[VIDEO] Prova MINI John Cooper Works: piccola cabrio da 231CV!

 Mini John Cooper Works incrementa le doti tecniche e dinamiche della già pepata Cooper S arrivando a 231CV. Ecco la nostra prova (novembrina) della piccola cabrio inglese

Una prova non proprio fortunatissima a questo giro in quanto la pioggia incessante che ha contraddistinto il mese di novembre ha reso pressoché impossibile un test completo di questa cabrio così pepata. Ci siamo innanzitutto accontentati di guidarla “al coperto” anche se ovviamente l’effetto del vento tra i capelli sarebbe stato molto più coinvolgente.

Quali sono gli elementi estetici della Mini John Cooper Works

Si riconosce da lontano e strappa un sorriso anche da ferma. È lei: la piccola Mini. In questo caso abbiamo a che fare con una versione con quel qualcosa in più: non si parla solo di estetica ma anche di tecnica perché sotto il cofano c’è un motore da ben 231 CV.

All’anteriore possiamo subito vedere il nuovo paraurti specifico che ospita, sulla destra, una nuova presa d’aria che serve per dare un po’ più di fiato al motore. Sul lato sinistro questa presa d’aria è tappata per diminuire l’attrito aerodinamico, un particolare interessante che fa da subito capire che nessun dettaglio è stato tralasciato per ottenere le massime prestazioni.

Anche la calandra è stata ridisegnata e al suo interno trova spazio un “baffo” orizzontale in prossimità del quale si trova in bella vista il logo John Cooper Works che sembra incutere un certo timore negli occhi di chi guarda il muso di questa vettura. I fari sono full LED ed ospitano anche gli indicatori di direzione e reinterpretano lo sguardo classico della mini di un tempo dandole però un bel carattere aggressivo e contemporaneo.

La vista laterale non presenta particolari stravolgimenti se non nei cerchi che sono dotati di un design specifico in modo da poter ospitare la pinza maggiorata dell’impianto frenante Brembo con dischi autoventilanti all’anteriore. Sempre sulla fiancata troviamo un altro badge John Cooper Works e dando uno sguardo (triste) alla cappottina (che dobbiamo purtroppo tenere ben serrata) vediamo la bandiera inglese, un optional da 800 € che personalizza ancora di più la vettura.

Infine al posteriore troviamo un paraurti specifico con sfoghi dell’aria a nido d’ape ed al centro lo scarico sportivo maggiormente coinvolgente rispetto al già interessante impianto installato sulla sorella minore Cooper S. Il comparto posteriore è poi completato da nuove luci a LED che hanno la trama della Union Jack e che fanno molta scena specie di notte.

La guida in strada

Devo dire che all’alba dei quarant’anni vivo un po’ quel momento transitorio in cui adoro le vetture sportive, ma temo sempre che mi stacchino la schiena perché l’odioso lavoro al computer porta a occasionali dolori nella parte lombare che vengono spesso esacerbati da macchine come questa ma con somma sorpresa devo dire che il risultato finale al termine della prova è stato più che soddisfacente senza i dolori tipici delle vetture sportive.

Per essere una vera Mini, questa John Cooper Works deve innanzitutto essere un’auto utilizzabile tutti i giorni, ed il test è stato abbondantemente superato nonostante un assetto chiaramente molto orientato verso una guida sportiva.

Il motore installato all’interno di questa versione John Cooper Works è lo stesso 2.0 quattro cilindri della Cooper S ma con un turbo maggiorato e una nuova mappatura del motore e questo si traduce in ben 231 CV e 320Nm di coppia, capaci di raggiungere i 100 km/h in soli 6,5 secondi ed arrivare fino ad oltre 240km/h di velocità massima.

Il motore ha una bella schiena, spinge bene già a partire da 1.800 giri, ma non allunga molto e ad un certo numero di giri “mura” completamente. Non si tratta di un problema legato al modello ma piuttosto al fatto che il propulsore è sovralimentato e molto spinto nella parte della “schiena”.

La guida comoda e rilassata (o addirittura quella autostradale) beneficia dell’ottima l’integrazione con il cambio Steptronic a 8 rapporti rapporti che nelle modalità di guida più tranquille snocciola una marcia dopo l’altra in completa nonchalance mantenendo il motore a bassi regimi in modo da consumare meno e riuscire a strappare un valore di 6,4 l/100 km. Inoltre nelle modalità di guida più “civili” (Green e Mid) le valvole dello scarico rimangono chiuse in modo da non accentuare troppo il rumore del motore. In termini di inquinamento Mini può vantare l’omologazione EURO 6D TEMP.

