Dalla Ford Modello T di inizio ‘900 sono passati tanti anni, tant’è che l’automobile, intesa come mezzo di trasporto, è andato incontro a una continua e progressiva trasformazione fino ai giorni nostri, dove le tradizionali motorizzazioni a benzina e diesel sono state affiancate dalle sempre più apprezzate vetture ad alimentazione elettrica e ibrida. Una cosa, tuttavia, è certa e ben assodata: nonostante l’introduzione di veicoli “green” volti alla progressiva sostituzione delle quattro ruote, le auto sono un bene che le persone difficilmente abbandoneranno del tutto nei prossimi dieci anni.
A confermarlo è un’indagine condotta da Innofact in collaborazione con Bosch, che insieme hanno intervistato ben 2.619 automobilisti in quattro dei principali Paesi europei: tra Italia, Germania, Francia e Regno Unito, la risposta più importante con il 48% di voti è stata quella di “non saper vivere senza un’automobile“, affiancata da un 31% che potrebbe farne a meno solo parzialmente e da un restante 21% che, invece, saprebbe cavarsela anche senza la sua presenza nella propria vita quotidiana.
I motivi di questa scelta sono quelli che potete immaginare: flessibilità limitata, dipendenza dall’automobile a causa del lavoro e alternative non all’altezza con la comodità che un’auto è in grado di garantire. Confrontando i dati globali con le risposte dei quattro Paesi presi singolarmente, la percentuale vincente sale addirittura oltre il 60%: i motivi dell’acquisto, inoltre, sono indicati nell’ordine per ragioni di sicurezza (79%), prezzo d’acquisto rispetto ad altre alternative (78%) e interazione con le infrastrutture cittadine (71%), nelle quali l’accesso ai servizi pubblici con un proprio mezzo di trasporto rappresenta sicuramente la soluzione migliore in termini di comodità, costi da sostenere e tempi impiegati quotidianamente.
Da questa indagine, che ha coinvolto una fascia di popolazione con età compresa tra i 18 e i 29 anni, si viene a creare tuttavia una domanda molto importante a cui rispondere: “Come saranno le auto che guideremo in futuro?“. Il focus, ovviamente, è rivolto verso la motorizzazione che sarà scelta con maggiore frequenza (e soddisfazione) da parte degli utenti: benzina o diesel? Elettrico o ibrido? O magari idrogeno? La risposta, tuttavia, non è così semplice da dare: grazie ai dati raccolti da Bosch, è la stessa Commissione Europea a sollevare la questione, affermando che “nei prossimi 40 anni, nessun tipo di motorizzazione soddisferà da solo tutti i criteri chiave per l’economia, le prestazioni e l’ambiente: diverse forme di alimentazione incontreranno esigenze diversificate da parte dei consumatori, per cui è probabile che a livello mondiale si passerà dal tradizionale motore endotermico a un ventaglio di sistemi in cui i veicoli BEV (elettrici a batterie) e FCEV (elettrici fuel cell a idrogeno) svolgeranno un ruolo complementare“.
Seguendo lo schema che potete vedere rappresentato qua sopra, l’indagine svolta da Bosch prende come punto di riferimento le vetture a motore endotermico, un’alimentazione che ancora oggi sarebbe scelta da ben il 61% degli intervistati. In vista del 2030, tuttavia, il 64% degli automobilisti presi in considerazione ha anche affermato che l’elettrico sarà la tecnologia del futuro, il che porta in gioco tutte le varie sfaccettature in cui esso è stato sviluppato negli ultimi tempi. Dalle BEV elettriche, indicate per auto piccole e spostamenti limitati, alle PHEV ibride “alla spina” fino alle FCEV ad idrogeno, pensate per viaggi più lunghi e vetture dalle dimensioni più importanti.
Lo stesso idrogeno, a sua volta, è visto come un’altra tecnologia fondamentale per il futuro dell’automobile e che potrebbe progressivamente sostituire, in una finestra temporale di dieci anni con termine ultimo il 2030, le tradizionali motorizzazioni benzina e diesel. Anche questi, fortunatamente, andranno presto incontro ad aggiornamenti per rimanere al passo con i tempi: lo sviluppo di trattamenti dei gas di scarico più moderni e l’utilizzo di carburanti sintetici ottenuti tramite l’impiego delle energie rinnovabili aiuteranno sicuramente a ridurre le emissioni inquinanti fino a un 70% in meno rispetto all’attuale standard Euro 6d-Final, al fine di raggiungere il tanto agognato “bilanciamento neutro” di queste unità in ottica CO2. Insomma, con questi presupposti il futuro non è mai stato così “green”…