[VIDEO] Prova in fuoristrada del nuovo Jeep Wrangler Rubicon 2019

Per affrontare il fuoristrada estremo, e battere il fango, occorre applicare la corretta tecnica di guida. E un vero fuoristrada, come il Wrangler Rubicon.

La Wrangler è la Jeep con le migliori prestazioni nell’off-road, perfetta incarnazione del claim del Marchio americano “Go Anywhere, Do Anything”. Siamo alla quarta generazione, e ora sono disponibili due nuove motorizzazioni: diesel 2,2 litri turbo, da 200 CV e benzina 2,0 litri, 270 CV, motore che equipaggia la Rubicon che abbiamo utilizzato in questo test in fuoristrada.

Siamo a Desenzano del Garda, e il tracciato di prova è ricavato sulle strade sterrate delle cave della zona. Offre vari tipi di fondo, terra, sassi, grosse pietre, e in questa occasione è più difficoltoso per il fango, causato dalle recenti piogge. Gli istruttori hanno scelto un tragitto con vari gradi di difficoltà e con alcune situazioni limite, in particolare ripide discese e salite, entrambe fangose, in cui è possibile avventurarsi solo con vetture adatte al fuoristrada estremo ed equipaggiate con pneumatici tassellati.

Come la nostra Wrangler Rubicon, con due sistemi di trazione (Command-Trac e Rock-Trac), i bloccaggi elettrici dei differenziali (Tru-Lock), la barra stabilizzatrice anteriore a scollegamento elettronico e i pneumatici BF Goodrich Mud Terrain da 17”. La Rubicon è progettata con ampi angoli di attacco, di dosso e di uscita, ed è equipaggiata con protezioni sottoscocca e rock rails per la guida off-road su terreni estremi. L’auto c’è, ma occorre anche saperla gestire e scegliere sempre la configurazione adatta agli ostacoli da superare. Vediamo le basi.

Fuoristrada estremo e controlli

Abbiamo a disposizione una gamma completa di impostazione del sistema di trazione: 2 ruote motrici a trazione posteriore; 4×4 automatica (si innesca in caso di necessità, utile su strada); 4×4 part time (fisso); 4×4 ridotte (rapporto 4:1); blocco del differenziale (solo posteriore o su entrambi gli assi); sgancio della barra anteriore (sway bar). In più c’è il Descend Control, il controllo della velocità in discesa.

Nella pratica del fuoristrada ogni situazione deve essere affrontata con la corretta impostazione dell’auto, e la prima operazione da fare è prepararla. Quindi fermarsi, ragionare, impostare i controlli e la trazione e poi partire. È un consiglio importante: nelle situazioni più critiche è bene prestare la massima attenzione alla guida, e non è sempre è facile agire sui comandi; a volte fermarsi è d’obbligo, poiché alcune operazioni non possono essere eseguite in movimento.

In fuoristrada si andrà quindi dalla configurazione minima, cioè con le due ruote motrici che si usano per i trasferimenti nelle strade più facili, al quella più tecnica, da adottare nelle situazioni critiche: 4×4 ridotte, blocco del differenziale anteriore e posteriore, sgancio della barra. In questo caso l’obiettivo è assicurare la massima trazione alle quattro ruote. Devono quindi essere sempre collegate, utilizzando il blocco del differenziale sui due assi, e mantenute il più possibile a contatto con il terreno, questo grazie allo sgancio della barra stabilizzatrice, operazione che permettere alle sospensioni di sfruttare in modo indipendente l‘intera escursione.

Andare piano

La regola principale del fuoristrada è la bassa velocità. Prima di tutto per salvaguardare i pneumatici e l’auto, una foratura potrebbe bloccare per ore e un danno grave può determinare la fine del viaggio. In questo caso la situazione è complicata dal fango, alcune pozzanghere potrebbero essere profonde, nascondere un masso, e per evitare di danneggiare un pneumatico o una sospensione vanno affrontate lentamente, anche se sembrano innocue.

Prima di affrontare un tratto critico è bene fermarsi e osservare bene dove si andrà a mettere le ruote, a volte è bene anche scendere e fare un sopralluogo, per vedere cosa c’è dietro una curva, una cunetta, un qualsiasi ostacolo alla vista.

Cosa fare in discesa

Dopo un breve trasferimento, quindi a bassa velocità, in cui le grosse buche sono digerite dalla Rubicon senza fare una piega, c’è la prima prova: la discesa. Se il fondo è buono non ci sono grosse difficoltà, basta guidare con il buonsenso e valutare il grip. Mai rilassarsi però, nell’off-road il fondo cambia continuamente e anche se si percorre un circuito può essere che dopo qualche passaggio le condizioni non siano più le stesse, a volte potrebbero cambiare anche notevolmente (per esempio per via di una frana).

In questo caso il fondo è fangoso, quindi doppia attenzione alla velocità: se si esagera l’auto potrebbe diventare incontrollabile, non rispondere cioè né allo sterzo né ai freni.

