Peugeot Traveller sulla via del gusto insieme a Loison, Maculan, Nardini, Rigoni e Pennar

La via del gusto

La grande fortuna del nostro Paese parte dalle tradizioni. Storie di buon cibo e grandi idee, di vino, di leggerezza. L’Italia ed il suo Made in Italy è amato in tutto il mondo e se si va a tavola o in cucina si arriva a punte di vera adorazione. Dal Piemonte al Friuli passando per la Toscana fin giù alla Sicilia è un tripudio di eccellenze a cui partecipa a pieno titolo lo stesso Veneto.

Da qui arrivano grandi nomi come Alpinestars,Benetton,Calearo, Roberto Coin, Dainese, Diesel, Geox, Manfrotto, Texae Zambon,solo per citarne alcuni. Accanto all’industria meccanica e tessile troviamo poi un o splendido comparto agroalimentare. Per scoprire cinque delle diverse punte di diamante abbiamo coinvolto l’ufficio stampa PSA che, ben volentieri, ci ha messo a disposizione una limousine degna della missione, un Peugeot Traveller 8 posti rigorosamente nero con interni in pelle (nera) e superfiniture.

In questo modo abbiamo raggiunto -e fatto salire a bordo- cinque maestri del gusto e delle tradizioni che rappresentano un vero orgoglio per l’Italia e la stessa Unione Europea.

Un sabato, 90 chilometri di strade di pianura, collina e montagna con Peugeot Traveller. Cinque tappe per cinque personalità di notevole spessore, è così che comincia a prendere forma la nostra via del gusto.

The Five Points e i Cinque Sensi

Il primo passo è quello che ci porta dalla redazione di infomotori.com, in centro a Vicenza, al sito produttivo di Dario Loison a Costabissara che, per chi non ha nulla a che vedere con i dolci, è chi produce il panettone per Buckingham Palace e per le alte sfere dello Stato Vaticano. Suo anche il famoso Panettone Milano, tralasciando prodotti che negli anni sono stati affiancati a questa primizia , dai Macaron ai pasticcini.

Dario ci aspetta con un sorriso secondo solo al panettone che stringe tra le braccia. Dieci chili di prelibatezza incartata, che Dio la benedica, pronta a salire sul nostro Peugeot Traveller. Dario ci porta nel museo dedicato all’azienda, nata per altro nel 1938 ma portata in alto dal suo lavoro ventennale, insieme a sua moglie Sonia e ad una buona squadra di collaboratori. Vediamo tante cose impressionanti, tra cui diversi macchinari dei primi del Novecento come un’impastatrice del tutto funzionante. Bastaa capire il perché esporti i suoi dolci prodotti in oltre 50 Paesi, Australia compresa!

Per la seconda tappa ci spostiamo a Breganze, dove troviamo ad aspettarci l’eclettico Fausto Maculan. Breganze ora è Città del Vino e Capitale del Vespaiolo, ma non lo è sempre stata: Fausto ha portato energia e prestigio alla sua città grazie alle sue idee che, in primis, prendono il nome di Dindarello e Torcolato, per non parlare del rosso Fratta che fa arrossire blasonate cantine.

Maculan è un grande appassionato di architettura, fotografia e -come potrebbe essere altrimenti- vini pregiati. Entriamo nella ordinata cantina dove sono a riposare le preziose botti delle ultime annate. C’è anche il Prosecco, vera novità per Maculan e già punto di riferimento per diversi concorrenti. Scendiamo nella cantina, dove Fausto ci spiega allegramente che chi ha curato le luci ha voluto rendere l’idea dell’albeggiare sulle barrique, così pian piano viene svelato anche il Caveau dove tiene bottiglie importanti -da altre boutique sparse per il mondo- molte delle quali basterebbero per acquistare un SUV di lusso.

Dopo un lungo giro dell’azienda ed un rapido brindisi ripartiamo per una delle pietre miliari della regione, la Distilleria Bortolo Nardini a Bassano del Grappa.

