno a quota 1.600 dando lavoro a circa 200.000 persone con l’indotto e con un giro d’affari di circa 80 miliardi (come ci ricorda Federauto che riunisce i Concessionari Italiani). Se prendiamo poi tutta la filiera automotive arriviamo a superare il 10% di PIL e 1,2 milioni di occupati e fa davvero impressione notare la completa apatia del Governo che non comprende l’importanza di far ripartire l’automotive al pari del turismo, dell’industria e dei servizi senza più trascurare Sanità ed Istruzione come in passato.

Lo stesso fondatore della Apple era sicuramente affamato e folle nelle sue idee pur non avendo inventato nulla ma semplicemente unito varie parti che rivali come la stessa Sony possedevano al loro interno ma non vedevano unite e quindi l’Iphone fu lanciato dalla Apple spiazzando tutti come l’Ipod mise fine alla pirateria musicale e via seguendo… Lo stare fermo e non comprendere che i cambiamenti sono continui ha portato alla quasi scomparsa della Nokia e della Polaroid pur avesse nel proprio centro e ricerche sviluppato la fotografia digitale ben prima della stessa rivoluzione… Lo stesso Jeff Bezos è stato decisamente folle ed affamato per riuscire a creare Amazon fino a portarla ad una capitalizzazione di borsa di 1.187 miliardi di dollari ( 8.5.20) mentre Apple ne vale 1.344 miliardi, superata da Microsoft sopra quota 1.400 contro i solo 946 miliardi di Google.

Tutte company che in maniera più o meno indiretta sono legate alla stessa automotive attraverso i loro software o sistemi collegati alla mobilità giocando sul fatto che le auto del futuro saranno autonome, connesse ed elettriche: tre elementi dove gli statunitensi ed i cinesi purtroppo superano gli europei.

L’automotive deve completamente rinnovarsi in ogni livello se pensiamo che la leader Toyota capitalizza “appena” 171 miliardi che però sono lo stesso valore di capitalizzazione di tutte le sue rivali tradizionali statunitensi ed europee messe insieme escludendo però Tesla che in fatto di follia e fame non teme rivali grazie ad Elon Musk che fra razzi, supercharger, tecnologie avveniristiche, distribuzione snella e design capitalizza più di 150 miliardi e qualche operatore di borsa ipotizza che possa arrivare a 1.500 superando quindi la stessa creatura di Bill Gates! Insomma la follia se focalizzata su una visione precisa porta bene…

Certo direte che gli USA non sono l’Italia o l’europa , ma la fame e follia dovranno riempire le stesse concessionarie italiane per rilanciare un mercato che dovrà essere completamente ripensato dopo il Coronavirus con tante ombre (due mesi di vendite bruciate) ma anche interessanti luci fra cui il trasporto pubblico al collasso a causa del distanziamento che rende treni, aerei, metro e pullman assai problematici e la stessa voglia degli italiani di cambiare auto (nuova o usata che sia) come confermato dalla stessa Findomestic in questi giorni. La stessa riapertura dei Concessionari ha subito riempito le officine mentre la parte commerciale è ancora ben lontana dai valori ante COVID-19 ma si respira tanta voglia di tornare alla normalità e persino le cabrio stanno ritornando in auge nell’ usato perchè sinonimo di libertà.

Stando negli USA è ormai analizzata pure nelle Università Carvana.com che ha rivoluzionato il mercato dell’auto statunitense tanto da essere paragonata ad un Amazon delle quattro ruote! La forza di Carvana è l’idea amplificata dalla borsa che ha spinto la capitalizzazione della società a 16,6 miliardi di dollari pari a quella di FCA …
Possibile che nessun dealer abbia un’idea altrettanto stimolante da conquistare non solo investitori ma anche clienti che diventino poi anche finanziatori e promotori che è stato capace Tesla che vende a loro auto e spesso pure titoli azionari… Oscar Farinetti, dopo Unieuro e Eataly ora vuole puntare sulla green economy e sulla mobilità elettrica con un progetto di cui trovate a questo link i dettagli.

