Mitsubishi L200: prova su strada del pick up estremo

Cinque metri di lunghezza, 1,8 di larghezza, 178 cv e un prezzo che si aggira sui 35.000 euro… Basterebbero questi numeri per capire che siamo di fronte a un mezzo decisamente particolare, se poi si guardano le foto del muso aggressivo, dell’ampio vano di carico e degli eleganti interni in pelle ecco che il quadro è completo. I pick up sono mezzi dall’origine e dalle caratteristiche decisamente americane, ma alla Mitsubishi hanno saputo “incrociare” questa tipologia di mezzi con la tecnologia derivata dalle 4×4 vincitrici della Dakar e con abitacoli degni di una berlina di lusso. Il risultato si chiama Mitsubishi L200, che nella versione provata da noi è mosso da un motore diesel da 2,5 litri in grado di erogare ben 178 cavalli, trazione a due o quattro ruote motrici e marce ridotte.

Il passaggio dalle due alle quattro ruote motrici può avvenire in marcia fino a 100 km/h senza perdere aderenza e senza doversi fermare, con un sistema di blocco del differenziale posteriore (automatico o selezionabile a pulsante a seconda delle versioni) che consente di avere il massimo della trazione anche su fondi con scarsa aderenza. All’anteriore Mitsubishi L200 monta delle sospensioni a doppi triangoli sovrapposti mentre l’assale posteriore agisce in modo da migliorare la stabilità in ogni condizione di guida.

Per quanto riguarda la sicurezza il Mitsubishi L200 è l’unico pick up del segmento dotato di controllo attivo della stabilità e della trazione (MASC/MATC) che agendo sulle singole ruote è in grado di mantenere l’aderenza del mezzo su ogni fondo e anche in situazioni di pieno carico, anche grazie alla valvola proporzionale sensibile al carico che determina la frenata sulle ruote posteriori ed evitando così il bloccaggio in caso di poco carico.

Gli interni sono un ottimo compromesso tra praticità, comfort ed eleganza, con il risultato che si viene accolti in un salotto ampio e con tutto ciò che serve immediatamente a portata di mano… se si esclude il comando di apertura del tappo serbatoio, misteriosamente nascosto sotto il piantone dello sterzo.

Mitsubishi L200, prova su strada
Evidentemente girare in città con un mezzo di queste proporzioni non è proprio la scelta migliore, anche se l’altezza da terra, la visibilità in tutte le direzioni e l’ottimo sterzo rendono l’esperienza meno traumatica di quanto possa apparire appena si sale a bordo… e si sale davvero, trovandosi seduti decisamente più in alto di quanto avvenga normalmente. Infatti una volta fatto l’occhio alle dimensioni muoversi con l’L200, anche grazie al cambio automatico, è come viaggiare su una berlina. A maggior ragione nel momento in cui ci si trovi ad affrontare un trasferimento autostradale: l’abitacolo oltre che confortevole è silenzioso e si può viaggiare per ore senza problemi… tranne quello del consumo. Sì, perché il pick up di Mitsubishi dati mole e aerodinamica in autostrada consuma parecchio, facendo fatica a scendere sotto i 12 litri per 100 chilometri.

D’altra parte l’origine e l’utilizzo di questo mezzo è un’altra: sia che lo si usi per lavoro sia per svaghi “ingombranti” il suo punto di forza è certamente nella capacità di carico e nell’affrontare qualunque tipo di tracciato come e meglio di tante 4×4, tanto da non far sentire la mancanza delle ruote tassellate anche sui fondi resi viscidi dalla pioggia (che ci ha accompagnato per lunga parte della prova…). Per mettere in difficoltà il Mitsubishi L200 bisogna impegnarsi davvero, e noi non ci siamo neanche avvicinati a quello che potrebbe essere il suo limite!

In sintesi L200 si è dimostrato un mezzo estremamente versatile, ma dedicato a una clientela ben precisa e che ha necessità (o desideri) particolari.

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