F1 2019, GP di Russia: Hamilton è lo Zar di Sochi

L’Autodromo di Sochi è ancora una pista Mercedes. Nonostante l’ottima prestazione ottenuta dalla Ferrari ieri in qualifica, le Rosse nel GP di Russia 2019 non sono riuscite a ripetersi come hanno fatto recentemente dopo il ritorno dalla pausa estiva. Alla partenza Leclerc e Vettel sono scattati perfettamente, con il tedesco capace di regolare i conti con il suo compagno di squadra fin dalla prima curva: Seb ha conquistato così la leadership della corsa con un sorpasso da manuale, mantenendola fino al cambio gomme.

Poi, però, al 27esimo giro… tutti i sogni di gloria della Scuderia Ferrari sono andati in fumo: la SF90 di Vettel si è ammutolita all’improvviso, costringendo il tedesco di Heppenheim a un ritiro che ha provocato prima la Virtual Safety Car… e poi la definitiva entrata in gioco della macchina di servizio, per via dell’ulteriore incidente che ha tolto di mezzo la Williams di Russell.

Un forfait che ha scombussolato i piani del box di Maranello, che ha preferito mantenere in pista Leclerc quando, al contrario, le due Mercedes hanno approfittato della situazione effettuando un doppio pit-stop. Se a Singapore le Frecce d’Argento avevano sbagliato tutto, sul circuito di Sochi hanno imparato la lezione, spianando la strada all’82esima vittoria in carriera di Lewis Hamilton.

IN SCIA E NULLA DI PIU’…

Il cedimento della componente ibrida sulla SF90 di Vettel ha ribaltato sostanzialmente le carte in tavola: la Ferrari, fino a quel momento, stava dominando la corsa con il tedesco al comando seguito dal compagno di squadra, il che faceva pensare a un’altra doppietta come accaduto sette giorni fa sul Marina Bay di Singapore. L’uno-due, invece, stavolta è stato messo in cassaforte dalla Mercedes, grazie anche alla scarsa tempestività da parte del muretto delle Rosse di richiamare Leclerc ai box.

Con la VSC in pista Hamilton è infatti passato subito al comando, mentre Bottas ha artigliato la seconda posizione quando gli ingegneri di Maranello hanno deciso di far rientrare il pilota nato a Monaco, in modo da equipaggiarlo con le Soft a banda rossa. A quel punto, però, la partita poteva dirsi già conclusa: Charles ha provato più volte ad attaccare la W10 del finlandese, ma Valtteri è riuscito a difendersi al meglio, facendo in ultimo desistere il giovane monegasco che, così, si è dovuto “accontentare” di transitare in scia alla Freccia d’Argento numero 77 in terza posizione.

VERSTAPPEN QUARTO, ALBON IN RIMONTA DALLA PITLANE

E la Red Bull? Dopo aver dato l’impressione di essere della partita grazie al miglior tempo del venerdì, il team di Milton Keynes si è rivelato la terza forza in pista: Max Verstappen non è mai stato in grado di mettere il bastone tra le ruote ai suoi avversari, e alla fine ha dovuto rinunciare anche ad andare a caccia del giro più veloce (centrato, tanto per cambiare, da Hamilton) per evitare il ritorno del suo compagno di squadra.

Nonostante gli incontri a distanza ravvicinata con le barriere di protezione, Alexander Albon ha dato grande prova del suo talento sui 5.848 metri dell’Autodromo di Sochi: scattato dalla pitlane per le riparazioni necessarie in seguito al suo ultimo botto in qualifica, il pilota thailandese si è reso protagonista di una splendida rimonta, terminata in una consistente quinta posizione che aumenta le sue chance di conferma nel top team dei “bibitari” per il prossimo anno.

Sesto posto per Carlos Sainz, “migliore degli altri” con una McLaren che può gioire anche grazie all’ottava piazza del giovane Lando Norris: i due piloti del team di Woking sono stati divisi dalla Racing Point di Sergio Perez, mentre Kevin Magnussen con la Haas e Nico Hulkenberg al volante della migliore delle Renault hanno completato la Top 10.

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