Tesla Model X prova su strada, autonomia, tempi di ricarica e optional

Quali sono i limiti attuali della tecnologia nelle auto elettriche? Si può davvero pensare di utilizzare una auto elettrica come una qualsiasi vettura termica? Una Tesla può essere in tutto e per tutto considerata un sostituto di una auto “normale”? E ancora: quali sono i tempi di ricarica e le autonomie attuali? Lo abbiamo scoperto viaggiando da Milano fino a Belgrado a bordo di una Tesla Model X.

Uno dei sogni più ricorrenti di chi vi scrive è sempre stato quello di compiere una grande avventura a bordo di una macchina elettrica e quando si è presentata l’occasione di partecipare a questa spedizione non ho saputo rinunciare. Ripercorrere le tracce di Nikola Tesla partendo dal museo di macchine Enrico Bernardi di Padova (anche se nel mio caso sono partito da Milano) ed arrivando fino a Belgrado senza usare benzina è stata una grande avventura che difficilmente dimenticherò.

Nikola Tesla, l’uomo che inventò il ventunesimo secolo, è stata la persona che ha studiato la corrente elettrica e che ha permesso a noi tutti di avere la corrente elettrica nelle case e negli uffici. Le sue invenzioni hanno posto le basi per la corrente alternata, per i motori elettrici, per le radio (molti dei brevetti usati da Marconi erano di Tesla), per il laser e per i telecomandi – solo per citarne alcuni. Sono oltre 700 i brevetti depositati dal genio Serbo-Croato.

La carovana di auto da Milano: Tesla Model X e Tesla Model S
Quando si programma un viaggio così lungo è importante pianificare con estrema attenzione le tappe per la ricarica e in questo senso un grande aiuto viene dato dalla fitta rete di Tesla Supercharger che distribuisce corrente elettrica utile per le nostre batterie. Questi ultimi sono dei punti di ricarica veloce costruiti direttamente da Tesla e dislocati sul territorio nazionale ed internazionale che offrono una ricarica superveloce e in taluni casi gratuita. Alla data di redazione del presente articolo si contano 1.261 stazioni Supercharger con 10.021 paline Supercharger che permettono di viaggiare da Lisbona in Portogallo a Sørkjosen in Norvegia senza mai avere alcuna preoccupazione.

In caso di problemi si può sempre contare poi sulle strutture Destination Charging (delle colonnine di ricarica messe a disposizione dei clienti Tesla da parte di strutture private) oppure sulla infrastruttura pubblica che si incontra di volta in volta e che offre ricariche spesso meno veloci ma altrettanto utili.

L’autonomia di Tesla Model X
La domanda più ricorrente che viene posta quando si parla di un veicolo elettrico riguarda l’autonomia ovvero la distanza massima che si può percorrere con una sola ricarica. La risposta è che dipende sempre dallo stile di guida, dal numero di utilizzatori accesi all’interno della vettura e dalla velocità. Non immaginate quanto consumino i tergicristalli! Una guida aggressiva riduce sensibilmente la percorrenza massima così come l’uso dell’aria condizionata può essere di impatto anche se quest’ultima utilizza una pompa di calore per minimizzare i consumi di energia elettrica. Nell’ambito del viaggio da Milano a Belgrado non abbiamo rinunciato a nessuna comodità e abbiamo tenuto l’aria condizionata sempre accesa ed impostata sui 22°. Questo ha parzialmente aumentato i consumi ma ci ha permesso di affrontare un viaggio effettivamente comodo, vista anche la distanza da percorrere. Nel nostro caso, con auto carica di bagagli, quattro persone a bordo, aria condizionata ed andatura tra i 110 e 120 km/h siamo stati in grado di percorrere tranquillamente circa 400 km senza particolari preoccupazioni. Ne è testimonianza la tappa di rientro da Belgrado a Zagabria dove abbiamo percorso 373 km senza ricarica, con aria condizionata accesa, in quattro, con vettura carica di bagagli ad una media di 105/110 km/h.
Certo la velocità non è stata da Gran Premio ma se si cercano lunghe percorrenze si deve rinunciare a qualcosa e in questo caso al brivido dei 130 km/h.

Va detto peraltro che la Model X 100D è fortemente limitata dall’ingente mole della vettura non tanto in termini aerodinamici (visto il cx di 0,24) ma piuttosto per il peso di quasi 2.500 kg dato principalmente dalle batterie (considerato il fatto che il telaio è in alluminio). I dati dichiarati dalla casa sono come sempre più ottimistici ma va detto che ci trovavamo in condizioni di carico ai limiti e non abbiamo mai rinunciato a nulla. Verosimilmente due persone possono raggiungere la percorrenza di 450 km con una sola carica a patto di non esagerare.

