Ferrari Daytona SP3: la terza Icona di Maranello spinge il V12 a 840 cavalli

A Maranello ci sono riusciti di nuovo: dopo le splendide Monza SP1 (monoposto) e SP2 (biposto), la famiglia Icona dà il benvenuto a una terza stella che prende il nome di Ferrari Daytona SP3, la quale vuole rendere omaggio alle mai dimenticate 330 P3/P4 che presero parte alla 24 Ore di Le Mans degli anni ’60 nonchè alle altre Sport Prototipo della stessa epoca, tra cui le 512 S e M. In consegna entro la fine del 2022, sarà prodotta in soli 599 esemplari già venduti tutti al costo unitario di 2 milioni di Euro. Ma andiamo con ordine…

FERRARI DAYTONA SP3: CARROZZERIA TARGA CON LINEE SENZA TEMPO

Da un primo sguardo alle foto presenti in gallery, è facile capire quanto la nuova Ferrari Daytona SP3 sia speciale: la volontà degli ingegneri di Maranello è stata quella di creare una vettura che sapesse fondere il passato glorioso del Cavallino con tutte le recenti innovazioni in fatto di stile, aerodinamica e motore… e il risultato ottenuto è senza ombra di dubbio spettacolare. Le linee estetiche sono filanti e muscolose nei punti giusti, con un anteriore dominato dalla grande griglia centrale sormontata da una linea orizzontale che ospita ai lati le luci diurne e i gruppi ottici attivati da una “palpebra” a scomparsa.

Ai lati della mascherina sono presenti inoltre delle “lame” orizzontali che definiscono le prese d’aria, mentre il cofano propone due sfoghi che rappresentano la parte funzionale del sistema S-Duct. L’abitacolo, affusolato con parabrezza a goccia, è inserito tra due fiancate con passaruota estremamente pronunciati (dove sono posti anche gli specchietti retrovisori) e portiere ad apertura verso l’alto, le quali includono le rientranze tipiche di un airbox il cui compito è quello di incanalare i flussi d’aria verso la parte posteriore della vettura.

Qui la Daytona SP3 ripropone il design della 250 P5 Berlinetta Speciale, caratterizzato da una serie di lame orizzontali che ricoprono l’intera larghezza della carreggiata e che includono non solo le due linee dei fari sotto lo spoiler, ma anche i due terminali di scarico a forma rettangolare e l’imponente estrattore in carbonio. Niente appendici aerodinamiche per la terza capostipite della famiglia Icona, che ospita il suo potentissimo V12 sotto una piccola apertura centrale del cofano motore ben integrata con il resto della coda.

FERRARI DAYTONA SP3: IL DODICI CILINDRI E’ DA RECORD

Abbiamo parlato di V12 e per una vettura esclusiva come la Daytona SP3 il marchio Ferrari non poteva di certo scegliere diversamente: la nuova Icona del Cavallino Rampante utilizza la base tecnica della 812 Competizione ereditando il suo dodici cilindri a V aspirato di 65° (sigla F140HC) con cilindrata pari a 6.5 Litri, stavolta installato in posizione centrale-posteriore e ulteriormente potenziato dal punto di vista prestazionale.

La vetta toccata dagli ingegneri di Maranello è di 840 cavalli a 9.250 giri al minuto e 697 Nm a 7.250 RPM con zona rossa a 9.500, ottenuti grazie a bielle in titanio, pistoni e spinotti con rivestimento DLC (Diamond-Like Carbon), aspirazione e scarico ottimizzati e una riduzione in peso del 3% rispetto a quello dell’unità originale. La trazione, ovviamente posteriore, è gestita dal cambio automatico a doppia frizione a sette rapporti, che dà sicuramente il suo contributo nel raggiungere la velocità massima di 340 km/h e nel fermare il cronometro dello 0-100 in soli 2,85 secondi (7,4 per raggiungere i 200 orari).

FERRARI DAYTONA SP3: L’AERODINAMICA E’ SOLO PASSIVA

Dal momento che l’intenzione degli ingegneri Ferrari è stata quella di modernizzare senza esagerazioni tecniche le scelte stilistiche degli Sport Prototipi del passato, la nuova Daytona SP3 rinuncia a bargeboards e alette attive puntando su un’aerodinamica completamente passiva ma, allo stesso tempo, efficiente sotto ogni punto di vista. All’anteriore è stato posizionato il radiatore per il raffreddamento del V12 (con due sfoghi specifici proprio sul cofano), mentre quelli del gruppo cambio-frizione e dell’olio sono stati posti rispettivamente sulla fiancata sinistra e su quella destra.

Entrambe possono sfruttare le innovative aperture sulle portiere, che garantiscono un ricircolo ottimale dei flussi dell’aria evitando quindi l’aumento del calore dovuto alla mancanza di dispositivi aerodinamici di tipo attivo. La produzione della downforce, invece, è assicurata all’avantreno dai piccoli supporti posizionati all’estremità del paraurti insieme al particolare disegno dei cerchi, e al retrotreno dalla forma dello spoiler a tutta larghezza e dalla presenza dei “camini” ai fianchi del cofano motore, che catturano l’aria dal fondo della vettura per poi direzionarla verso la coda.

FERRARI DAYTONA SP3: ABITACOLO NEL SEGNO DELLA TRADIZIONE

L’ispirazione avuta dagli Sport Prototipi degli anni ’60 si può infine rintracciare anche negli interni, minimalisti per quanto riguarda la plancia e con due sedili direttamente integrati nella scocca in carbonio della vettura. Le Ferrari 330 P3/P4 dell’epoca utilizzavano i cosiddetti “materassini sellati”, che sulla Daytona SP3 sono stati trasformati in due sedute comode ed eleganti unite con dei rivestimenti azzurri che poi si ritrovano anche sui pannelli delle portiere.

I sedili, in realtà, non possono essere regolati per cui la possibilità di rendere la SP3 praticamente “su misura” è data dalle numerose personalizzazioni della pedaliera e del piantone di sterzo. Benchè essenziale nel suo aspetto, la plancia assicura la piena digitalizzazione dell’esperienza di guida grazie al digital cockpit da 16” davanti al pilota e ai numerosi comandi presenti nel tunnel centrale – tra i quali quello per l’attivazione della copertura in tela da utilizzare in caso di maltempo.

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