Elon Musk vuole comprare General Motors per ampliare Tesla

Elon Musk sa come parlare e l’ha dimostrato per l’ennesima volta. Notizie di attualità, domande dei fan e richieste bislacche sono terreno fertile per l’ex CEO di Tesla: ricordiamo quando ha proclamato che avrebbe costruito Goldrake (qui l’articolo) o, per rimanere sul concreto, quando ha lanciato una marca di Tequila (Teslaquila) una tavola da surf da 1.500 dollari ed un lanciafiamme funzionante.

Questa volta la frecciatina ha messo in ridicolo la General Motors, costretta a chiudere ben cinque stabilimenti (in Maryland, Michigan, Ohio e Ontario) a causa di una forte decrescita della domanda da imputare -stando ai notiziari statunitensi- ad una gamma troppo vetusta e poco concorrenziale rispetto ai maggiori marchi internazionali.

La “proposta” di Elon è semplice, ovvero quella di rilevare le fabbriche ormai chiuse (che significano tagli del personale GM per il 15%) ed ampliare così la rete produttiva di Tesla: “L’obiettivo della nostra azienda è celebrare l’avvento dei veicoli elettrici e dei trasporti sostenibili cercando di aiutare l’ambiente- ha dichiarato in un’intervista –  riteniamo infatti che sia il problema più serio che l’umanità debba affrontare adesso”.

 

 

Dopo la forte crisi vissuta la scorsa primavera a causa dei ritardi sulla produzione di Model 3, Tesla sembra aver ritrovato una propria stabilità -per quanto momentanea- e l’arrivo della berlina compatta sul mercato europeo porterà nuovi frutti (e nuovi grattacapi) all’innovativa azienda della Silicon Valley. Ampliare la portata produttiva negli Stati Uniti, in concomitanza con l’apertura di nuove fabbriche in Cina, sarà per Tesla il prossimo grande bivio tra la consacrazione definitiva a grosso player dell’automotive ed un mesto fallimento.

Ad ogni modo Musk non è estraneo a questo tipo di manovre: il quartier generale di Tesla, in California, era stato precedentemente di proprietà di General Motors e Toyota in una joint venture capace di produrre oltre 350.000 auto all’anno. Successivamente GM dichiarò bancarotta (nel 2009, quando fu risollevata dai contribuenti statunitensi) e Toyota vendette la propria quota. L’allora Tesla Motors acquistò gli stabili per un totale di 42 milioni di dollari nel 2010.

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