Toyota iQ elettrica

Al Salone di Ginevra 2011 dovremmo vedere la variante stradale e definitiva della Toyota iQ elettrica, vista sotto forma di prototipo al Salone di Detroit del 2010. Si parla di 80 chilometri di autonomia senza emettere nemmeno un grammo di Co2. E’ quasi pronta, insomma, per fare concorrenza alla Smart elettrica la quale, perlomeno inizialmente, adotterà motori e batterie Tesla. L’ultimo passo della giapponese per essere l’anti-Smart per eccellenza. La versione a benzina che abbiamo provato alla presentazione ufficiale ci aveva impressionato positivamente per diversi aspetto. Le finiture dell’abitacolo denotano una cura superiore alla media delle citycar, una cura del dettaglio studiata a tavolino dagli esperti del marketing. La console, con il suo caratteristico sviluppo a ‘V’, ospita con razionalità i comandi del climatizzatore e dell’autoradio, senza omettere un utile portaoggetti. La sensazione di spaio è totale, almeno per guidatore e passeggero. Sembra di essere a bordo di una vettura di categoria e dimensioni superiori. I sedili sono accoglienti e ben conformati, nonostante l’innovativo ‘’guscio’ vanti uno spessore assai ridotto per agevolare l’abitabilità posteriore. Il comportamento dinamico della iQ è buono di per sé, grazie alla progettazione atta a garantire la massima abitabilità in tre metri di lunghezza senza dimenticare aspetti fondamentali come la tenuta di strada e il piacere di guida. Il passo lungo ( le ruote da ben 15 pollici sono letteralmente agli estremi della carrozzeria) e l’assetto piuttosto rigido garantiscono un ottimo appoggio in curva, sorvegliato costantemente dall’ESP. L’angelo custode elettronico interviene di rado e senza farsi notare, guidando la iQ con fare brioso. I freni non deludono: anche negli arresti più bruschi la piccola Toyota non si scompone, buona anche la resistenza alla fatica dell’impianto. Lo sterzo è piuttosto diretto, sicuro e preciso sul veloce senza risultare troppo pesante in fase di parcheggio: del resto la massa ridotta della iQ non necessitava un’eccessiva demoltiplicazione. Queste caratteristiche dovrebbero rimanere nella variante elettrica della vettura, facendone un eccezionale strumento per affrontare il traffico urbano senza emettere un grammo di CO2.

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