Volkswagen Polo 1.2 TSI 105 CV Highline prova su strada

Volkswagen Polo: personalità da 5 generazioni
Volkswagen Polo viene da tutti considerata come una Golf in miniatura a discapito della sua personalità. Non è un caso però se sono stati prodotti qualcosa come 12 milioni di esemplari (11.111.111 ad inizio 2010) ed il modello è arrivato alla quinta serie, attestandosi come la seconda Volkswagen più venduta in Italia nei primi 3 mesi del 2011 (fonte: Unrae) con 12.000 vetture.
La prima versione venne presentata nel 1974 e debuttò nel 1975, registrando subito un grande successo: grazie alla linea da coupé ed i motori vivaci, si rivolse ad un pubblico più giovanile, anche per le motorizzazioni previste. Infatti montava propulsori tra i 895 e i 1.272 cc. E contava su diverse versioni, dalla N (la più sempice) alla LS (la più accessoriata) fino alla sportiva GT.
Nel 1981 arriva la seconda serie che si poteva scegliere tra due versioni: quella simile alla precedente con la coda inclinata (soprannominata coupé) oppure quella con la coda tronca (detta wagon).
La terza serie arriva nel 1994 ed assume la conformazione attuale due volumi a 3 o 5 porte. La meccanica è in comune con la Seat Ibiza mentre gli interni prendono chiaro riferimento dalla Golf. Da questa generazione la Polo viene equipaggiata con motori turbodiesel e la cilindrata sale a 1.598 cc.
Il restyling della Polo III è del 1999 con novità per fari e paraurti; nella dotazione si sicurezza  (ABS e doppio airbag di serie, mentre rimangono optional ESP e airbag laterali) e l’introduzione di nuovi motori TDI.
Nel 2001 nasca la Polo quarta serie, contraddistinta dal gruppo ottico anteriore formato da due coppie di fari tondi. Aumentano le dimensioni rispetto alla serie precedente fino a superare anche quelle dei primi modelli Golf. Ma proprio i fari tondi non convincono del tutto e nel 2005 ci pensa il   designer italiano Walter Dè Silva a rinnovarla con nuove linee aggressive.

Volkswagen Polo quinta generazione
La versione attuale, la quinta generazione della Volkswagen Polo, arriva nella primavera del 2009, con un design ancora più accattivante: parte anteriore tesa e dura mentre quella posteriore ha un tono più tondo. Ma il suo design Volkswagen lo ha reso comune anche a Golf e Scirocco.
A seconda della versione a 3 o 5 porte, sale il target di riferimento della compatta due volumi di Wolfsburg, che va dai giovani alle persone più adulte.
Grazie a nuove dimensioni (aumenta in lunghezza di 5 cm) si guadagna in spazio interno ed al contempo il peso è stato ridotto del 7%, a tutto vantaggio anche dei consumi (4,4 km/100km nel ciclo misto). È stato migliorato l’impianto frenante.
Gli interni si caratterizzano per la tipica razionalità tedesca: l’estetica è secca e impersonale ma c’è tutto il minimo indispensabile ed è chiaro e visibile, a portata di mano. Il materiale appare solido e compatto, in
La consolle centrale comanda radio, navigatore satellitare e telefono Bluetooth e tutte le informazioni sono ben visibili sull’ampio schermo, che aiuta anche la guida notturna. Un po’ meno pratico invece il controllo delle informazioni sul cruscotto, attraverso un pulsante collocato alla sua base: bisogna scavalcare o attraversare il volante per trovare i dati che ci interessano.
L’abitacolo è ampio e spazioso, in cinque con tre passeggeri sul divano posteriore si sta comodi e c’è la possibilità di aumentare la capacità di carico abbattendo i sedili posteriori viaggiando in due (capacità di carico da 280 a 952 litri sia per la 3 che la 5 porte). L’unica osservazione riguarda la rigidità degli schienali che negli spostamenti di medio/lungo raggio si fa sentire.

La Volkswagen Polo su strada
Ma è una volta acceso il motore che si testano le altre caratteristiche di un’auto. Nonostante sia considerata un’“utilitaria” di livello superiore,  il comfort a bordo è elevato: le buche urbane (ma anche extraurbane) infatti vengono ben assorbite. Alle alte velocità si sentono delle interferenze acustiche del motore nell’abitacolo, per contro i 105 cavalli del piccolo 4 cilindri non difettano di brio e il cambio manuale risponde pronto alle sollecitazioni ed alle nostre richieste, suonando agli alti regimi con piacere. Giusto come piace ai giovani.
Per sentire la risposta sul pedale dell’acceleratore bisogna tirare un po’ il collo al motore senza però esagerare: la coppia di 175 Nm disponibile già ai 1.550 giri al minuto infatti aiuta nelle ripartenze in movimento.
I primi due rapporti sono molto ravvicinati ma a meno di 2.000 giri/minuto entra in azione la turbina ed il suo effetto si nota. In terza e quarta la spinta è assicurata e c’è brio quanto basta. In quinta e sesta si viaggia comodi in autostrada ma c’è sempre potenza a disposizione per un sorpasso. Accendendo il clima non si notano cali di potenza, più che altro bisogna fare un po’ di attenzione ai consumi.
Lo sterzo è leggero: facilita le manovre in città ma alle alte velocità desta qualche perplessità.
Nel panorama del segmento B, dove la concorrenza non manca ed è agguerrita, la Volkswagen Polo si colloca su un gradino più alto e questo naturalmente questo vale anche per il prezzo.

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