Impostiamo la Rubicon nella modalità 4×4 con marce ridotte, iniziamo la discesa con il cambio in manuale per ottimizzare il freno motore, inseriamo la seconda, senza toccare né freni né acceleratore. Per aumentare la velocità basta inserire la terza, o la quarta, e poi gestirla agendo con leggerezza sul freno, facendo attenzione a non bloccare; in alternativa si può usare il Descend Control, che mantiene la velocità impostata lasciandoci liberi di concentrarci solo sullo sterzo.

Lo sterzo sul fango

Sul fango, oltre alla ridotta efficacia dei freni, occorre da prendere le misure con la reattività dello sterzo. Se il fondo è molto scivoloso e in più solcato, come nel nostro caso, è difficile comprendere le reazioni dello sterzo. A volte l’auto non risponde e continua a procedere per la sua strada. Se in questo caso si continua a girare lo sterzo, che è la reazione spontanea, la situazione può addirittura peggiorare, poiché la gomma si mette di traverso favorendo lo slittamento.

Per risolvere la situazione occorre rimettere lo sterzo in posizione corretta, verso la curva che si vuole impostare, e poi svoltare con l’aiuto dell’acceleratore: le quattro ruote motrici fanno presa e così si imboccherà la traiettoria voluta. Non è una manovra naturale, poiché quando l’auto tende ad andare dritta, quindi senza prendere la curva, la reazione istintiva è di sterzare ancora e frenare, facendo esattamente il contrario di ciò che serve per trarsi d’impaccio.

Oggi potremmo vivere una situazione di questo tipo, poiché siamo davanti a una ripida discesa fangosa (situazione ripresa nel video) che chiude su un tornante, e sul lato esterno c’è una fettuccia: è franata la strada, quindi la curva si deve fare per forza, non c’è spazio di fuga. La manovra non è rilassante (e non sarà la sola di questo giro…), ma grazie alla bassa velocità, a un tocco sull’acceleratore, e anche alle ruote che si sono infilate in un binario giusto, riusciamo a imboccare il tornantino senza problemi.

Uscire dai binari

Se il fondo è fangoso e molto accidentato, e se in particolare ci sono dei profondi solchi generati da fuoristrada passati precedentemente, può succedere che le ruote anteriori inforchino le tracce e l’auto sterzi decisamente; in questo caso, generalmente, se si volesse uscire dai solchi a ben poco serve accanirsi sul volante, le ruote resteranno lì; la manovra utile è raddrizzare e cercare più avanti un varco per uscire, sempre aiutandosi con l’acceleratore. È la situazione che troveremo sulle tre rampe di questo percorso, l’ultima delle quali la più critica.

Affrontiamo la rampa

Se le condizioni del fondo sono buone la Rubicon non ha alcun problema ad affrontare salite di elevata pendenza. Se il fondo è sconnesso e scivoloso per il fango, come nel caso della nostra prova, si deve preparare nella condizione di massima efficacia in fuoristrada. Quindi: 4 ruote motrici fisse e marce ridotte, cambio in manuale, blocco dei differenziali, sgancio della barra.

Per affrontare la rampa si parte in quarta, che con le demoltipliche corrisponde grossomodo a una prima; si prende velocità; si inserisce la quinta (si può fare solo in movimento), e poi, nella fase centrale delle salita, quella più critica, una parola sola: gas. In questo caso la potenza non manca, il 2000 turbo benzina ci mette a disposizione 272 CV e la rampa si brucia in una manciata di secondi.

In questo caso occorre essere decisi, se si tentenna infatti si perde la spinta e l’auto si blocca a metà della salita con tutte le quattro ruote che pattinano (situazione ripresa nel video); allora non resta che tornare indietro e ripartire con maggiore decisione. Se invece si sale con brio, sfruttando la cavalleria, non c’è alcun problema. In questa prova il fondo è pesante, fangoso e con profonde tracce: come descritto in precedenza è difficile seguire la traiettoria che si vuole ma le quattro ruote mordono il terreno con tenacia, traendo d’impaccio da qualsiasi situazione.

Nel dubbio lascia fare a lei

Spesso succede che alcune situazioni di off-road appaiano molto difficili, e che poi, alla prova dei fatti, alla guida della Wrangler si risolvano in modo semplice e con un apprezzabile margine di sicurezza. Dimostrando che questa Jeep è un fuoristrada eccezionale, dotato di sistemi di controllo e di trazione avanzati che lavorano in modo intelligente e sinergico, una sorta di intelligenza meccanica che ci sorveglia sempre e che conosce bene le regole del fuoristrada. Che non sono sempre intuitive, e occorre abituarsi; la cosa migliore è dare fiducia alla Jeep, lasciarla fare: lei dimostra di sapere molto bene come cavarsela, in ogni situazione. Meglio di noi.

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