Folli ed affamati per i Dealer italiani significa alzare le già ottime antenne e valutare tutte le opzioni a partire da quelle inesplorate per trovare sentieri nuovi e profittevoli. Noi stessi in questi mesi speciali abbiamo avuto modo di parlare (telefonicamente) con molti manager, titolari, amministratori, venditori scoprendo casi di successo anche in un periodo in cui teoricamente tutto avrebbe dovuto andare a rotoli.

Proprio oggi abbiamo raccolto la testimonianza telefonica di Matthias Moser di Porsche Holding e Managing Director/CEO del Gruppo Eurocar Italia, fra i protagonisti nazionali del settore distributivo automobilistico con circa 1.250 distribuiti in 29 sedi con una crescita impressionante se pensiamo che nel 2017 le sedi erano solo 5 per crescere grazie all’integrazione con Volkswagen Group Firenze e successivamente Gruppo Bonaldi (Bergamo-2018) Vicentini (Verona – 2018), Gruppo Dorigoni (Trento 2019), Gruppo Saottini (Brescia 2019) e di Iob Silvano & C. (Gemona Udine 2019). Una crescita mai vista prima nella storia italiana con la capacità di aggregare, unire senza sdradicare le esperienze di Concessionari e Gruppi che hanno fatto la storia nei loro territori, dando ad Eurocar un DNA esclusivo paragonabile a quello che ha fatto Google “leggendo” e scansionando tutti i testi delle più importanti biblioteche mondiali rendendo il proprio algoritmo il professore più colto del mondo!

Moser ci ha brevemente dichiarato che ancora presto per fare bilanci da post Coronavirus poichè una settimana di attività è davvero poca con molta gente che pensa che le Concessionarie siano ancora chiuse. Bisognerà quindi attendere il 18 maggio per avere una situazione più chiara e fine maggio per capire la reale situazione. Ad oggi anche Eurocar è soddisfatta per la parte assistenza dove si lavora a pieno regime, mentre il livello commerciale si è ripreso ma non può certo essere ancora equiparato a prima del lockdown. Non ci sono fasce che stanno particolarmente soffrendo e la ripresa è piuttosto uniforme in tutta l’area coperta da Eurocar.

Tornando a noi, sicuramente la “comfort zone” scordiamocela e sfruttiamo ciò che è davanti a noi e che nessuno guarda perchè di fronte (non a caso si dice che per nascondere qualcosa o la si mette nella seconda pagina di google search o si mette nella posizione più visibile perchè l’occhio non la vedrà (Cappella degli Scrovegni a Padova di Giotto docet, ma anche Leonardo da Vinci era un maestro in materia). Apriamo bene gli occhi, le orecchie, il naso (mascherina permettendo), la bocca per cogliere ogni opportunità che questa situazione ha creato e che confidiamo sia in parte ammortizzata nella prima fase da interventi statali per favorire i consumi e dare fiato ad imprese spesso già sottopressione da un mercato complesso.
Il Lockdown ha creato grandi danni (necessario certo per la salute ma devastante per il resto) ma ha anche distrutto tutte le passate abitudini che dopo 21 giorni di inattività si disperdono portandone di nuove e creando una sorta di reset che ora può essere colmato in positivo (noi siamo ottimisti di natura..)

Buona ripartenza quindi a tutti gli italiani e italiane confidando già oggi di poter raccontare di storie di follia potendone vantare un buon livello considerando che noi stessi abbiamo lanciato www.infomotori.com nel 1997 (anno in cui sono nati anche Google e Netflix…) e nel 2017 abbiamo deciso di dare spazio all’elettrico superando i 150.000 km in modalità elettrica fino a giungere a creare la comunità di owner elettrici più numerosa d’Italia con andiamoelettrico.it così come l’aver creato il primo premio/riconoscimento per i Concessionari più talentuosi con Top Dealers Italia. La follia può essere piccola come la fame considerando che l’appetito vien mangiando!

Parlando con molti titolari e manager (in video conferenza o telefonicamente) abbiamo apprezzato la voglia di riprendere e migliorarsi con idee che certamente cambieranno lo stesso modo di gestire e fruire del proprio mezzo di trasporto privato con servizi e modalità impensabili fino a pochi mesi fa.

Stay foolish, stay hungry a tutti e ci piacerebbe raccontare le vostre ultime e, soprattutto, prossime follie!

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