Il nuovo frontale di DS 19

Il restyling di DS 19 ebbe inzio dalle martellate con cui il varesino Flaminio Bertoni, il papà della DS19, colpì con veemenza il frontale della sua creazione in un vero e proprio eccesso di “furia creativa” destinata a diventare immortale.

Tutto ebbe origine dalla necessità di semplificare la produzione della DS, che richiedeva una quantità abnorme di ore di lavoro. I parafanghi anteriori, in particolare, esigevano ben sedici diverse operazioni tra imbutiture e saldature: un tempo eccessivo che si rifletteva sui costi di produzione di un modello concepito quasi come un’opera d’arte, senza tener conto delle esigenze dell’industrializzazione.

Racconterà in seguito Henri Dargent, per anni collaboratore di Flaminio Bertoni, che il passaggio dal primo al secondo “volto” della DS avvenne in una fredda mattina del dicembre 1963, quando Bertoni fece portare nel suo studio un frontale completo, composto dai due parafanghi, dal cofano e dal paraurti.

Dopo averlo fatto sistemare su telai in legno, lo colpì a martellate, sino a schiacciare la parte anteriore dei parafanghi all’altezza voluta. Poi prese rete metallica, gesso e plastilina.

Due ore dopo, il nuovo volto della DS, testimonianza dell’incredibile rapidità creativa di Flaminio Bertoni, era pronto per essere riportato su carta dai disegnatori del Bureau d’Etudes.

Con i nuovi parafanghi cambiarono altri elementi della struttura e della carrozzeria: il cofano motore divenne più teso e leggermente allungato, il paraurti vide la lamiera portatarga passare sotto alla lama principale, la seconda lama divenne più piccola, tra le due barre fu inserita una presa d’aria doppia per alimentare la climatizzazione della vettura.

Una DS così modificata fu portata nella galleria del vento per verificarne l’aerodinamica e il risultato fu sbalorditivo: il CX (coefficiente di resistenza aerodinamica) si era ridotto sino al valore record di 0,33. Di più: grazie al sistema di sospensioni autolivellanti, il profilo dell’auto restava sempre corretto, indipendentemente dalla disposizione del carico.

«La ciabatta è diventata uno squalo», scrisse un importante quotidiano francese all’indomani del Salone del ’67, quando la nuova DS fu ufficialmente presentata. Una piccola perfidia che finiva poi per sottolineare come la “Dea”, entrata nel tredicesimo anno di vita, continuasse a mantenere il suo grande vantaggio sulla concorrenza.

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