Guida autonoma Tesla: cos’è e come funziona

Quando si parla di guida autonoma, si pensa sempre a qualcosa di lontano nel futuro, a macchine tempestate di sensori in ogni angolo e a luoghi chiusi, segreti e sicuri in cui le case
automobilistiche fanno i loro test. Non è necessariamente vero. Tesla ha iniziato il proprio programma di Full Self Driving Beta da ormai oltre un anno su strade pubbliche negli Stati Uniti.

L’approccio di Tesla

Gli studi sulla guida autonoma risalgono a decenni fa, ma è solo recentemente che la tecnologia ha raggiunto un livello tale da rendere effettivamente possibile l’idea di auto a guida completamente autonoma o Robotaxi. Compagnie come Waymo o Cruise, stanno testando i propri sistemi in aree ben definite (Phoenix e San Francisco) facendo affidamento su una moltitudine di sensori e su mappe ad alta definizione. Questo approccio permette il raggiungimento dell’obiettivo in meno tempo, ma lo limita a poche auto e ad aree ristrette a causa del costo elevato della sensoristica e del mantenimento delle mappe.
Tesla invece ha scelto la strada più difficile, ma potenzialmente espandibile a qualsiasi contesto. L’hardware necessario è già presente sulle auto in commercio e non c’è la necessità di mappe ad alta definizione, ma solo di un normalissimo motore di navigazione come Google Maps. La difficoltà in questo caso si sposta nell’interpretazione di quello che vedono le telecamere.

Tesla Vision

La scelta radicale di Tesla non solo elimina il LiDAR (Light Detection and Ranging), reputato troppo costoso e complesso, ma elimina anche il Radar per la stima delle distanze dagli oggetti. La Tesla Vision infatti si basa solo sulle 8 telecamere perimetrali e sull’intelligenza artificiale che ne gestisce i dati. Secondo Tesla si eliminano in questo modo i conflitti generati dai due diversi sistemi.

FSD Beta Program

L’approccio di Tesla si basa sull’acquisizione e l’elaborazione di dati di guida per poter migliorare l’algoritmo. In termini tecnici questo processo viene chiamato Deep Learning. Impensabile quindi poter procedere nello sviluppo solo con dati provenienti da poche auto in ambiti ristretti. Per questo motivo Tesla ha deciso di aprire ad alcuni utenti il proprio software di guida autonoma (FSD Beta). Inizialmente, nell’ottobre 2020, solo 1000 selezionati utenti hanno avuto la possibilità di usare la Beta sulle strade degli Stati Uniti. Successivamente la platea è stata aumentata a 2000, ma il grosso cambio di passo è avvenuto a ottobre 2021 quando tutti coloro che avevano acquistato il pacchetto FSD (optional software) hanno avuto la possibilità di richiedere l’ingresso nel programma.
Il rilascio del software non è però garantito. È necessario dimostrare uno stile di guida adeguato e un utilizzo intensivo dell’autopilot commerciale. Viene assegnato un punteggio
chiamato Safety Score e in base a questo Tesla può decidere se rilasciare il software o meno. Tesla ha affermato a fine gennaio 2022 che attualmente ci sono 60.000 auto con la Beta.

Funziona veramente?

Personalmente sono entrato nel programma FSD Beta appena è stato possibile e in questi mesi ne ho apprezzato i miglioramenti. Lo uso ogni volta che salgo in macchina, sia per il mio viaggio routinario per andare al lavoro oppure per andare al supermercato a 1 miglio da casa. La Beta mi porta letteralmente dove le dico di portarmi. A volte non ho bisogno di intervenire in alcun modo, altre volte le do un aiutino con l’acceleratore e raramente devo riprendere il controllo completamente. Ci sono situazioni complesse in cui stupisce per quello che riesce a fare, ma altre volte, che a me sembrano estremamente facili, rimane indecisa. In generale i miei interventi, pochissimi in realtà, sono al 90% sull’acceleratore. In questo caso la beta non si disattiva, ma le dà per esempio la conferma di proseguire a uno stop.
Raramente devo intervenire sullo sterzo e praticamente mai sul freno. Si comporta molto bene nelle svolte a sinistra in cui bisogna dare precedenza al traffico in arrivo dall’altra parte ed è ormai perfetta nella scelta delle corsie e nelle svolte in generale. Rimane estremamente prudente all’uscita degli stop, soprattutto quelli con molta visibilità dove potrebbe partire con più disinvoltura.

Il futuro?

Bisogna tenere a mente che attualmente la Beta non è un software finito. È ancora in fase di test e rimane un dispositivo di livello 2 SAE. Nel 99% dei casi è sicuramente all’altezza di un livello 4, ma richiede ancora quel 1% di intervento del guidatore. In base alla mia esperienza, lo trovo già più sicuro del guidatore medio, almeno perché rispetta le regole della strada. Spesso mi chiedono se in Europa o in contesti di traffico molto congestionati funzionerebbe a dovere. Ovviamente serviranno degli adattamenti alle diverse regole della viabilità, ma la base è estremamente valida.
In teoria, per come è progettato il sistema, una Tesla può guidare in tutti i contesti in cui può guidare una persona perché entrambi fanno riferimento alla stessa tecnologia cioè un apparato di visione e un apparato decisionale. Tutto dipende da quanto tempo servirà ancora per insegnare all’intelligenza artificiale ad essere disinvolta e sicura. Un po’ come quando mettiamo al volante per la prima volta un diciottenne.

Per maggiori info: https://youtu.be/o9Ssr-RGU_E

A cura di: Fabrizio De Vitali

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