Skoda Yeti – Test Drive

Su strada

La gamma di motorizzazioni della Yeti è composta da cinque propulsori quattro cilindri, con potenze comprese tra 105 CV (77 kW) e 170 CV (125 kW), due dei quali benzina e tre Diesel; tutti rispettano la normativa Euro 5. Il propulsore base è il benzina 1.2 TSI, al debutto su una Škoda, che eroga 105 CV (77 kW), con una coppia massima di 175 Nm tra 1.500 e 3.500 giri. Sono disponibili a scelta il cambio manuale a sei rapporti o l’innovativo cambio DSG a sette rapporti (disponibile a partire dalla primavera del 2010). Il successivo propulsore benzina è il potente quattro cilindri 1.8 TSI 160 CV (118 kW), con una coppia massima di 250 Nm, anche in questo caso raggiunta già a bassi regimi, tra 1.500 e 4.500 giri. Il consumo medio di questo motore, disponibile per la versione a trazione integrale permanente, è di soli 8,0 litri per 100 km (189 g/km di emissioni di CO2). Il consumo ridotto è ottenuto grazie ad alcuni interventi, tra cui una pompa dell’olio a due modalità, che fino a 3.500 giri lavora a una pressione di 1,8 bar e a regimi più alti, quando viene richiesto un maggior quantitativo di lubrificante, passa a 3,3 bar. Inoltre c’è una sonda lambda aggiuntiva che consente il miglioramento della qualità dei gas di scarico grazie al maggior controllo sulle sequenze e sulle quantità di iniezione; i cuscinetti dell’albero motore, le guarnizioni dei pistoni e altri componenti in movimento del motore sono stati infine rielaborati e ottimizzati. Un’altra novità è rappresentata dal propulsore Diesel a 2 litri, disponibile in tre versioni, tutte con iniezione Common Rail e dotate di filtro antiparticolato di serie. La versione base ha 110 CV (81 kW), seguita da quella da 140 CV (103 kW); esse sviluppano una coppia massima rispettivamente di 250 e 320 Nm tra 1.500-2.500 e 1.750-2.500 giri. Il consumo nel ciclo combinato della versione 140 CV (103 kW), abbinata alla trazione integrale permanente, si attesta su 6,1 litri per 100 km, con emissioni di CO2 pari a 159 g/km. La versione Diesel di punta è il quattro cilindri 170 CV (125 kW), con una coppia massima di 350 Nm erogata tra 1.750 e 2.500 giri. Il ricircolo dei gas di scarico, che miscela fino al 60% di vapori di combustione all’aria di aspirazione, e il catalizzatore ossidante garantiscono ridotti valori di emissioni.

Su strada la Yeti è sincera e rassicurante, figlia di un progetto fresco, nato sotto una buona stella. Cuore della Yeti è la trazione integrale dotata di frizione elettronica Haldex di quarta generazione. Lo schema meccanico è basato sulla tecnica della Octavia Wagon 4×4 e della Superb 4×4, in cui sull’asse anteriore, nel medesimo alloggiamento del differenziale, è situata una frizione lamellare Haldex ad azionamento elettroidraulico. In buone condizioni di trazione, come ad esempio su fondi asciutti, alle ruote anteriori viene distribuito il 96% della coppia motrice; qualora invece i sensori riscontrino differenze nella rotazione delle singole ruote, la frizione Haldex è in grado di inviare fino al 90% della coppia all’asse posteriore. Un differenziale autobloccante impedisce che una ruota posteriore con minor trazione possa a propria volta girare a vuoto: ciò assicura sempre un’eccellente stabilità di guida e una buona controllabilità del veicolo, sia su strada che fuoristrada.

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