Nissan X-Trail FCV – Test Drive

La lunga storia della Nissan X-Trail FCV inizia nel nel 2001, quando viene presentata in California la XTerra FCV, antesignana della prima X-Trail FCV apparsa l’anno dopo. Di evoluzione in evoluzione si arrivati al modello del 2005, che ha un “pacco” di celle a combustibile di dimensioni ridotte, più efficiente e potente rispetto alle precedenti versioni. Dai prototipi si è passati a una piccola serie di trenta vetture, alcune delle quali inserite in un piano di servizio di auto a noleggio a celle di combustibile, il primo al mondo. Il serbatoio ad alta pressione, un “bombolone” sistemato davanti al retrotreno, ha una capacità di 5 metri cubi di idrogeno, sufficiente per garantire un’autonomia di circa 500 km con il pieno. Il serbatoio alimenta il “pacco” delle celle di combustibile: la reazione chimica di ossigeno e idrogeno genera l’energia elettrica necessaria a far funzionare il motore elettrico. In rilascio il veicolo dispone di un recupero di energia che provvede a ricaricare le batterie. Il “pacco” delle celle di combustibile trova posto sotto i sedili, e ha imposto la rinuncia alla trazione 4×4 a favore di un tutto avanti, mentre la sistemazione del “bombolone” al retrotreno ha consentito una corretta distribuzione dei pesi, tenuto conto del fatto che tutta la struttura (motore elettrico, battere, celle di combustibile e serbatoio) ha provocato un incremento di 400 kg della massa, per cui siamo a 1.790 kg contro i 1.482 della X-Trail 4×4 “classica” più leggera, la 2.0 SE. Con una potenza di 90 kW e una coppia massima di 280 Nm, la X-Trail FCV (la Casa dichiara una velocità massima di 150 km/h e un’accelerazione da 0 a 100 km/h in 14”) sorprende piacevolmente per la maneggevolezza, anche se la prima cosa che colpisce è il grande silenzio. L’unico rumore che si avverte guidandola è il rumore di rotolamento dei pneumatici sull’asfalto. Grazie al cambio automatico con un solo rapporto in avanti, il “drive”, ci si può divertire nella guida dando un’occhiata al contagiri ad arco che arriva fino a 12.000 giri e soprattutto al display centrale che indica i vari passaggi di energia fra serbatoio, pacco di celle a combustibile, motore e batteria: un po’ come avviene quando si guida una Toyota Prius, per intenderci. Piacevole da guidare e per nulla affaticante, nelle decelerazioni la X-Trail ha un freno motore per forza di cose ridotto rispetto a un motore a ciclo Otto o a un diesel: ma dopo un breve periodo di assuefazioni ci si abitua alla cosa. Basta guidare con un minimo di accortezza. Si scende dall’auto con la consapevolezza di aver guidato una finestra sul futuro: un domani che ci auguriamo sia molto più pulito ed ecologico rispetto al periodo piuttosto confuso, in questo ambito, che stiamo vivendo attualmente.

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