Effetto ecoincentivi in Europa

I dati riguardo l’immatricolazione delle vetture per il mese di marzo sono finalmente arrivati e, anche se non sono segnati dal segno positivo, sono piuttosto incoraggianti. Dopo un inizio anno allarmante, con le disastrose cadute di gennaio e febbraio (rispettivamente -27% e -18,3%), a marzo la flessione si è ridotta del 9%.  Ciò è dovuto ai risultati positivi ottenuti da Germania (+39,9%), da Francia (+8%) e da Italia (+0,2%), tre mercati dove il sistema di ecoincentivazione alla rottamazione di vetture vecchie, meno sicure e molto più inquinanti ha rimesso in moto la domanda. In
particolare, in Italia il segno positivo è riapparso dopo 14 mesi, come avevamo segnalato. In più secondo l’Unrae, che rappresenta le Case estere operanti in Italia, le vetture vendute in Italia in marzo emettono una media ponderata di 138 g/km di CO2, contro i 145 rilevati nelle immatricolazioni del marzo 2008. Doppio effetto incentivi, che da un lato ha permesso di far riprendere la domanda ma che ha anche diminuito le famigerate emissioni nocive di Co2. Dell’effetto ecoincentivi in Italia sappiamo che, anche se debole, la ripresa c’è. Analizziamo meglio la situazione nel resto d’Europa.

Germania: clamorosa crescita del 39,9% in marzo
Le 400.965 immatricolazioni nel mese di marzo e la crescita sull’analogo mese dello scorso anno del 39,9% hanno convinto il Governo tedesco a prolungare gli incentivi con un ulteriore stanziamento, che porta la somma globale messa a disposizione a 5 miliardi di euro, contro gli iniziali 1,5 miliardi che si sarebbero esauriti già nel corso del mese di aprile. Inoltre le vendite di marzo hanno raggiunto il livello più alto dal 1992. I principali beneficiari degli ecoincentivi però sono i marchi automobilistici che hanno in gamma piccole vetture, nella quasi totalità brand esteri.

Francia: bene marzo, che ha chiuso a +8%
In Francia invece sono state 204.018 le immatricolazioni di auto nuove, chiudendo con un +8%. Questo incremento però non ha assorbito le flessioni iniziali, tanto che nel trimestre il bilancio è di 505.456 immatricolazioni con un saldo negativo del –3,9%. Il recupero di marzo infatti è dovuto ai 1.000 euro di incentivi alla rottamazione per l’acquisto di vetture con emissioni inferiori ai 160 g/km di CO2 che, aggiungendosi al vigente sistema bonus-malus, hanno rimesso in moto la domanda.

Spagna: continua la caduta anche in marzo (-38,7%)
Situazione opposta in Spagna, dove la caduta sembra inarrestabile. Il mercato spagnolo sta marciando a livelli di immatricolazioni così bassi, che occorre risalire al 1993 per trovare un trend simile. Bisogna ricordare però che il governo ispanico non ha stanziato alcuna forma di incentivazione alla vendita, e Aniacam continua a sollecitare interventi governativi in favore della ripresa del mercato. In Spagna, il settore auto rappresenta il 6% del PIL, l’11% dell’occupazione e il 25% delle esportazioni.

Gran Bretagna: senza incentivi, la domanda crolla (-30,5%)
Sono proprio gli incentivi che stanno risollevando l’economia europea. In Gran Bretagna infatti, come in Spagna, non sono stati previsti incentivi, con la conseguente flessione del 30,5% rispetto allo scorso anno. La contrazione di marzo è ancor più allarmante, se si considera che il terzo mese dell’anno, per via del periodo di rinnovo delle targhe, “vale” circa il 18% dell’intero immatricolato annuo. Mercato in panne, dunque, ad eccezione del segmento delle city car, cresciuto dell’84%.

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