L’accordo 200CV e 300Km/h delle case giapponesi vacilla

Tokyo, Hamamatsu, Akashi ed Iwata: i quattro cantoni della velocità rischiano di scontrarsi. L’accordo tra le case giapponesi infatti, che consiste nel non superare i 200CV erogati all’albero ed i 300Km/h di velocità massima, potrebbe saltare.

É noto infatti che i leader dei colossi giapponesi abbiano, di comune accordo, scelto di darsi un tetto massimo oltre al quale non spingersi. Non è la prima volta che case concorrenti decidano di prendere decisioni importanti per facilitarsi l’approccio al mercato, è anzi una cosa che nell’automotive si vede da molto tempo.

Purtroppo, ed è il caso di dirlo, molti clienti scelgono la propria prossima moto in base ai cavalli dichiarati dalla casa, che quindi fa il possibile per offrire il numero più alto: una gara a chi cel’ha con più cavalli quindi, che non porta a nulla sul lato delle prestazioni se non probabili squilibri. Ma il primo problema di quest’accordo è stato che, mentre i “fantastici quattro” si accordavano, le case europee no. BMW ha da sempre superato i 300Km/h con la S1000RR, mentre sia Ducati che MV Agusta ed Aprilia hanno abbattuto il tetto dei 200CV senza troppi problemi.

La prima delle quattro giapponesi ad incrinare il rapporto è stata, forse, Kawasaki: la casa di Akashi infatti ha presentato ad EICMA 2014 le potenti supercharged, Ninja H2 ed H2R, e mentre la R dichiara 300CV la Ninja H2 ne vanta solo 200. Ma è stato spiegato chiaramente che si tratta di una limitazione, simile -per capirci- a quella sui cinquantini che non superano i 45km/h a libretto. Per continuare su questa scia, la Honda ha presentato la sua MotoGP replica con targa e frecce – non proprio di serie- ma che con un kit apposito raggiunge i 215CV.

Con la sola Yamaha ad aver portato sul mercato la nuova 1000, tra l’altro riscuotendo un’enorme successo, ora vedremo come si adatteranno le altre case. Kawasaki ha già annunciato la nuova ZX-10R 2016, mentre Honda e Suzuki sembrano ad un passo dalla presentazione. Ma, effettivamente, quest’accordo tra le case è minato dal principio; è solo questione di tempo e sicuramente l’anticipo dei tempi da parte di Yamaha non è piaciuto alle altre tre. 

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