Ford Focus Coupè – Cabriolet – Test Drive

Ford Focus Coupè – Cabriolet – Test Drive. Siena – Ford inaugura una nuova parola d’ordine: aggiungere valori emotivi al tradizionale mondo razionale del marchio americano. Portavoce del nuovo disegno strategico è la coupé-cabrio progettata, disegnata e costruita nelle officine Pininfarina di Grugliasco (To). È la prima cabrio Ford-Europa con hard-top elettrico e bisogna subito ammettere che i contenuti interessanti non sono pochi. Intanto si differenzia dalle ormai numerose concorrenti (vedi Peugeot 307, Vw Eos e Opel Astra Twintop, per non citare che le maggiori) per il fatto di avere il tettuccio rigido a scomparsa diviso in soli due segmenti, il che vuol dire maggior spazio nel portabagagli anche viaggiando aperti (248 litri), maggior rigidità torsionale e ridotta complessità (e peso) dei meccanismi cinetici. Il design Pininfarina poi, è un valore aggiunto da non sottovalutare in questo delicato momento del mercato che tende a rivalorizzare e riappropriarsi della più autentica cultura automobilistica “made in Italy”. Ma ricordiamoci che la Focus Coupé-Cabriolet è anche l’erede della tradizione Ford nel segmento dei cabrio con tetto elettrico: il primo mitico modello, la Thunderbird, data dal lontano 1954,e dell’altra icona “jenky”, la Mustang, se ne sono venduti ben 8 milioni di esemplari. Senza dimenticare le famose Escort degli anni ’70 e ’80 che per tre anni lasciarono a bocca asciutta tutte le concorrenti vincendo tre Campionati del mondo Rally.
Il test nel Granducato di toscana. Ma veniamo alla macchina attuale che abbiamo testato sulle splendide strade delle colline senesi su tracciati che sembrano inventati apposta per questo tipo di vettura: una sinfonia di curve e rettilinei che si avvicendano in assenza, o quasi, di traffico. Due le motorizzazioni di lancio: 2.0 litri diesel Duratorq da 136 cv (205 km/h e 0-100 in 10,3 sec) e un 2.0 litri da 145 cv (208 km/h e 0-100 in 10,3 sec). Non lasciatevi ingannare dalle quasi identiche “performances”: sono due macchine diverse e si guidano in modo diverso. Il diesel (con FAP) è risparmioso, tranquillo e neutro nella guida mentre sul benzina è bello tirare le marce (a scapito dei consumi), la macchina va “guidata” di più perché spingendo sull’acceleratore tende ad anticipare le curve, è molto silenziosa anche agli alti regimi pur esprimendo una certa “sportività” che è quello che si cerca. Non mancano gli aspetti che trasmettono qualche perplessità: la linea è senz’altro piacevole e filante (forse la più elegante del segmento), ma il parabrezza si estende fin quasi a metà padiglione con la conseguenza di rischiare di sbatterci la fronte nel salire e scendere, inoltre viaggiare così “fasciati” e protetti può togliere in parte la gioia dell’aria aperta.

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