Volkswagen Golf GTE: prova su strada dell’ibrido plug-in da 204CV

Volkswagen, secondo Forbes, sarà a breve il leader mondiale dell’elettrificazione in campo automotive. La piattaforma MBE su cui verranno costruite tutte le vetture del Gruppo con propulsore non convenzionale, ora data in gestione anche a Ford, promette grandi cose.

Nel frattempo abbiamo pensato di mettere le mani su di una Volkswagen Golf GTE: Il Plug-In Hybrid risulta divertente, ben realizzato e decisamente eclettico per la gestione di prestazioni e consumi.

Blue Carpet

Acquistare una Volkswagen Golf Plug-In è come comprare le noci già sgusciate: vi togliete la rogna di doverlo fare da soli. Che, tradotto nel mondo dell’auto elettrica, equivale al non dovervi preoccupare della ricarica, dell’autonomia, dell’usura delle batterie e, in generale, di imparare un sistema tutto nuovo.

Allo stesso tempo però, potrete guidare una macchina in modalità zero emissioni e farvi un’idea precisa di cosa voglia dire viverci. Anche sul versante estetico la Golf GTE non si discosta dalle sue sorelle: l’impostazione stilistica è invariata, fatta eccezione per gentili pennellate di blu su tutta la carrozzeria -davvero belli i dettagli sui fari- ad enfatizzare la componente Eco. Il posteriore si fa poi notare per l’immancabile badge GTE ed un doppio scarico piuttosto agguerrito.

Una volta entrati nell’auto poi, le cose si fanno più serie: sedili sportivi e volante a tre razze sono gli stessi che troviamo sulla GTI, mentre la trama dei rivestimenti riprende il blu già visto agli esterni. Anche l’impostazione, in fin dei conti, è tipicamente Volkswagen: comandi al volante, impostazioni ADAS e pulsanti sulla plancia sono (fortunatamente) già visti, mentre a dare l’allarme c’è il pulsante GTE affianco al selettore di marcia (l’ottimo e collaudato DSG) che in qualche modo ci ricorda di essere su di uno specialissimo Twist. A dire il vero cambia anche il vano di carico, che in configurazione ibrida offre soltanto 272 litri di capacità. Una dichiarazione d’amore alla città che non poteva mancare vista la destinazione d’uso della vettura.

Una Media alla spina per non smettere di bere

La Volkswagen Golf Plug-In è la media alla spina che tutti vorrebbero. Permette di compiere il tragitto casa-ufficio senza patemi (oltre 30Km di utilizzo reale) ed offre comunque 40 litri di autonomia quando scegliamo di guidare a benzina, a consumi contenuti. Il prezzo di listino di oltre 40.000€ è in parte giustificato dalla tecnologia, piuttosto esclusiva, che gira intorno al modello. Ma come si ricarica un’auto elettrica?

Il display infotainment di Golf GTE -9,2 pollici, per il quale basta avvicinare le dita allo schermo-  offre qualche indicazione aggiuntiva sugli stalli disponibili per le ricariche, per le quali conviene comunque organizzarsi tra le mura domestiche: le tessere necessarie a sbloccare le colonnine variano da città in città e non sempre sono facili da ottenere, senza considerare che spesso richiedono il pagamento di una tariffa flat. Se volete viaggiare, fatelo a benzina.

La musica cambia quando, nella vostra città, sono state installate postazioni di ricarica. Potete prenotare una colonnina (previa, appunto, iscrizione al servizio) per poi ricaricare l’auto, nel nostro caso attraverso un bocchettone nascosto dietro allo stemma frontale. Il sistema è molto semplice da sfruttare e logicamente include anche il parcheggio, spesso gratuito.

