SsangYong Rexton II – Long Test Drive

In passato avevamo provato anche il 2.7 Xdi da 186 CV, più potente, più reattivo, forse più adatto a questo bisonte. In quell’occasione il cambio era un ottimo automatico: con esso il Rexton si muove senza alcuno strappo ed i cambi marcia a basso regime quasi non si avvertono.
Macinando chilometri si apprezzano i 20 cavalli in più della versione da 186 CV, che rendono scattante e pronta anche una vettura massiccia come questa. Stesso dicasi, vale la pena ribadirlo, per il cambio automatico: non sarà il top in quanto a velocità, ma è certo ottimo per fluidità e morbidezza nei cambi marcia, oltre a rispondere bene quando si cerca la scalata per effettuare un sorpasso. La presenza del comando sequenziale appare superflua, non fosse per accontentare chi vuole sempre e comunque il pieno controllo delle cambiate.

Difetti di SsangYong Rexton II 2.7 litri nelle due configurazioni? Veramente pochi. Forse uno sterzo troppo “soffice” alle alte velocità (d’altronde utile nelle manovre in città) e come dicevamo il cambio manuale, mentre la frenata che in un primo tempo ci era sembrata fiacca, si rivela molto progressiva a patto di premere con decisione il comando.
Rexton è un SUV solido, robusto, con un animo da 4×4 ancora molto marcato, lontano dai lussi estremi (e relativi prezzi) dei modelli proposti da costruttori come BMW, Mercedes e Volvo, ma in grado di offrire qualità durevole ad un prezzo competitivo.

Quanto costa?
La parte più interessante di SsangYong è sicuramente il listino. La nuova gamma presenta quindi i seguenti prezzi: per il 2.7 common rail da 165 CV bastano 31.700 euro per l’allestimento Comfort che salgono a 35.300 euro del Luxury; per il 2.7 common rail da 186 CV ci vogliono invece 37.700 euro per l’allestimento Class, che salgono a 39.950 euro per il Top Class. Il benzina 3.2 da 220 CV, costa 40,600 euro e si presenta come il top di gamma.

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