Due parole sulla capote in tela, rimasta chiusa per tutto il tempo viste le piogge straordinarie che hanno caratterizzato tutti i giorni nei quali abbiamo avuto in prova la vettura. Sarebbe stato sicuramente bello (ed anche più scenografico per le fotografie) provare la vettura con il vento tra i capelli ma ci siamo limitati a testarne le doti di isolamento acustico ed idrico. Per quanto riguarda il rumore non si hanno particolari evidenze fino ai limiti di velocità imposti dal codice della strada, superato il quale si deve mettere in conto fisiologicamente un minimo di rumore aerodinamico. Per quanto riguarda l’isolamento termico (ed idrico) assolutamente tutto nella norma.

Un cuore sportivo pronto a battere

La guida può passare da “green” a “sport” con la semplice pressione di un pulsante e la vettura cambia radicalmente carattere: da mansueto all’agnellino si trasforma in una feroce tigre. Il comportamento cambia radicalmente così come si ha una percezione di variazione nella risposta dello sterzo, dell’acceleratore, delle sospensioni ma soprattutto dello scarico che in modalità “sport” apre completamente le valvole per far sentire al massimo l’importante sound proveniente dal piccolo motore. Le marce scorrono velocemente e possono essere inserite anche grazie ai paddle al volante.

Nei momenti di guida più aggressivi, e chiaramente sono riservati a contesti stradali chiusi o alla pista, si nota quanto il controllo di trazione debba intervenire con vigore per riuscire a scaricare a terra i 320 Nm di coppia. La situazione diventa molto evidente nel momento in cui, a centro curva, si cerca la massima accelerazione. In questo caso si percepisce che al posteriore manca un differenziale autobloccante che sarebbe stato una soluzione più azzeccata su una trazione anteriore con così tanta coppia.

Vero è che l’elettronica cerca di metterci una pezza, frenando leggermente la ruota interna, in modo da trasferire più potenza su quella all’esterno della curva. Parliamo comunque di questioni molto ristrette che solo un piede molto allenato potrebbe notare.

Come diceva un vecchio detto “la potenza è nulla senza controllo” e quindi interviene la tecnologia italiana di Brembo che ha lavorato ad un prodotto specifico per questa versione che chiaramente può essere impiegata senza particolari problemi anche in ambito pistaiolo. Brembo è da sempre una garanzia e anche in quest’occasione non ha deluso. Il feeling sul pedale è molto buono e anche sotto stress con una guida aggressiva e staccate ricorrenti non si hanno evidenti segni di fading.

Infotainment

L’infotainment è di stretta derivazione BMW e questo è senza dubbio un pregio visto che l’iDrive è uno dei migliori sistemi presenti sul mercato. Si può controllare sia con il classico rotore al centro dei sedili, ma anche utilizzando il touch screen e questa ridondanza di comandi è una nota molto positiva perchè permette ad ognuno di interagire con la vettura nel modo in cui preferisce.

Molto comoda anche l’opzione di scrivere semplicemente utilizzando il dito sul rotore, in modo da inserire l’indirizzo per la navigazione in modo molto veloce e senza distrarsi troppo, specie alla guida.

Una nota negativa però riguarda i sistemi di mirroring del proprio telefono che sono fondamentali al giorno d’oggi: Apple Car Play si paga a parte (optional da 250 €) mentre Android Auto non è ancora previsto.

Gli interni: spaziosi ma con il consueto limite del bagagliaio

Coloro i quali sono appassionati di vetture cabrio sanno benissimo che devono fare i conti con un bagagliaio predisposto ad ospitare la capote. Ovviamente anche in questo caso gli ingombri dei meccanismi del tetto sottraggono capacità di carico al posteriore, tuttavia è una condizione fisiologica e tutto sommato condivisa ed accettata da coloro i quali acquistano questa tipologia di vetture.

Molto comodo è il meccanismo che permette di ampliare la bocca di carico sollevando una parte della capote in tela ma si deve comunque fare riferimento con una capacità di carico che richiede fisiologicamente l’impiego di sacche morbide.

Prezzi

In termini di prezzo dobbiamo collocare questa Mini Cabrio John Cooper Works intorno ai 40 K e per la precisione parliamo di 40.650 € per avere il modello “base” che costa 8.500€ in più della sorella minore Cooper S. Questo aumento di prezzo è in parte legato alla maggiore sportività espressa dal motore ma fortemente connesso al fatto che questa versione John Cooper Works ha semplicemente una dotazione di serie molto più ricca della Cooper S. Parliamo sicuramente di allestimenti estetici ma anche di questioni tecniche come la trasmissione automatica ad otto rapporti che in questa versione è assolutamente di serie.

Come tutte le vetture premio c’è da tenere conto il fatto che la lista degli optional è comunque lunga e quindi è facile farsi prendere la mano ed arrivare ai 50 K. c’è per esempio il pacchetto Connected Navigation Plus che farà aumentare il prezzo di 2.700 €. Poi, si sa, Mini è fatta per essere una vettura fortemente personalizzata e quindi c’è spazio per qualsiasi genere di scelta.

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