Derbi Terra Adventure 125 – Test Ride

Capita spesso, anche nel mondo motociclistico, che ci si lasci tentare da scorciatoie di pensiero, dall’assunzione di preconcetti tutt’altro che fondati. Si potrebbe infatti pensare che un adolescente che voglia una moto debba aspettare almeno la maggiore età per potersi divertire in certi ambiti delle due ruote, come ad esempio i viaggi e l’avventura o, ancor peggio, si potrebbe pensare che la cilindrata 125 sia fatta appositamente per dare un assaggio ai più giovani in attesa che, compiuti 16 anni, si comprino poi la “vera” moto. La casa spagnola Derbi, invece, di questi preconcetti non ne ha neanche l’ombra. È verissimo che per loro politica tendono a creare moto che possano rappresentare l’ingresso nel mondo delle due ruote per i più piccoli, sono infatti specializzati nella produzione di moto di piccola cilindrata, ma da qui a pensare che queste moto siano guidabili solo da giovani virgulti, ce ne passa. Non vera sembra anche l’idea che i più giovani non possano vivere avventure domenicali sulla falsa riga della Parigi Dakar e lo dimostra palesemente l’ultima nata della casa iberica: la Derbi Terra Adventure 125. Prova su e fuori strada La linea è quella di una divora sabbia, sembrerebbe appena tornata da un raid nel deserto o da una gita su qualche mulattiera fuori porta, esteticamente, quindi, si presenta proprio come le sorelle maggiori progettate per grandi avventure. Ma come si comporta se la si mette alla prova e soprattutto se a metterla alla prova non è un ragazzino che pesa poco e ancora deve crescere, ma un tester di indubbia grandezza (fisica, ovviamente) che vuole scoprire se questa moto lo lascerà a piedi in qualche tratto sterrato perché spompata dal troppo peso?

Detto, fatto. La catalogna offre, oltre alla splendida Barcellona, anche paesaggi di inaspettata bellezza, con canyon, cascate, strade sterrate piene di buche a ridosso di precipizi e la possibilità di maltrattare questa moto appena fuori le porte della blasonata città spagnola. Il primo contatto è sicuramente rassicurante, la moto infatti, nonostante la piccola cilindrata, risulta subito accogliente anche per degli “omoni” dalle gambe lunghe e dal peso consistente: la sella è alta al punto giusto, non fa sembrare i più alti degli orsi da circo sul triciclo e non costringe i più bassi a escamotage bizzarri come scarpe col tacco o solette interne per guadagnare centimetri ed inoltre anche avendo le gambe lunghe si trova lo spazio dove metterle, senza doversi inventare strane posizioni di guida. Cominciamo a guidarla su strada, per raggiungere l’ingresso alla stradina sterrata che ci condurrà fra i canyon e sull’asfalto si comporta molto bene: non è sicuramente un fulmine, ma tiene bene la strada e si inserisce bene in piega rimanendo agile e maneggevole. Nelle partenze da fermi bisogna ricordare che per metterla in movimento è necessario prima portare i giri del motore intorno ai 6000, altrimenti si spegne o si affoga. Una volta capito questo è facile farla partire e finalmente buttarla su una strada sterrata piena di asperità. In queste circostanze tira fuori la sua anima avventuriera, infatti quando arriviamo ad affrontare delle belle buche o qualche dosso che ci fa saltare, le forcelle da 41 mm e il monoammortizzatore posteriore regolabile in precario fanno bene il loro lavoro, così come si apprezzano le grandi ruote da 21” all’anteriore e da 17” al posteriore che non fanno perdere l’assetto né procurano dolori alle audaci terga del motociclista. Il propulsore monocilindrico a 4 tempi da 15 cv a 9250 giri/minuto dà sufficiente potenza per affrontare tracciati off road (e si comporta bene anche nei tratti asfaltati) e con un po’ di pratica si può riuscire a farla derapare come le sorelle di cilindrata maggiore, ma dovendosi impegnare meno alla guida grazie alla sua piccola cilindrata. Il motore, le vostre mani e i vostri vestiti ringrazieranno le protezioni di cui è dotata: appunto il paramotore in alluminio, i paramani (all’apparenza un po’ leggerini, ma efficaci) e l’alto parabrezza. Qualche problema lo abbiamo riscontrato nella ricerca del folle: si deve infatti fare su e giù tra prima e seconda un po’ di volte, prima di trovarlo, ma abbiamo anche notato che con il tempo si riesce ad imparare a fregarlo, inserendolo, ad esempio, a moto non completamente ferma, cosa che risulta meno ostica che non quando si è già con il piede a terra. In definitiva forse avremmo voluto una cilindrata un po’ più alta, ma è anche vero che questo avrebbe proprio inficiato l’idea base sulla quale è stata progettata: consentire anche ai giovanissimi di fare qualche viaggetto e di divertirsi sullo sterrato, senza rinunciare a portare la “squinzia” a spasso in città. Derbi Terra Adventure sarà dunque disponibile per i giovani “Centauro Jones” a partire da 3890 €, cifra ancor più abbordabile per chi invece ha un po’ più di 16 anni e cerca un approccio non estremo con il mondo dell’off road.

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