L’appuntamento è alle Bolle di Massimiliano Fuksas, costruite per rendere omaggio all’azienda in occasione del suo 225° Anniversario. Era il 2004, lasciamo a voi il resto dei conti. Nardini è certamente la distilleria più antica d’Italia, se non d’Europa: anche i whisky torbati delle Highland scozzesi pagano qualche decennio dalla storica azienda bassanese. Angelo Nardini, insieme alla Responsabile del suggestivo centro polivalente che include il laboratorio, Silvana Bicego, si presenta estremamente cordiale ed organizzato. Facciamo una rapida visita alla parte storica delle cantine, dove abbiamo il grande privilegio di assaggiare una grappa del 1959.

Poi ci spostiamo alle Bolleluogo a dir poco magico- per assaporare il mezzo e mezzo, vero mantra dei bassanesi quando si tratta di prendere l’aperitivo. Abbiamo poi ripreso il viaggio con il nostro Peugeot Traveller verso il Golf Club di Asiago, che con i suoi 1.000 metri d’altitudine è uno dei 18 buche più alti d’Italia.

Un piccolo pensiero lo dobbiamo al mezzo che, da Bassano del Grappa, ci ha portati fino all’ Altopiano per una strada stretta e nervosa senza troppi patemi. Peugeot Traveller quindi se l’è cavata davvero egregiamente, anche considerando il carico di personalità e prodotti -in formato magnum- che si è trovato a trasportare.

Una volta arrivati troviamo uno dei più grandi sostenitori dell’unico campo da 18 buche delle montagne venete, Luigi Rigoni. Le confetture Rigoni di Asiago come le conosciamo sono nate alla fine degli anni Settanta, quando il mercato era ancora molto indietro sul fronte dei prodotti biologici. Oggi il marchio punta forte su Nocciolata e Fiordifrutta, oltre al miele con il quale la nonna di Luigi si guadagnava qualcosa nel primo dopoguerra. Portare l’azienda ad un fatturato di centoquindici milioni di Euro in un anno, oltre ad aprire una sede negli Stati Uniti nell’ormai lontano 2007, è stato compito dell’uomo che ci troviamo davanti. Insieme alla propria famiglia, si caratterizza per una gentilezza disarmante e di un’umiltà difficile da trovare a questo mondo.

Concludiamo il nostro giro con il Caseificio Pennar: una volta arrivati all’Altopiano sarebbe stato troppo difficile rinunciare ai sapori del formaggio di Asiago, il quarto più amato d’Italia. Il Caseificio Pennar, ci spiegano, è l’unica sede produttiva di grandi volumi dove si può trovare il vero DOP, prodotto tutto l’anno, stagionato 40 mesi e lavorato secondo antiche tradizioni, oltre che curato con attenzione per il tempo necessario alla stagionatura. Se all’apparenza il caseificio potrebbe sembrare di media grandezza, una volta entrati ci accorgiamo che la maggior parte del lavoro viene effettuato nel sottosuolo, a dieci metri dalla superficie. L’ennesima visita straordinaria.

Traveller Experience

Ad ogni tappa, ovviamente, il protagonista del nostro speciale è salito in auto con noi: tutti nel Peugeot Traveller, con un’atmosfera difficile anche solo da immaginare nel mettere insieme imprenditori di questo livello. Il comfort di bordo in questo senso è stato provvidenziale, grazie a sei bocchette dell’aria dedicate a chi siede dietro, vetri oscurati, tende parasole estraibili e tavolini a scomparsa, senza dimenticarsi dei portelloni laterali azionabili elettricamente. Fortunatamente poi, il 2.0 litri Diesel da 180CV equipaggiato sul nostro Traveller era fornito del cambio automatico EAT6: la fluidità degli innesti e l’elasticità del motore -con 400Nm di coppia già a 2.000 giri- aiutano molto per offrire una guida quantomeno rilassante. Non ci resta che partire…col racconto!

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