Le batterie esauste delle auto elettriche non verranno sprecate, serviranno alle ricariche

L’imminente arrivo delle auto elettriche nella nostra quotidianità si è portato dietro una lunga serie di strascichi, tra improbabili previsioni e paure più o meno giustificate. La società Connected Energy ha lavorato con il Gruppo Renault per ovviare ai due problemi che limitano maggiormente la scelta dell’elettrico come carburante del futuro. Il primo, ovviamente, è legato ai tempi di ricarica: aspettare dalle 10 alle 16 ore per un pieno può essere possibile nel caso in cui utilizziate l’auto per il canonico casa-lavoro ma diventa insostenibile nei lunghi viaggi.

Il secondo è legato al componente più importante per l’auto elettrica, la batteria. Renault infatti ha dichiarato che una batteria -mediamente sfruttata- può durare dagli 8 ai 10 anni a seconda dei casi. A quel punto dovreste essere pronti a buttare 200Kg di litio e ricomprare altre batterie (spendendo quanto in proporzione al costo della vettura?), oltre al fatto che qualcuno dovrebbe trovare una maniera sostenibile per smaltimento e riciclaggio.

 

Combinando le due cose, Connected Energy ha sviluppato E-STOR, un sistema che punta a semplificare di molto questi procedimenti. Le stazioni E-STOR immagazzinano energia utilizzando batterie ormai esauste -fornite dal Gruppo Renault-, batterie che poi trasferiranno la potenza immagazzinata (lentamente) alle auto che si fermano a ricaricare. In questo caso la velocità di rifornimento migliora sensibilmente, eliminando il problema delle lunghe soste.

Un risultato che le parti in causa sono fiere di presentare e che, apparentemente, potrà funzionare anche per le attività industriali: in questo caso le batterie esauste serviranno a trattenere l’energia raccolta da pannelli solari e impianti eolici di piccole dimensioni, per poi rilasciare la potenza necessaria nei momenti di maggior impiego.

Resta da capire per quanto tempo le batterie potranno svolgere questa seconda vita, nel frattempo però sono state già attivate due stazioni di ricarica in Belgio e Germania. Oltretutto il costo per convertire una normale stazione sembra essere molto basso: se così fosse si tratterebbe davvero di un sostanziale passo avanti. Staremo a verdere, il tempo è galantuomo.

 

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