Yamaha T-Max 2012, evoluzione senza rivoluzione

Una storia di successo per Yamaha T-Max
Undici anni sulla breccia, con quote di mercato che anche negli anni di crisi si sono mantenute oltre il 70% del segmento. Valore dell’usato importante, percentuale di riacquisto molto forte sono solo alcuni dei dati che dicono il successo del capostipite dei moderin maxci scooter, Yamaha T-Max in Italia e, negli ultimi anni, in Europa. E se è vero che “squadra vincente non si cambia” è altrettanto vero che occorre costantemente migliorarsi per rimanere in vetta alle classifiche di vendita. E’ la strategia adottata da Yamaha in questi undici anni, che ha saputo affinare senza stravolgere gli obiettivi che si era prefissata quando ha messo a punto il primo T-Max: un mezzo comodo come uno scooter ma con guidabilità e prestazioni da moto. Obiettivo raggiunto già con il primo modello del 2001, aggiornato nel 2004 e 2008 (anno del record di vendite) e ora portato ulteriormente avanti dal modello 2012.

Il design del maxi scooter Yamaha T-Max
Rinnovato nel design il T-Max mantiene comunque il “family feeling” originario, lo si riconosce anche se è nuovo insomma. Nel frontale la caratteristica principale riguarda la terza luce centrale, che è senza dubbio il tratto distintivo del nuovo scudo dotato di linee molto tese e dinamiche. Nuovo è anche il cruscotto, che merita un plauso per la leggibilità in qualunque condizione di luce, mentre non ci entusiasma l’estetica degli specchietti retrovisori che però sono estremamente funzionali. La sezione che ha beneficiato di interventi più importanti è senza dubbio la coda, che è quella che conferisce maggiore sportività e leggerezza all’insieme. Il richiamo alle suspersportive è qui particolarmente evidente, confermato dal fatto che il gruppo ottico posteriore è esattamente quello della R6. Il T-Max è disponibile presso i concessionari in quattro colorazioni: Competition White, Sonic Grey, Midnight Black, Hi-tech Silver. Nutrita anche la disponibilità di optional, con pacchetti dedicati al look sportivo o all’uso turistico, fino allo scarico personalizzato.

Il motore del T-Max 2012
In Yamaha hanno resistito alla tentazione di “correre dietro” all’aumento di cilindrata come soluzione per avere maggiori prestazioni (come per altro stanno facendo tutti i principali competitor) ma hanno optato per un incremento contenuto di 30 cc lavorando piuttosto sui singoli componenti, realizzando di fatto un nuovo motore più leggero malgrado l’aumento di cilindrata, con prestazioni migliori e consumi ridotti. Questo anche in virtù del fatto che la revisione non ha riguardato solo il motore in quanto tale ma tutto l’insieme motore-trasmissione. E’ proprio questa una delle caratteristiche fondamentali del nuovo T-Max, oltre che una delle più evidenti, visto che la trasmissione finale è a cinghia. Questa soluzione consente risparmio di peso, maggiore reattività, minore dispersione di potenza e manutenzione ridotta. Dal punto di vista delle prestazioni il nuovo motore 530 porta il T-Max a superare i 160 km/h grazie ai 46,5 cv a 6.750 giri (all’albero) e a un valore di coppia di 52,3 Nm a 5.250 giri. 

Le novità principali del nuovo Yamaha T-Max
Le novità del nuovo T-Max 2012 non si focalizzano solo su estetica e motore-trasmissione, anche se queste rappresentano senza dubbio le più importanti. Innanzi tutto il peso a secco ferma l’ago della bilancia sui 200 kg (4 in meno della versione precedente) e viene ulteriormente migliorata la disposizione dei pesi, che ora vanta un rapporto anteriore/posteriore 48-52%, quindi molto simile a quello tipico delle moto. Invariata l’altezza della sella e la distanza delle pedane, mentre il manubrio è stato leggermente avanzato (5mm) e modificata l’inclinazione per garantire maggior controllo e manovrabilità. Il telaio in alluminio è stato ottimizzato per migliorare bilanciamento e rigidità torsionale mentre è nuovo il forcellone in alluminio pressofuso, modificato anche per ospitare la nuova trasmissione a cinghia.

Come va su strada il nuovo Yamaha T-Max
Ci avevano avvisati, ma la frase “connessione diretta tra acceleratore e ruota” sembrava più una trovata di marketing che un’indicazione. E invece è proprio così. Il T-Max è comodo, silenzioso, praticamente senza vibrazioni, studiato attentamente sul piano ergonomico per cui è facile sentirsi a proprio agio… e questo ce lo aspettavamo. Quanto fosse pronto a rispondere al comando del gas invece no, ed è stata una piacevolissima sorpresa. Non stiamo parlando di valori di coppia o potenza (di questo parliamo tra poco), ma proprio di prontezza di risposta, per cui appena si ruota l’acceleratore ci si comincia a muovere, senza quel ritardo che più o meno accomuna tutti gli scooter. Questo consente di guidare parzializzando il comando, non come se si avesse a che fare con un interruttore… e a qualunque andatura. Non si sente il motore salire di giri per poi accelerare progressivamente ma si parte con un’immediatezza incredibile. Per quanto non sia un fuscello il T-Max è comunque il più leggero della categoria e il bilanciamento ottimale dei pesi si fa sentire sia nelle manovre da fermo sia alle basse andature, tanto che non è difficile fermarsi in “surplace” in attesa del verde del semaforo. Comunque, presa dimestichezza con il comando del gas, vale a dire poche centinaia di metri (alle cose belle ci si abitua subito), cominciamo ad affrontare il traffico prenatalizio di Milano. Il T-Max è agile, forse anche più di tanti mezzi di cilindrata minore; tanto per restare in famiglia ci è parso più facile districarsi con questo che con il Majesty 400. Esame traffico passato, affrontiamo il pavé più devastante della metropoli per scoprire che la forcella anteriore assorbe senza troppi patemi, mentre la schiena non subisce troppo i colpi dell’ammortizzatore posteriore. Certo, bisogna tenere a freno l’esuberanza del mezzo, però il confort è decisamente buono. Andiamo verso la periferia, strade un po’ più larghe ma guidatori decisamente distratti mettono alla prova l’impianto frenante, molto modulabile all’anteriore mentre al posteriore in un paio di occasioni la ruota si è bloccata anche se questo non ha portato ulteriori problemi. Per la versione con Abs bisogna aspettare qualche mese e spendere 500 euro in più ma può valerne la pena… Finalmente la città finisce, ancora un semaforo ci separa dall’imbocco della tangenziale stranamente sgombra di auto. Verde, accelerata decisa, sorriso, occhio al tachimetro che dice 150… basta gas per rientrare in velocità di codice. Sì perché la caratteristica che ci è piaciuta di più del T-Max non sono le prestazioni assolute (comunque importanti) ma l’usabilità. Non dimentichiamo che per comodità e caratteristiche il T-Max ha un impiego soprattutto cittadino, quindi la ricerca di valori come leggerezza e coppia ha senza dubbio portato a risultati finora personalmente mai provati su uno scooter. Nelle strade extraurbane abbiamo potuto apprezzare la protezione offerta da scudo e parabrezza (regolabile su due posizioni), la mancanza di vibrazioni e l’ottimo comportamento dinamico anche con temperature polari e fondo umido.

 

 

 

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