Moto Guzzi V7 Special: prova su strada

La Moto Guzzi V7 Special: linea senza tempo, un motore bicilindrico affidabile e pronto, una guida facile e precisa. Il tutto a 8.390 euro f.c.; facile capire perché la V7 stia diventando la porta di ingresso al mondo Guzzi di tanti nuovi fedeli del marchio dell’aquila. Una naked dalla linea retro che se la deve vedere con Triumph Bonneville o Kawasaki W650, ma con il fascino innegabile di una Guzzi la partita è tutta da giocare.
La V7 della nostra prova è la versione Special, caratterizzata dalla doppia colorazione (in questo caso bianca e rossa) ma volendo è disponibile anche la V7 Stone, caratterizzata dalla verniciatura nera opaca che le dona ancora più fascino, o la V7 Racer che oltre a essere cromata e con le finacatine porta numero ha anche una posizione di guida più da café racer e, sinceramente, un po’ più scomoda.
Il motore della V7 almeno a prima vista è sempre quello nato dalla genialità di Livio Tonti nel 1977, ma profondamente riprogettato per avere maggiore potenza agli alti regimi tanto che il 70% dei dettagli è nuovo. Nuova testata, nuovi condotti di aspirazione, nuovi pistoni… insomma, sotto l’abito tradizionale si nasconde un giovane vivace e con consumi ed emissioni ridotte rispetto al passato tanto che si possono superare i 20 km/litro a fronte di una potenza massima di 50 cv.
Il telaio è il classico a doppia culla mentre le ruote a raggi (da 18″ all’anteriore e 17″ al posteriore) sono state alleggerite a tutto vantaggio dell’agilità, garantita anche dai 179 kg di peso in ordine di marcia, il baricentro basso e l’ottimo bilanciamento dei pesi.
Moto Guzzi V7 Special: prova su strada
Appena in sella alla V7 si rimane colpiti da due cose: l’ottima qualità costruttiva e le dimensioni raccolte, tanto da far fatica a credere che si ha a che fare con un 750… Comandi, strumentazione, specchietti, tutto è in ordine e immediato così come la posizione di guida; un tocco al tasto di avvio e il bicilindrico scuote la V7, per poi rullare sornione e fondamentalmente senza vibrazioni. Al primo avvio motore e cambio sembrano un po’ ruvidi, ma nei giorni della nostra prova la temperatura era stabilmente sotto lo zero e abbiamo imparato che la V7 ha solo bisogno di scaldarsi un po’ per dare il suo meglio… basta infatti lasciar girare il bicilindrico al minimo e tutto funziona alla perfezione.
In città la V7 si fa apprezzare per le sue dimensioni compatte e la sella bassa, permettendo slalom che neanche tanti scooter riescono a fare, così come il motore sempre pronto e generoso di coppia consente di guidare senza dover utilizzare troppo il cambio. Fuori città la V7 offre il suo lato migliore, soprattutto se si decide di spostarsi attraverso strade poco frequentate, fuori dai tradizionali percorsi e in grado di regalare dietro ogni curva uno spettacolo inaspettato. La posizione in sella della V7 invita a viaggiare senza problemi, il motore consente di andare a passeggio o di divertirsi tra le curve, mentre le vibrazioni si fanno sentire soprattutto a livello delle pedane solo se si decide di tirare fino al limitatore il bicilindrico Guzzi. Ma ovviamente non è quello il suo mestiere… eppure anche in autostrada consente di viaggiare a velocità di codice senza problemi, fatta salva l’esposizione all’aria a cui si può rimediare con un piccolo parabrezza. Resta il fatto che è soprattutto nel misto che la “piccola” Guzzi diventa veramente divertente a patto di avere una guida il più possibile rotonda, sfruttando la buona tenuta in curva e l’agilità nei rapidi cambi di direzione piuttosto che procedere per frenate e accelerazioni. Infatti la frenata della V7 è molto modulabile e più che adeguata alla tipologia e alla stazza della moto mentre il bicilindrico per rendere bene deve essere tenuto sopra i 3.000 giri anche se a qualunque regime è sempre pronto a rispondere all’acceleratore.
I giorni passati in sella alla Guzzi V7 Special sono stati all’insegna della semplicità e del divertimento, riscoprendo un po’ il gusto di girare in moto senza preoccupazione e senza fatica.

Abbigliamento utilizzato per il test:

Giacca: Spidi Netforce h2out
Pantaloni: Spidi Snap in tessuto
Guanti: Spidi Trophy H2out
Stivali: Stylmartin Delta
Casco: X-Lite X702 
Sottotuta: Dainese Climate 

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