Guida autonoma in auto: un orsetto di peluche cattura l’attenzione?

Rispetto anche a soli dieci anni fa, le vetture di oggi sono più efficienti, più economiche nei consumi ma, soprattutto, più sicure. Come? Grazie alla presenza delle più complete suite di aiuti per la guida autonoma di livello 2, anche conosciuti con l’acronimo di ADAS (Advanced Driver Assistance Systems). Questi sistemi forniscono un prezioso aiuto al guidatore durante le più svariate situazioni dietro al volante, come le manovre di parcheggio oppure il cambio di corsia in autostrada, dove l’attenzione deve essere massima per evitare possibili incidenti.

Con vetture come le Tesla sul mercato, che forniscono di serie l’Autopilot per la guida assistita senza pilota, l’abuso di queste tecnologie è però diventato progressivamente sempre più frequente: in alcuni casi il conducente ha lasciato alla sua automobile il compito di proseguire la strada senza nessun intervento su volante e pedali, il che lascia qualche dubbio sull’effettiva efficacia di questi aiuti nell’incrementare l’attenzione dell’essere umano sulle strade principali.

Guida autonoma ADAS

Per far luce su questi dubbi l’IIHS americano (Insurance Institute for Highway Safety) ha voluto svolgere un esperimento con tre diversi gruppi di guidatori, che hanno utilizzato a turno per un’ora una Mercedes Classe C sulle “highways” a stelle e strisce. Il primo era già abituato ad utilizzare gli ADAS e quindi ha portato avanti la propria abitudine, il secondo non li utilizzava ma li ha attivati mentre il terzo ha preferito tenerli disattivati. Durante il test un’altra vettura si è messa davanti alla berlina della Casa della Stella a Tre Punte, con un enorme orso di peluche attaccato al paraurti posteriore voluto per catturare l’attenzione dei guidatori sotto esame.

Grazie alle telecamere di bordo l’IIHS ha potuto osservare la reazione di ciascuno di loro, riportando come risultato che 2/3 dei piloti non abituati agli ADAS sulla Classe C non si sono accorti dell’orsetto sul mezzo davanti a loro, mentre il restante 1/3 che di solito attiva gli aiuti alla guida l’ha notato per tutto il tempo del test. La conclusione di questo esperimento? Che le tecnologie per la guida autonoma sono in grado di migliorare la percezione della situazione circostante, lasciando la possibilità al guidatore di concentrarsi su alcuni aspetti che, altrimenti, passerebbero appunto inosservati. L’importante, però, è dare tempo al conducente di adattarsi alle reazioni della macchina con gli ADAS attivati: per coloro che viaggiano ancora alla “vecchia maniera”, infatti, questi ausili potrebbero rappresentare un fastidio più che un contributo…

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