Mercedes CLS Shooting Brake: test drive della lussuosa wagon tedesca

Mercedes CLS Shooting Brake
Bellissima ed eccezionale. Bastano due soli aggettivi per definire la Mercedes CLS Shooting Brake, riproposta dalla Casa di Stoccarda dopo nove anni. Senza esagerare, un vero gioiello di design e prestazioni da massimo dei voti per una vettura dallo stile inconfondibile, di un’eleganza assoluta e dalla dinamica di guida molto sicura ed emozionale. A mettere in evidenza la sua classe sono state le colline toscane del Chianti, in una provincia di Siena ancora affollata di turisti, la maggioranza stranieri, che rallentano non poco la circolazione per ammirare il panorama.
Al lancio nel 2004 i dirigenti tedeschi si chiesero se fossero riusciti a trovare spazio “in un segmento che non esiste”, così nacque la nicchia delle coupé a 4 porte e in Italia ne sono state vendute quasi 10 mila. L’intuito fu quello di coniugare due preferenze, seppur diverse: la station wagon e il coupé. Così la Shooting Brake (la prima auto di questo modello fu la Rolls Royce  Silver Ghost del 1910) divenne la SW del futuro. E ora viene riproposta a 5 porte (4.956 x 1.881 x H 1.416 mm ) con fari full led high performance (evoluzione dei bi-xeno), una linea laterale molto bella e filante, con finestratura continua a spiovere verso la coda.
Una coda senza fronzoli, che conferisce un accento particolare. Particolarissimo anche il bagagliaio, veramente molto ampio (fino a 1.550 litri di capienza, a discapito della linea sportiva piatta del tetto), impreziosito da un piano di ciliegio americano – un classico tra le essenze pregiate – che crea un contrasto con gli intarsi in quercia affumicata e con le guide in alluminio, attribuendo al bagagliaio l’eleganza dei ponti degli yacht, il fascino della tecnologia e della precisione.

Motore della Mercedes CLS Shooting Brake
Molto dinamico ed efficiente il motore 250 CDI Blue Efficiency da 204 cavalli, 500 Nm di coppia, un consumo medio di 5,3 litri di gasolio per 100 km e 139 g/km di emissioni nocive. Questo è il propulsore di base, al quale si aggiungono il 350 CDI da 265 cv e 620 Nm di coppia, il benzina 350 (entrambi a 6 cilindri) da 306 Cv e il 500 B.E. da 408 cavalli, V8 biturbo. Top di gamma il CLS 63 AMG, pure 8 cilindri a V, da ben 525 cavalli e 700 Nm di coppia, dotato di cambio sportivo a 7 marce Speedshift MCT. In versione «Edition 1» i valori salgono a 557 CV e 800 Nm. Una vera “bomba”, dal sound molto accattivante.
La combinazione poi tra assetto sportivo Ride Control con ammortizzatori a regolazione elettrica, sterzo parametrico sportivo elettromeccanico AMG e (a richiesta) impianto frenante ceramico ad alte prestazioni, assicura un dinamismo ai massimi livelli. Dal punto di vista estetico, la CLS 63 AMG convince per l’atletica presenza e per un design di esterni e interni spiccatamente identitario.

Al volante della Mercedes CLS Shooting Brake
Abbiamo testato la CLS 350 Blue Efficiency dall’aeroporto di Peretola in un ampio giro fino al castello di Casole d’Elsa, e rientro a Firenze. Una vettura veramente con la V maiuscola, di una comodità e silenziosità eccezionale. Come pure un’ottima tenuta di strada, sulle impegnative curve della “Chiantigiana”, garantita costantemente dalle sospensioni pneumatiche – di serie – sull’asse posteriore. Il motore è di un’efficienza sorprendente. Difetti? Non li abbiamo trovati, a parte un prezzo di 73.400 euro, che giustifica però i contenuti.
Per la CLS Shooting Brake sono stati impiegati materiali leggeri, che contribuiscono in misura determinante a superare l’annoso conflitto tra peso contenuto e rigidità elevata. Le porte sono prive di cornice, con struttura completamente in alluminio, e pesano circa 32 kg in meno rispetto alle tradizionali porte in acciaio. Sono in alluminio anche il portellone posteriore, il cofano motore, il parafango anteriore, diversi profili portanti e i principali componenti di autotelaio e motore.
La CLS Shooting Brake interpreta un’evoluzione stilistica, basata su principi estetici e d’avanguardia, tale da inserirla nella straordinaria gamma dei nuovi concept, come la SLK che nel 1996, come primo Roadster con tetto in acciaio a scomparsa, dette vita a un genere a sé stante, o come la Classe M del 1998, il primo SUV di categoria superiore. Si tratta in sostanza di una sportiva dotata di 5 posti e di un grande portellone. È pensata specialmente per coloro che vogliono prendere le distanze dalla convenzionalità e che, viaggiando con stile, non desiderano rinunciare né alla sportività, né tanto meno a un generoso vano bagagli. Con tutte le carte in regola per diventare un modello di riferimento, pronto a inaugurare un nuovo segmento di mercato.

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