I tempi di ricarica
I tempi di ricarica in colonnina Supercharger sono ridotti, tanto che spesso le vetture erano pronte a partire prima della carovana. Ce lo comunicava la pratica app sullo smartphone che mostrava in tempo reale la condizione delle batterie, la quantità di energia accumulata e da accumulare per proseguire il viaggio. Il navigatore, accessibile grazie ad un ampio display da 17 pollici, calcola infatti il tragitto da percorrere sulla base dei Tesla Supercharger e comunica al conducente il tempo necessario, di volta in volta, per fare rifornimento e la quantità di energia residua all’arrivo in colonnina. Il sistema funziona bene e spesso ci siamo trovati nella condizione di avere le auto cariche prima del previsto.

Il tempo di ricarica per una carica completa è di circa un’ora e trenta ma va precisato che non si ricorre quasi mai alla ricarica integrale se non in casi estremamente rari. Non si scarica mai tutto e non si ricarica mai al 100%. Di norma il range di ricarica parte da un 20% (punto in cui inizia la soglia di attenzione) all’80% – punto di prima saturazione delle batterie. In questo caso il tempo di ricarica ai Supercharger è di circa 30/40 minuti e permette appunto di avere una batteria pronta a percorrere circa 350/380 km in condizioni reali e senza rinunce.

Ma se l’80% si raggiunge in 30/40 minuti perché è necessario attendere oltre un’ora e mezza per una ricarica completa? Qui entra in gioco la fisica delle batterie 18650 di Panasonic opportunamente tarate per Tesla. Questi accumulatori hanno rappresentato e tutt’ora rappresentano lo standard mondiale per le case costruttrici di automobili: sono piccole celle dalla capacità ridotta che formano una grande batteria dalle prestazioni estreme. Queste singole celle accettano bene grandi quantità di energia solo nella prima fase di ricarica (diciamo fino al 50%), oltre la quale è prassi abbassare notevolmente l’energia immessa. Lo si fa per prevenire esplosioni, surriscaldamento e per preservare la durata delle batterie che hanno comunque una garanzia offerta da Tesla e che – leggendo i vari forum di “Teslari” (così si chiamano gli appassionati del marchio) – hanno una vita media ben superiore alle aspettative con degradi ridotti anche dopo molti anni.

La Tesla Model X
La Tesla Model X è una macchina davvero impressionante che ti fa innamorare del mondo elettrico e questo – detto da una persona appassionata del Flat Six – è una grande testimonianza di quanto questa vettura possa conquistare con il suo charme. Lo si nota dall’approccio “Silicon Valley” con cui gestisce le diverse situazioni: entrati a bordo basta premere il pulsante del freno per chiudere la portiera del conducente e le altre possono essere chiuse dal grande touch screen che ha una funzione “close all” per chiudere tutte le porte all’unisono. La funzionalità è sicuramente scenografica ma altrettanto utile. Altro approccio da Silicon Valley è dato dalla chiave, un vero e proprio concentrato di tecnologia, che permette di aprire e chiudere le portiere dell’auto e i due bagagliai (anteriore e posteriore).

A bordo la vita scorre tranquilla e ci si lascia coccolare dal piacevole silenzio o dall’importante impianto audio che offre di base servizi come Spotify Premium e TuneIn oltre a radio AM/FM/DAB. L’auto è comoda anche grazie ai sedili anteriori che offrono molteplici regolazioni e quando viene il momento di guidarla in maniera dinamica c’è da divertirsi. Il baricentro basso contribuisce a creare un mix davvero particolare con un rollio appena percettibile e sicuramente sotto la media per la tipologia di veicolo. L’accelerazione è bruciante e nonostante non sia il modello più performante (la P100D – modello di punta – è un vero missile terra-terra in grado di fare 0-100 in 3,1 secondi) ci si può togliere qualche sfizio anche senza pensare troppo alla batteria che comunque regge bene anche sonore spremute di energia. Nelle curve il baricentro basso aiuta molto e la scarsa tendenza ad allargare rende la macchina molto divertente.

Il sistema di Pilota Automatico
Noto ai più è il sistema di “guida autonoma” di Tesla che tecnicamente consiste in una ADAS di livello 3. Il sistema, optional da 5.600 euro, passa da una a quattro telecamere il cui operato è supportato da 12 sensori ultrasonici in grado di coprire a 360 gradi gli spazi circostanti. Il sistema mette in atto un cruise control adattivo che regola la velocità dal veicolo che precede, mantiene le corsie ed effettua il sorpasso ed il rientro di corsia. Quest’ultima funzionalità ogni tanto tentenna ma il sistema in generale funziona bene anche se nel caso in cui le linee non sono pienamente marcate. La guida risulta molto alleggerita sempre tenendo presente che si tratta di ADAS e non di guida autonoma e che le mani vanno sempre tenute saldamente sul volante.

Tesla Model X parte da 113.150, vanno aggiunti alcuni optional irrinunciabili quali il Pilota Automatico e la configurazione a sei posti.

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