I cavi dovete averli voi e, in alcuni casi, possono migliorare le prestazioni della ricarica. Fintanto che l’auto è in ricarica non sarà possibile rimuoverli, né dal corpo vettura né tantomeno dallo stallo di ricarica. Un giro in centro, la spesa al supermercato o un aperitivo possono darci il tempo di ripartire con la giusta carica. Dal computer di bordo, ad ogni modo, vengono segnalate le previsioni sui tempi di ricarica in base alle prestazioni della colonna e (ovviamente) ai kW da immagazzinare.

Come si guida?

La trama a nido d’ape si ritrova anche all’interno dei gruppi ottici, di serie a LED su questa versione

Mario Brega avrebbe detto che questa Golf può essere ferro o piuma. Lo avrebbe detto in romano, ma avrebbe detto bene. La Plug-In di Wolfsburg è stata concepita per adattarsi a stili, necessità ed appetiti di un pubblico ampio e dinamico. Il motore 1.4 TSI a benzina offre 150CV che, combinati con i 102 dell’unità elettrica sviluppano, nel complesso, 204CV. Non è un refuso, è semplicemente la somma tra le due potenze a non offre mai un risultato esatto.

Il motore elettrico può lavorare in autonomia per circa 30Km di utilizzo reale e raggiungere tranquillamente (ma la percorrenza cala) velocità autostradali. Allo stesso tempo il motore termico, se impiegato da solista, non fa percepire la mancanza di un sottofondo più corposo. Se avete modo di caricare l’auto presso una presa da 220V (vi serviranno circa 3 ore) potrete uscire di casa con il proverbiale imbarazzo della scelta.

Perché la GTE potete guidarla nel futuro, silenziosamente e senza emissioni, oppure sfruttando la sinergia tra le due unità per ottenere il meglio dell’elettrico (coppia motrice e immediatezza) e quello del termico (erogazione e allungo). Certo, a meno che siate disperatamente in ritardo: in quel caso l’apposita modalità di guida da voce alle ingombranti lettere sul badge che dicono Gran Turismo e che, infondo, non sono solo marketing. In quei casi infatti la nostra Golf Plug-In non punta più al risultato, all’ambiente e alla novità.

Vuole farvi andare forte, quasi sempre troppo per il C.d.S. In questi frangenti si apprezzano i risvolti sportivi di una macchina che, negli anni, ha sempre messo in chiaro la propria grande affinità con l’asfalto. L’assetto permette entrate in curva veloci, non si scompone e tiene la traiettoria senza sottosterzare.  Il lavoro di sterzo e sospensioni rende la guida appagante quanto basta per divertirsi nel misto.

Per tutto il resto della giornata avrete un motore capace di portarvi oltre i 17Km con un litro di verde, senza nemmeno chiedere chissà quali aiuti all’unità elettrica. Un’ottima occasione per imparare a conoscere l’elettrico senza drammi: ne puoi apprezzare la silenziosità, la spinta ed il freno motore, ma non devi fermarti per ricaricare.  Ed è, a nostro modo di vedere, una buona auto familiare, sufficientemente poliedrica da essere amata da un ventenne, da mamma e, soprattutto, da papà.

In Conclusione

Volkswagen Golf GTE

La forza dell’abitudine gioca brutti scherzi a noi e colleghi: guardate il piantone dello sterzo, dove più di qualcuno ha cercato (inutilmente) di inserire la chiave.

Non è una macchina per ecologisti, o per corsaioli. Lo è per entrambi. Il che non significa che la Golf GTE incarni il corrispettivo culinario di un hamburger di soia, tutt’altro. Ha carattere, identità e stile. Una vettura che riesce a farci apprezzare la guida in elettrico, quella risparmiosa tipica dell’ibrido ed anche quella più sportiva caratteristica delle Vag più spinte.

La prezzatura si fa perdonare a colpi di finiture ricercate e tecnica avanguardistica e, tutto sommato, è in linea con la concorrenza. Una vettura per appassionati, ma non i soliti noti. Una nicchia geek che sta sempre più avvicinandosi al mondo dell’automobile e che, giorno dopo giorno, riceve sempre più attenzioni dalle Case.

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