Tassisti in agitazione si concentrano coi loro Taxi a Roma mentre Monti li rivede oggi

Il Governo Monti ha toccato la mina liberalizzazioni partendo dal basso e subito le categorie interessate hanno alzato le barricate. Le proteste più vigorose sono state quelle dei taxi, seguite dai distributori di carburante e quindi a ruota da tutte le altre corporazioni. In un momento così delicato per l’economia forse i tecnici del Governo Monti potevano concentrarsi sui poteri forti piuttosto che su tassisti e distributori di benzina che non vanno certo a Cortina d’Ampezzo coi loro SUV! Poste, banche, trasporti aerei e ferroviari ed energia sono sicuramente aree più interessanti per far risparmiare euro allo Stato, ai cittadini e rendere il nostro Paese più moderno e competitivo.
Ma vediamo come si sta evolvendo la situazione, decisamente fluida, partendo dai tassisti che hanno “occupato” Roma in attesa di conoscere come terminerà il confronto fra i loro rappresentanti sindacali ed il Governo Monti che ha deciso di rivederli anche oggi, mercoledì 18.

Le licenze dei taxi non si toccano
Il punto fermo dei tassisti è che non si possono aumentare le licenze e che ogni licenza deve corrispondere ad un solo taxi. Estendere le licenze significherebbe ridurre il valore delle stesse (oggi rappresentano la pensione del tassista poichè sono a numero limitato e quindi hanno un valore elevato in caso di cessione) e secondo i tassisti le nuove licenze non sarebbero acquistate da giovani ma da poteri forti che poi assumerebbero giovani per far guidare le loro vetture. I tassisti invece sono disponibili a rivedere il piano degli orari e rendere più flessibile la loro operatività di concerto coi comuni coi quali si confrontano per tutti gli aspetti, a partire dalle stesse tariffe.
Se il Governo Monti volesse liberalizzare le licenze e quindi aumentare il numero dei taxi, i tassisti denunciano il rischio di non riuscire nemmeno a pareggiare i costi e quindi sarebbero costretti a qualsiasi forma di protesta per difendere i loro interessi ed il loro lavoro. E ieri alcuni tassisti hanno dimostrato di essere particolarmente tesi tanto da lanciare persino petardi e qualche bomba carta per cominciare a farsi sentire oltre a minacciare i colleghi che prestavano regolare servizi e strattonare persino qualche giornalista ed operatore tv che riprendevano queste proteste.

Clima agitato per i taxi ma anche per i distributori di carburante
In base alla bozza del nuovo decreto, i gestori degli impianti di distribuzione possono acquistare benzina, diesel e Gpl da qualsiasi produttore o rivenditore, senza più dover rispettare le vecchie clausole sull’esclusiva nell’approvvigionamento, il che potrebbe voler dire una diminuzione del costo per litro ma anche una vera e propria rivoluzione per i gestori stessi.

Non sarebbe meglio partire da trasporti aerei, ferroviari, energia, poste e banche
Infomotori.com si domanda se, pur essendo corretto rivedere la gestione di tutte le categorie, a partire da quelle protette da ordini (giornalisti compresi!), il Governo Monti non farebbe forse meglio a partire dai “poteri forti” dimostrando che il principio di equità vale per tutti e non solo per i più piccoli.
L’aumento dei carburanti è stato infatti immediato (diremmo quasi fulmineo) mentre indennità e prebende varie di amministratori centrali o periferici (parlamento, regioni, provincie, ecc) sono state si ridotte ma a partire dal 2014/2015 sperando che non giungano ulteriori deroghe.
Pensiamo che sarebbe più facile convincere un tassista, un farmacista o un benzinaio ad accettare sacrifici se prima lo hanno fatto società come Poste, Alitalia (che ha il quasi monopolio della tratta Milano – Roma), Trenitalia e giganti vari che controllano aree estremamente importanti e strategiche per il Paese
Purtroppo  le categorie interessate dalle agitazioni sono moltissime e si va dagli avvocati ai medici di famiglia, dai farmacisti agli edicolanti, passando per notai e guardia medica. Insomma, una situazione non propriamente rosea, men che meno mentre in Sicilia sono in corso violentissime proteste.

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